open.online
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 95
Edizione del 21/06/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus in Italia: ultime notizie (21 giugno)
In Italia sono 21.212 le persone ancora positive al Covid-19 mentre i pazienti in isolamento domiciliare sono 18.586. Nel Lazio l’indice Rt è passato a 1,12, più alto di quello lombardo. Lopalco: «Il virus non è cambiato». L’Iss chiede cautela: «Circolazione virus rilevante». In Lombardia viene abolito l’obbligo di usare i guanti sui mezzi pubblici. Oggi l’ultimo giorno degli Stati Generali

Sul Mes come risposta alla crisi causata dal Coronavirus c’è «già stata una svolta importante del Movimento sulle posizioni europee dopo la nascita della Commissione Von der Leyen». A dirlo è il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, uno dei protagonisti della gestione dell’emergenza Coronavirus per il suo ruolo di ponte con le regioni. Quando il pacchetto «sarà chiuso si farà una discussione complessiva sui singoli strumenti».

Con la fase 3 «stiamo convivendo con il Covid, ma il Covid non è scomparso». Ecco perché, ricorda, «gli assembramenti annientano tutto». Come quelli dei festeggiamenti  a Napoli per la vittoria della Coppa Italia, per il ministro «un grave errore». Nessun allarme invece per il Lazio, assicura Boccia, dove i dati dell’indice Rt sopra l’1 «dipendono anche da un cluster, ma non sono preoccupanti: gli altri indicatori sono ottimi». Sulla questione della mancata zona rossa di Nembro e Alzano, le Regioni, dice il ministro, «avevano l’autonomia di istituire le zone rosse e così ed è avvenuto ovunque». Con Attilio Fontana, governatore lombardo, «c’è stata collaborazione massima». Boccia dà anche un aggiornamento anche sui famosi assistenti civici: la pratica «è sul tavolo del ministro Catalfo: il bando partirà».

Ultima giornata degli Stati Generali dell’economia voluti a villa Pamphili a Roma dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte: prima un incontro con importanti aziende italiane. Poi sarà la volta di quelle che Conte ha definito le singole menti brillanti del paese.

Sono iniziati quindi i lavori dell’ultima giornata di incontri di “Progettiamo il rilancio”: al tavolo i vertici di grandi aziende, archistar e rappresentanti del mondo culturale. Infine la consulta delle professioni sanitarie e, alle 18, la conferenza stampa conclusiva del premier. Al tavolo in mattinata siedono: Catia Bastioli, ad Novamont; Lavinia Biagiotti Cigna, presidente e ceo di Biagiotti group; Fabrizio Di Amato, presidente Maire Tecnimont spa; Daniele Ferrero, presidente e ad Venchi; Betta Maggio, ad U- earth biotechnologies; Vito Pertosa, fondatore del Gruppo industriale Angel; Andrea Pontremoli, ad Dallara automobili; Giordano Riello, di Riello international group; Renzo Rosso, presidente Otb; Alberto Vacchi, presidente di Ima spa; Chiara Burberi, presidente e ceo Redooc; Vincenzo Balzani, professore all’Università di Bologna.

L’appuntamento è per il 2 luglio. È il momento in cui dopo il lockdown, dopo la serrata, dopo le restrizioni, una pellicola italiana tornerà finalmente in sala. Si tratta di “Ammen” ed è l’ultima fatica di Ciro Villano. Il film è prodotto dalla “Green Film” e uscirà nei cinema di tutta Italia appunto il 2 luglio.

Le scene del fim sono state fìgirate principalmente a Montecalvo, in provincia di Avellino, e poi anche a Napoli. Protagonisti sono due napoletani “cialtroni” che fuggono dal capoluogo campano per cercare rifugio nel paesino. Ma è qui che cominciano i guai. 

