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Dir. Resp.
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Edizione del 01/07/2020
Estratto da pag. 1
Bonaccini studia da segretario Pd. E il suo piano non piace ai 5 Stelle
Un vero e proprio programma per l'Italia. Un discorso da leader di un partito della maggioranza di governo e non da presidente di una Regione seppur importante come l'Emilia Romagna. Stefano Bonaccini, in visita a Cesenatico, sulla riviera romagnola, non sembra proprio parlare da Governatore ma da segretario del Partito Democratico.
Cosa deve fare il governo in vista di un autunno 'caldo'? "C'è bisogno di un gigantesco piano degli investimenti, mi aspetto che sblocchino le concessioni autostradali al più presto, che si riesca a varare misure per le infrastrutture da quelle materiali a quelle immateriali e, pensando al digitale, ci sia un'accelerazione vera. Come Conferenza delle regioni abbiamo chiesto e ottenuto dal governo durante gli Stati Generali, che parteciperemo alla pianificazione del Recovery Plan perché nei prossimi mesi potrebbe arrivare una mole di risorse mai vista dal dopoguerra. Bisognerà saperle spenderle bene ma intanto bisogna ottenerle. Il turismo - spiega Bonaccini - deve diventare uno dei pilastri dei finanziamenti straordinari dell'Unione Europea. E' vero, l'autunno potrebbe essere 'caldo' ma facciamo che sia calda l'estate così raffreddiamo anche l'autunno".
A lanciare l'affondo contro il segretario del Pd Nicola Zingaretti - chiedendo una svolta al Nazareno - era stato qualche giorno fa il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e sono in molti tra i Dem, rigorosamente a microfono spento, a guardare proprio a Bonaccini, l'unico che è stato capace di sconfiggere nelle urne Matteo Salvini e la Lega. L'ipotesi che circola tra deputati e senatori del Pd è quella di un possibile impegno nel governo in autunno di Zingaretti (qualcuno non esclude addirittura come presidente del Consiglio) che lascerebbe così libera la segreteria del partito. E l'unico in grado di mettere insieme le varie correnti Dem potrebbe essere proprio il presidente dell'Emilia Romagna. Bonaccini, dopo aver battuto alle Regionali di gennaio la leghista Lucia Borgonzoni, ha saputo guidare la sua Regione nell'emergenza Covid-19 con responsabilità e decisione, senza attaccare mai il governo ma riuscendo comunque a tenere in molte occasioni una posizione autonoma alzando, se necessario, anche la voce con Roma.
Bonaccini segretario, spiegano fonti Dem, avrebbe il via libera dei principali leader, sia di Dario Franceschini e Andrea Orlando sia degli ex renziani come Andrea Marcucci e Lorenzo Guerini. Le parole pronunciate a Cesanatico hanno rilanciato in molti, sia nel Pd che fuori dal partito, l'ipotesi che il Governatore dell'Emilia Romagna stia studiando da segretario nazionale. Con Bonaccini leader non cambierebbero di molto i rapporti tra il Pd e il M5S: in Emilia Romagna ha vinto senza i grillini, che hanno ottenuto un risultato davvero modesto, ma il presidente emiliano-romagnolo ha sempre cercato il dialogo con i pentastellati, anche se - come dimostrano le parole di oggi - su Europa e infrastrutture ha le idee molto chiare. Idee che potrebbero cozzare con i tanti no dei grillini.