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Edizione del 23/06/2020
Estratto da pag. 1
Health Serie. Scaccabarozzi (Farmindustria): “Covid ha dimostrato che la burocrazia si pu? snellire e la digitalizzazione si pu? realizzare”
di Lucia ContiProtocolli di sperimentazione, consegna farmaci ospedalieri a domicilio,telemedicina e prescrizioni dematerializzate. Sono alcuni degli obiettivicentrati per rispondere ai bisogni dei malati durante l’emergenza. Progettirealizzati grazie allo sforzo di istituzioni, professionisti e impresefarmaceutiche e alla presa di coscienza che la burocrazia si può alleggerire.Se ne è parlato alla 2ª puntata di Health Serie, oltre che con il presidente diFarmindustria, con Trama (Campania), Tobia (Federfarma), Celano (Apmarr) eGardini (Epac Onlus)[front2916303]19 GIU - L’epidemia di covid19 ha rappresentato un dramma per l’Italia. Maemerge sempre con più forza come l'emergenza sia diventata in qualche modoanche un’opportunità per il nostro paese. Se nella prima puntata di HealthSerie, il format ideato da Quotidiano Sanità e Popular Science per approfondirele tematiche della sanità italiana, al centro di questa consapevolezza c’era lanecessità di rafforzare la sanità territoriale e l’integrazioneospedale-territorio, nella seconda puntata, andata in onda ieri pomeriggio (vedi il video a fondo pagina), ad emergere è stata la reale possibilità dimettere un po' da parte la burocrazia. Durante l'emergenza covid sono stati numerosi gli ambiti in cui, in poche ore,si è riuscito a realizzare progetti che in tempi normali avrebbero richiestomesi se non anni. Per fare un solo esempio: a marzo, in circa 24 ore, hatrovato definitivo compimento il processo di dematerializzazione totale delleprescrizioni farmacologiche iniziato più di 5 anni fa ma rimasto fino ad oggiancorato, di fatto, al promemoria su carta bianca (al posto della ricettarossa) che il cittadino doveva consegnare al farmacista. Dunque, la burocrazia si può snellire. E va fatto. Di questo sono convinti gliospiti della puntata di Health Serie (Massimo Scaccabarozzi, presidente diFarmindustria; Ugo Trama, responsabile Politiche del farmaco e dispositividella Regione Campania; Roberto Tobia, segretario nazionale Federfarma;Antonella Celano, presidente Apmarr; e Ivan Gardini, presidente Epac Onlus).Che chiedono che non si torni indietro, bensì si prosegua su questa strada perrealizzare una medicina sempre più vicina al cittadino.“In questi mesi buona parte del mondo produttivo si è fermato, ma non ilnostro”, ha esordito Massimo Scaccabarozzi introducendo la questione.“L’industria del farmaco ha cercato fin da subito di assumersi laresponsabilità di stare vicino ai malati, anzitutto assicurandoci che non siregistrassero carenze di farmaci e problemi di approvvigionamento. In unasituazione così anomala, in cui neanche gli ospedali erano più accessibili, èstato inoltre necessario garantire che i malati gravi potessero accedere alleterapie, facendo arrivare nelle loro case quei farmaci fino ad oggi erogatisolo in ambito ospedaliero. Si tenga infine conto che il nostro Paese è moltoimportate all’interno del sistema internazionale di produzione di farmaci,quindi era necessario garantire la continuità della produzione”.Tutte sfide, quelle citate da Scaccabarozzi, che è stato possibile vincere nonsolo grazie al lavoro interno a Farmindustria, ma anche grazie allacollaborazione tra imprese farmaceutiche e Aifa. “L’Agenzia italiana delfarmaco - ha detto Scaccabarozzi - è stata fortemente responsiva e ci hapermesso di dare vita, in tempi brevissimi, a una serie di protocolli e diprogetti necessari per dare risposte ai malati”.Tutto questo, per il presidente di Farmindustria, ha dimostrato non solo quantosia grande la capacità di collaborazione tra Istituzioni e imprese, ma ha anchefatto emergere con chiarezza due aspetti:- “La digitalizzazione, di cui tanto si parlava ma che poco si faceva, èrealizzabile e velocemente, e in parte è già stato fatto”.- “La burocrazia si può snellire”.In poche parole, “se c’è la volontà, le cose si riescono a fare”.Opinione condivisa da Ugo Trama, che ha evidenziato come la Regione Campania“aveva già tra i suoi obiettivi una migliore presa in carico dei pazientiattraverso la domiciliazione delle cure. Il Covid ha aperto uno scenariogrande, per
