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Edizione del 06/07/2020
Estratto da pag. 1
Zaia: «C`è un clima da festa di liberazione. Ma noi siamo pronti a usare l`artiglieria pesante»
Zaia: «È vero che c''è un po’ un clima da “festa della liberazione” dopo mesi di lockdown. Ma ricordo che è ancora in vigore il Dpcm»
«È vero che c’è un po’ un clima da “festa della liberazione” dopo mesi di lockdown. Ma ricordo che è ancora in vigore il Dpcm che impone l’uso della mascherina nei locali chiusi e in presenza di assembramenti. Per questo non si può abbassare la guardia». Lo ha sottolineato il presidente del Veneto, Luca Zaia a Tg Sky  24.



Zaia: «Il virus ha strascichi importanti»

«Per questo è necessario un senso di responsabilità da parte di tutti in questa fase di limbo. Dobbiamo convivere con il virus, se pur depotenziato», ha spiegato. «Ma se registriamo ogni giorno qualche nuovo caso positivo vuol dire che il virus è ancora tra noi. Vorrei ricordare che non è un’influenza dato che in Veneto ha causato più di duemila morti. E porta con sé per chi si è ammalato spesso anche strascichi importanti».

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Il possibile ritorno di Covid in autunno

Sul possibile ritorno del virus in autunno, secondo Zaia «sarebbe bene che gli esperti non dichiarassero. Se avessimo la certezza che un esperto sa cosa accadrà al prossimo autunno-inverno bisognerebbe subito dargli il premio Nobel. La verità è che non lo sappiamo. Per non sbagliarci il Veneto ha già annunciato che schiererà l’artiglieria pesante. Vuol dire che non so dire se arriverà ma di certo non ci troverà impreparati. Non è il caso di fare allarmismo ma non possiamo abbassare la guardia».

«Bisogna controllare tutti»

«Dobbiamo avere il massimo di controlli dal punto di vista sanitario per chi arriva da altri paesi». Questo, «compresi i nostri connazionali, i nostri imprenditori, che rientrano magari per un viaggio di lavoro», incalza Zaia.

Zaia e il balzo dell’indice RT

«Il balzo dell’indice RT da 0,43% all’1,63% non mi preoccupa, perché  in una realtà che ha un indice basso come il Veneto basta qualche caso in più  per far balzare il dato. Il dato che mi preoccupa sono invece i virus importati. L’esempio più eclatante è quello dell’imprenditore rientrato dalla Serbia e i 6 contagiati. Oppure quello della badante rientrata dalla Moldavia che ha causato altri 6 contagiati. Per questo è necessario avere il massimo di controlli per chi torna da altri Paesi».

Le dichiarazioni di Roberto Rigoli

«I nuovi focolai sono micro e arrivano dall’estero. Dobbiamo avere un’organizzazione ancora più efficiente. Aggredirli subito con i tamponi». Lo sostiene Roberto Rigoli, direttore di Microbiologia a Treviso. In un’intervista alla Nazione, ribadisce le proprie affermazioni del 20 giugno. Dichiarava che il virus si sta spegnendo. «Firmerei anche oggi quella dichiarazione, abbiamo deciso di dire esattamente le cose come stanno. Le rianimazioni erano piene e si sono svuotate. I positivi hanno una bassa carica virale e sono pauci sintomatici. Vero, abbiamo dei micro focolai. Ma ripeto, arrivano da fuori».