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Edizione del 27/06/2020
Estratto da pag. 1
Agabiti: “L’Umbria riparte, ma il Governo sia presente. Troppe criticità su scuola, subito risposte su sport di contatto”
E.Lom.

PERUGIA – L’Umbria che riparte dopo il lockdown e sfida la crisi.  Sport e turismo sono da sempre settori chiave per la regione e sono destinati ad avere un ruolo importante anche in questa difficile fase 3, anche se molti eventi nazionali ed internazionali sono stati rinviati o annullati.  Ma la ripartenza della regione passa anche dalla cultura e dall’università, con i tanti studenti che arrivano anche da fuori Umbria. Restano i nodi aperti di una scuola nella quale per ora a livello nazionale si naviga a vista e dei centri sportivi ripartiti solo a metà, senza il calcetto e gli sport di contatto, ostaggi di un incredibile scarico di responsabilità istituzionale che lega le mani alle regioni. Ne abbiamo parlato con l’assessore regionale Paola Agabiti Urbani.

Cominciamo parlando del turismo. La regione è finita sui giornali europei e sulle tv italiane. Da questa pandemia l’Umbria esce con numero relativamente basso di casi e quindi il rilancio e della promozione del brand regionale diventano fondamentali. Ma c’è anche l’aspetto relativo al sostegno agli operatori del settore, fortemente provati.

Abbiamo fatto molte cose per ripartire velocemente, con vari spot che sono andati in onda sulle tv nazionali. La prossima settimana comincerà una ulteriore campagna di comunicazione di nuovo su tutti i media nazionali  e non. Allo stesso tempo, abbiamo voluto dare un segnale importante ai comuni, per ripartire, promuovendo le loro iniziative e dando loro un sostegno diretto.

Quanto alle imprese del settore turistico, a breve uscirà il bando a loro destinato, per poter dare loro modo di ricominciare, visto che sono state fra quelle maggiormente colpite dalla crisi. Ci saranno contributi a fondo perduto ed altri fondi  per la promo-commercializzazione. Per le agenzie di viaggio ci sarà un altro bando in un progetto che prevede la promozione di un turismo integrato, fra siti culturali, musei, turismo ed enogastronomia, attraverso pacchetti speciali da proporre a chi vorrà venire a visitare l’Umbria. Poi stiamo ovviamente già lavorando per il Natale.

La presidente Tesei con l’assessore Agabiti

Scuola ed università. L’Umbria ha atenei di eccellenza, ma ha anche come il resto d’Italia il problema di garantire un rientro in classe in sicurezza. Facciamo il punto su questi due fronti.

Per l’Università abbiamo per esempio istituito il fondo affitto, per aiutare gli studenti fuori sede e sussidi straordinari per gli universitari. Sul fronte della scuola, abbiamo avuto la conferenza delle regioni, per capire come ripartire a settembre, certamente le linee guida della Azzolina non ci soddisfano. Mancano due mesi, è molto tardi e bisogna fare chiarezza: insieme con Anci e Upi abbiamo  evidenziato criticità e formulato proposte per superarle e riaprire in sicurezza e in presenza. I ragazzi hanno bisogno di stare insieme, frequentarsi e di avere una didattica migliore. Poi abbiamo affrontato la questione dei bambini da 0 a 6 anni, per i quali, ovviamente, non sarà possibile far rispettare il distanziamento sociale: occorrerà farsi trovare pronti anche su quel fronte. Poi abbiamo affrontato il problema dei trasporti, dove anche lì c’è il problema del distanziamento. Per quanto concerne la data di riapertura, confermo il 14 settembre.

Soldi per la ripartenza sono arrivati anche dall’Europa attraverso il Fesr. Come saranno utilizzati?

Stiamo mettendo anche in campo la rimodulazione dei fondi strutturali europei, per un totale di 208 milioni per dare un sostegno alle imprese, alle famiglie e alla comunità: non basterà, ne siamo consapevoli, perchè i comuni e le regioni da sole non possono fronteggiare questa crisi. Serve un intervento forte del Governo, c’è bisogno di risorse immediate e subito, per dare risposte anche sul fronte occupazionale, perché i soli sostegni al reddito, pure importanti, non bastano per far ripartire il paese.

Fra le grandi ‘vittime’ di questa crisi ci sono le società sportive, fermate per tre mesi completamente e che a
desso sono chiamate ad una difficilissima ripartenza.

Sul fronte sport la grande questione è ovviamente aiutare le associazioni sportive e le asd. Lo abbiamo fatto con dei contributi a fondo perduto da 5000 a 10000 euro per chi organizza eventi e manifestazioni nazionali e un fondo di rotazione, per le asd e le associazioni culturali: attraverso Gepafin verranno concessi prestiti fino a 20.000 euro, a zero interessi (saranno coperti dalla Regione in conto capitale) e garantiti per il 100%. Abbiamo stanziato anche 3 milioni per i centri estivi.

C’è un’ultima spinosa questione, legata allo sport: il calcetto e le discipline di contatto sono ancora ferme e questa situazione sta mettendo in ginocchio tanti centri sportivi. Alcune regioni sono ripartite. Qual è la posizione dell’Umbria?

Capisco benissimo qual è il problema dei titolari dei centri sportivi, che vivono ovviamente sulle attività del calcetto, degli sport di contatto e affittando i campi. Ma c’è purtroppo, in assenza di linee guida nazionali, c’è una questione relativa alla discrepanza di pareri fra il ministro dello sport e il comitato tecnico scientifico: servirebbe un parere del ministro per sbloccare la situazione. Ci sono regioni che hanno fatto la scelta di ripartire, ma le loro ordinanze possono essere impugnate in qualunque momento, senza contare che i Prefetti possono mandare controlli. Noi abbiamo scelto di aspettare che venga dato un orientamento nazionale. Abbiamo contribuito a stilare un documento con le linee guida regionali, da sottoporre al Governo, ci auguriamo che venga dato quanto prima parere favorevole alla riapertura, perché altrimenti molti di questi centri sportivi rischiano di chiudere, dato che non ce la fanno a pagare affitti ed utenze.

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