Sì, lo ammette: ha fatto degli errori Ma il calo dei consensi viene da qualcosa di più collegato al destino. Ovvero dalla quarantena causata dal lockdown. Parola di Matteo Salvini, leader della Lega. Di errori, «certo, ne faccio anche dieci al giorno, ne commetto come tutti quelli che compiono delle scelte. Ma resto alla guida del partito che secondo l’ultimo sondaggio Swg ha 8 punti di vantaggio sul Pd», spiega il leader del Carroccio in un’intervista a La Repubblica.

Dai tempi del Papeete all’epoca Covid il calo di consensi del leader ricostruito in un grafico va dal 54% del luglio 2019 al 39% di oggi. La sua ricetta economica per la crisi di oggi? No al Mes e
sì all’emissione di buoni del Tesoro. 

Chiuso nell’unità di crisi da 120 giorni per combattere l’epidemia: così si descrive Luca Zaia, governatore della Regione Veneto, in un intervista oggi a La Stampa. Contro il Coronavirus, «nemico terribile», la lezione da imparare è che «ci vuole umiltà». Il Veneto è «fuori dall’emergenza» fino a che non ci rientra: «non bisogna avanzare la guardia», dice Zaia. La Sanità deve seguire l’innovazione, dice ancora.

Ma i soldi? Mes e Recovery Fund? Se ne parla da mesi, è il ragionamento di Zaia. «Però ancora non sono stati adottati. Conte dice che passerà per la via parlamentare. Benissimo, ma così viene da pensare che le condizioni non siano così chiare né così vantaggiose come si dice. Io, in ogni caso, non le ho ancora capite». Nessuna comparazione tra la gestione dell’emergenza tra Lombardia e Veneto: «I modelli sanitari e territoriali sono diversi e l’epicentro dell’epidemia è toccato alla Lombardia». In più «di questo virus sappiamo ancora poco». 

Il gradimento di cui gode? «Stento a credergli, perché ha dei sondaggi buoni anche Conte e proprio non capisco come sia possibile». Infine assicura: non vuole, dice, «dare la scalata» né alla Lega «né a palazzo Chigi». 

I dati snocciolati dalla Guardia di Finanza sulle operazioni riguardanti l’emergenza Coronavirus sono impressionanti: sono 26,3 i milioni di mascherine e di dispositivi di protezione individuale (Dpi) sequestrati dalla Gdf dall’inizio dell’emergenza. Tra questi, un milione sono stati sequestrati a causa di «manovre speculative sui prezzi»: erano stati infatti venduti con ricarichi da capogiro rispetto al prezzo di acquisto, fino al 6.000%.

Sono 195 le persone che sono state denunciate, altre 655 soggetti hanno ricevuto una denuncia per frode in commercio, vendita di prodotti contraffatti, truffa, falso e ricettazione. Secondo il comando generale della Guardia di Finanza, «nei primi cinque mesi dell’anno i finanzieri hanno anche sequestrato 724mila confezioni e 85mila litri di igienizzanti che venivano venduti come disinfettanti.

Altre 607mila mascherine e 15mila flaconi di prodotti per l’igiene sono invece stati requisiti dal Commissario per l’emergenza per essere distribuiti alla protezione civile, agli ospedali e agli enti pubblici». Un milione di controlli sono stati effettuati per il rispetto delle misure di contenimento del virus.

Stefano Rea ha 38 anni e nella vita fa il chitarrista. È lui che ha incontrato, nel corso di questi Stati Generali in corso a Roma e oggi alla sua giornata di chiusura, il premier Giuseppe Conte. Sul tavolo, lo stato dell’arte del mondo della musica e degli spettacoli dal vivo, con molti lavoratori coinvolti, in grande crisi a causa dello stop provocato dalla pandemia, dal lungo lockdown alla necessità di distanziamento fisico che impone la convivenza con il virus.

«Non sono andato a battere cassa, non gli ho chiesto nulla magli ho proposto di aiutare la musica e l’arte in questo momento difficile«», dice Rea. Aveva scritto una mail, è stato richiamato dallo staff di Conte e convocato a villa Pamphili con suo grande stupore. «Suggerisce di puntare per esempio sui piccoli eventi nei club o i concerti per strada». 

