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Dir. Resp.
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Edizione del 21/06/2020
Estratto da pag. 1
La sveglia di Bonaccini: "Serve un Pd più robusto" - la Repubblica
L''ipotesi di una investitura a segretario del governatore dell’Emilia- Romagna: "Puntiamo sui territori, darò il mio contributo".
MISANO ADRIATICO - Nel giorno in cui il suo nome finisce sui giornali come possibile futuro segretario del Pd, Stefano Bonaccini è a Misano. In spiaggia incontra bagnini e turisti, gli viene richiesto di scattare qualche selfie, poi partecipa in pineta alla cerimonia per l’ultimo giorno di scuola dei bimbi delle elementari. I genitori lo chiamano anche per la foto di classe: "Venga, pres". Gioca in casa il governatore che sale nei sondaggi e che nell’ultima rilevazione di Demos & Pi per l’atlante politico di Ilvo Diamanti supera in gradimento persino il segretario Nicola Zingaretti. E proprio a Zingaretti, Bonaccini manda un messaggio. "Serve che si irrobustisca il gruppo dirigente — dice dopo essersi sottratto al 'toto incarichi' sul suo futuro — serve un Pd con un gruppo dirigente attorno a Nicola Zingaretti più robusto, fatto di una più forte rappresentanza dei territori. È necessario irrobustire il gruppo dirigente vista la fase che attraversiamo e che attraverseremo, quello che è accaduto è straordinario e non era certo prevedibile. Ci sarà bisogno di dare una mano al governo, certamente, garantendo un Pd protagonista".

Il "pressing" di Bonaccini è improntato alle cose da fare, alle decisioni da prendere, nella funzione che si è ritagliato di governatore che sollecita e sprona l’esecutivo su alcune partite determinanti. Adesso è la volta della scuola. "Si è parlato del 14 settembre, mi auguro che ci sia una data uguale per tutti e non si vada oltre perché vorrebbe dire perdere altre settimane. Stiamo lavorando col ministro perché le prossime settimane devono essere quelle in cui si producono le linee guida". I presidenti di Regione che hanno fronteggiato il Covid stanno vivendo un momento di grande popolarità e una delle chiavi è la vicinanza ai cittadini, con decisioni e ordinanze che negli ultimi mesi hanno dettato le regole della nostra convivenza. Bonaccini è lo stesso che ha istituito la zona rossa a Medicina e che adesso preme perché "la scuola riparta a settembre in presenza per tutti". Anche per questo ha gioco facile a schermirsi di frotne alla domanda diretta sul suo possibile futuro da segretario: "Sono impegnato in maniera incredibile a fare il presidente della Regione e il presidente della conferenza delle regioni — risponde — credo che abbiamo avuto un ruolo non banale e significativo, utile in questi mesi di govenro. Senza le Regioni si sarebbe fatto fatica a fare quello che si è fatto e riaprire quello che si è riaperto. Penso anche di aver già dato al Pd un bel contributo, perché dopo due anni qui c’è stato il primo caso in cui si è riusciti a battere Salvini. Se il Pd vorrà darò il mio contributo, ma ripeto che io faccio il presidente di Regione".

 

Uno scenario che vede Bonaccini assumere un ruolo di sempre maggiore rilevanza nazionale come quello di segretario non può lasciare indifferente nessuno. La vice ministra Anna Ascani, ieri a Bologna, gli manda un invito a lavorare per unire. "Per il momento il congresso non è previsto e Bonaccini dà una mano a tenere unito il Pd — dice — quando ci sarà il congresso se ne discuterà". Mentre il modenese Stefano Vaccari, ex parlamentare responsabile dell’organizzazione della segreteria di Zingaretti, boccia senza appello la discussione per "disarcionare" il segretario. "Ma davvero ora che gli italiani hanno bisogno di risposte su lavoro, impresa e futuro, anziché provare a costruirle dialogando con loro — è la domanda retorica del politico — il Pd dovrebbe mettere in discussione Zingaretti? Ma davvero vogliamo apparire fuori dalla storia dando il peggio di noi?". Di certo, Bonaccini non è uomo di divisioni interne, ma che ha sempre lavorato per tenere unito il Pd attorno a sé in Emilia anche durante i momenti più turbolenti della storia del partito.