ché nella sua drammaticità ci ha fatto essere più celeri e solertinelle azioni da intraprendere”. Trama è quindi condiviso con Scaccabarozzi che“il lavoro di Aifa è stato nuovo ed eccezionale in termini si sperimentazioni,di azioni per contrastare la carenza farmaci e altro ancora. Prima, tra Regionie Aifa, c’era una comunicazione costante, ora è diventata continua e basata suun reale confronto tra le parti. Questo è una aspetto di grande importanza”.Quanto allo snellimento delle procedure, come quelle per la prescrizione deifarmaci, il responsabile Politiche del farmaco e dispositivi della RegioneCampania ha fatto notare come questo rappresenterà “un vantaggio enorme intermini di semplificazione di accesso alle cure farmacologiche, nonché inrelazione agli spostamenti dei cittadini al di là del distanziamento legato alcovid. Sono buone pratiche che possiamo migliorare e stiamo migliorandoattraverso una sinergia tra Regioni e Stato”.Trama ha quindi riferito di come la Campania fosse “già partita con un grandeprogetto di umanizzazione delle cure”. Ma di come ci si ancora tanto da faresul piano “delle cronicità, delle cure domiciliari, delle vaccinazioni, delpotenziamento della medicina territoriale, delle Usca e delle farmacie”. Aproposito di farmacie il responsabile Politiche del farmaco e dispositivi dellaRegione Campania ha espresso il proprio sostegno alla distribuzione per conto -“un’esperienza consolidata a livello nazionale e che ha già dimostrato di fareottimi risultati” - e annunciato che la Campania è pronta a partire alsettembre con la sperimentazione della farmacia dei servizi, rimasta al palocon l’arrivo dell’epidemia.Per Trama l’obiettivo deve essere quello di creare “percorsi più garantisti intermini di efficienza e sicurezza, tanto per i pazienti che per gli operatorisanitari”.Anche per il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia, il percorso dafare è quello che deve perseguire “progetti concreti per sopperire allemancanze emerse durante l’emergenza covid”. Per il segretario nazionale diFederfarma una parte di questi progetti deve sicuramente riguardare le farmacieche, proprio durante l’emergenza covid, hanno dimostrato di essere un punto diriferimento fondamentale per i cittadini e per il sistema: “Le farmacie sonostate 19 mila sportelli a disposizione di tutte le persone, in ogni città e inogni quartiere, lavorando spesso in davvero condizioni difficili. Basticonsiderare che 17 farmacisti sono morti per covid e oltre 1000 sono staticontagiati”. Per Tobia la drammatica esperienza del coronavirus ha però reso ifarmacisti ancora più convinti del proprio ruolo, “che ora vogliamoimplementare”.Per il segretario nazionale di Federfarma le farmacie sono state anche ladimostrazione che “l’informatizzazione si può realizzare e che proprio lafarmacia può essere il punto di partenza di tali cambiamenti”. Tra le priorità,“necessario e urgente" è, per Tobia, “l’attivazione del Fascicolo sanitarioelettronico (FSE) in tutte le regioni. Oggi la sanità italiana - ha detto ilsegretario nazionale di Federfarma - viaggia 20 velocità. Serve omogeneità, ilFSE e la farmacia possono aiutare a realizzarla”.Altra priorità delle farmacie, ha spiegato il segretario nazionale diFederfarma, è “l’aderenza terapeutica. Su questo possiamo davvero fare ladifferenza, così come per la telemedicina, che diventa fondamentale soprattuttonelle aree rurali del paese”. Federfarma punta poi al “trasferimento verso lafarmacia territoriale di molti farmaci finora erogati con la distribuzionediretta. Perché è immorale costringere un malato, o i caregiver, a compieredecine di km per raggiungere l’ospedale in un preciso giorno e a una precisaora. Le farmacie territoriali sono capillari e sono sempre aperte. Oggi più chemai c’è bisogno della distribuzione per conto, che può garantire risparmi alsistema e benefici sociali al cittadino”.La parola è quindi passata ai rappresentanti dei pazienti: Antonella Celano,presidente Apmarr; e Ivan Gardini, presidente Epac Onlus, che hanno condivisogran parte delle osservazioni precedentemente fatte.“Non si