Non già quindi «sui grandi eventi musicali e sugli spettacoli che hanno un indotto enorme»: al primo ministro il chitarrista – che lo ha incontrato insieme a rappresentanti di altre categorie come quella del turismo – consiglia «di considerare le piccole realtà. Per esempio i jazz club e tutti quei musicisti che ora non sanno più dove suonare». E lui? «Ci ha detto che sta scoprendo realtà diverse, che non conosceva e con possibilità su cui si può lavorare».

Il Coronavirus, si sa, non ha barriere e sonno gli invisibili i primi da tutelare. Anche a Roma il circuito comunale ha provato a dare una risposta ai senza fissa dimora attivando, nel corso della lunga serrata causata dalla pandemia, 500 nuovi posti aperti 24 ore su 24. Qui persone senza dimora sono state regolarmente inserite: sottoposte
prima di accedere a screening sanitario, «effettuato anche in collaborazione con Intersos», spiega una nota di Roma Capitale. Sono stati creati anche aree per la quarantena, mentre è andato avanti il lavoro della Sala Operativa Sociale.

Non è vero che il virus si è modificato, diventando meno contagioso. A dirlo è Pierluigi Lopalco il capo della task force pugliese per l’emergenza Coronavirus. Intervistato da RadioNorba lo scienzato ha dichiarato che «il virus è lo stesso», con l’unica differenza che la sua circolazione adesso coinvolge «soggetti più giovani e asintomatici».

Da qui la sua contagiosità più bassa. Poi l’invito alla prudenza durante la stagione estiva. «L’estate – prosegue Lopalco – dobbiamo passarla con serenità, il virus circola molto meno. In Puglia i casi rilevati in questi giorni sono tutti casi importati, persone che rientrano in Puglia. Evitiamo, però, di andare tutti nello stesso posto, non affolliamo i luoghi».

Da quando è cominciato il monitoraggio della pandemia di Coronavirus in italia sono stati registrati in Lombardia, la regione più colpita, 14.378 tamponi con esito debolmente positivo. Lo scrive il Corriere della Sera. L’evoluzione della curva, si legge, sta cominciando a muovere un po’ di ottimismo scientifico: a febbraio il numero dei test debolmente positivi è praticamente pari a 0.

Nelle ultime settimane invece i numeri di casi che possono definirsi così supera il 50%. Conteggiati quindi oggi come contagi, si legge ancora, hanno una piccola virale minima, che potrebbe – questa l’ipotesi – non essere più contagiosa.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio torna sul vertice europeo di ieri e il capitolo risorse per la risposta all’emergenza sociale e alla crisi provocate dall’epidemia. «L’Europa si gioca tanto», dice Di Maio in un post su Facebook. «Ma se non prevale totalmente il vero spirito europeo, di solidarietà tra Paesi, si rischia di fare passi indietro e indebolire l’Europa stessa».

L’Italia, assicura, è “determinata”, «anche perché davanti a questa crisi e alle difficoltà dei nostri cittadini non possiamo pensare di temporeggiare o trovare strade alternative. La strada è una, ed è quella del Recovery fund, con le risorse già discusse da ottenere con tempi certi e celeri. Dobbiamo ricostruire un Paese colpito da un maledetto virus che ci ha fatto soffrire per mesi. E bisogna essere concreti».

Dal consiglio europeo di ieri, prosegue Di Maio, «è emerso che sono davvero tanti gli Stati che la pensano come l’Italia e le prossime settimane serviranno a far capire anche a chi sembra voler mettere da parte i principi dell’Ue che se cade uno, allora cadono tutti. E sicuramente non possiamo permettercelo».

Storie di una generazione che sogna ma non dorme.

Iscriviti alla newsletter di Open per ricevere una selezione settimanale delle nostre storie. Ogni sabato mattina.

G.O.L. Impresa Sociale S.r.l.

Fondato da Enrico Mentana