torni indietro, ma si guardi al futuro, a riorganizzare esburocratizzare il sistema. Perché sappiano - ha detto Celano - che il nostroSsn è tra i migliori al mondo, ma spesso la percezione del cittadino non èpositiva in quanto si scontra con la burocrazia e le file lunghissime aglisportelli per ogni cosa”.Evidenziando come la sospensione della maggior parte delle attività sanitariedurante l’emergenza covid avranno ripercussioni negative sulla salute deicittadini e dei malati, nel prossimo futuro, (“mancati screening, mancatevisite, mancata presa in carico e follow up…”), la presidente di Apmarr hasollecitato una riflessione a 360 gradi di tutti i protagonisti del sistemasalute. “Ben venga l’implementazione delle nuove tecnologiche, la presa incarico globale, anche a domicilio, e la collaborazione tra vari specialisti. Manon dimentichiamo che molti strumenti ci sono già, solo che sono rimasti sullacarta: piano cronicità e patto per la salute, per citarne due. Poil’umanizzazione delle cure, di cui si parla da anni”. E “basta davvero conspecialisti, medici e operatori sanitari che lavorano singolarmente. Bisognafare rete. Tutto deve essere messo a sistema, riorganizzato e coordinato, concompiti precisi per ogni singolo soggetto”. In questo contesto, per Celano, “ilpaziente non deve essere un soggetto passivo, fermo al centro, bensì unsoggetto attivo per la propria salute”.Evidenziato, anche dalla presidente Apmarr, il ruolo delle farmacie,“importante già in tempi pre covid ed oggi più che mai. Perché le farmacie - hadetto Celano - sono state in prima linea h24 e hanno dimostrato cosa sono ingrado di fare. Che sia farmacia rurale, di comunità o dei servizi, sono ungrande punto di riferimento per i cittadini, che trovano competenza efamiliarità. Siamo contenti che ruolo farmacie sia stato rivalutatopositivamente”.Il presidente dell’Epac, Ivan Gardini, ha quindi voluto evidenziare come tuttiquesti progetti, pur comportando dei costi per la realizzazione, potrebbero inrealtà rivelarsi fonti di risparmio, rappresentando un investimento sullasalute dei pazienti. Il tutto con grandi benefici anche in termini di qualitàdella vita: “E’ assurdo chiedere a un paziente cronico di affrontare una lungaburocrazia per avere dei farmaci che potrebbero essere distribuiti attraversole farmacie territoriali. Anche quando si parla di farmaci costosi, bisognaeliminare restrizioni e tabù. E se si temono abusi, allora si intensifichino icontrolli, ma non si ostacolino i pazienti”.Quanto all’informatizzazione, per Gardini potrebbe essere utile anche percomprendere i livelli di compliance terapeutica, che “potrebbe essere valutatasulla base delle prescrizioni richiesta e in che tempi”.Poi un appello per il rinnovo dei piani terapeutici: “A meno che non ci sianovariazioni richieste dallo specialista, dovrebbero essere rinnovatiautomaticamente. Sono cose fattibili e creerebbero grandi vantaggi per icittadino”. Per il presidente Epac il primo passo per creare una sanità che sia davvero diprossimità, è però l’ascolto dei pazienti. “Nessuno ci invita mai ad essereparte delle decisioni che contano. Io credo che i pazienti dovrebbero avererappresentanza fissa in Aifa e nella conferenza delle Regioni, oltre che alministero salute”.Insomma, le opportunità ci sono e l’emergenza ha fatto compiere il primo passonella direzione giusta. Il timore di Gardini è, però, che la corsa si fermi:“Quel che ci vorrebbero ore è un grande, grandissimo lavoro. E che possa essererealizzato velocemente mi sembra difficile. A meno che non arrivi una secondaondata di covid, che però di certo non ci auguriamo”. Lucia Conti 19 giugno 2020