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Edizione del 07/01/2020
Estratto da pag. 1
Emiliano: «Sarò candidato e per questo evito di aprire inutili fratture»
«Chi boicotta le primarie forse pensa di allearsi con la destra»
L’INTERVISTA

Mezzogiorno, 7 gennaio 2020 - 10:38

Emiliano: «Sarò candidatoe per questo evitodi aprire inutili fratture»

«Chi boicotta le primarie forse pensa di allearsi con la destra»

di Francesco Strippoli

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BARIPresidente Michele Emiliano, Foggia è sotto attacco. Concorda che la questione criminale in quella città deve diventare un caso nazionale?«A Foggia vi è un problema di ricostruzione della società civile e di allestimento di una forma di resistenza. Che deve essere sollecitata non solo dalle forze dell’ordine e dalla magistratura: la questione di Foggia non è soltanto investigativa».Cos’altro è?«Un fatto più ampio. A Foggia non si è mai avviata una revisione critica di un certo modello di relazione con il crimine, che altrove si è verificata. Per dire: Foggia è l’ultima città in Puglia dove si sia costituita un’associazione antiracket. Per questo il 10 sarò lì, con tutti i sindaci, per manifestare con don Ciotti. Il soggetto che ha subito l’ultimo attentato è un testimone di giustizia, che ha denunciato un’estorsione. Accanto a lui deve insorgere la città e tutta la Puglia. Saremo al suo fianco, come fosse nostro figlio». Parliamo di primarie. C’è scarsa mobilitazione. Averle invocate troppo presto, come ha fatto lei, ha nuociuto? «Le avevo chieste prima perché sapevo che i miei avversari avrebbero volute farle d’inverno, con il freddo. Sapendo di non essere competitivi sul piano elettorale, volevano attutirne l’impatto, facendole celebrare nei giorni della Befana come poi è stato deciso». Veniamo all’oggi.«La cosa che mi fa orrore è che sia il gruppo facente capo al senatore Stefàno, sia il gruppo dell’avvocato Laforgia, prima hanno chiesto i gazebo a gennaio; poi, convocati a gennaio, ora chiedono che non si vada a votare. Io ho ceduto sulla data per tenere unita la coalizione e invece lo scopo era altro. Infine si è aggiunto, come prova del nove, l’atteggiamento di Renzi».Renzi che c’entra?«Egli dice: non posso sostenere Emiliano e quindi non solo non partecipo alle primarie ma invito a non andare a votare. Due più due fa quattro. Renzi sta tentando di farci perdere le elezioni, per vendetta. Un atteggiamento che incarna la sua storia: quando prova disappunto verso qualcuno, organizza la vendetta. Mi auguro che i pugliesi non abbocchino».Lei prevede un candidato renziano alle elezioni?«Mi è capitato di dire che chi non partecipa alle primarie non ha diritto di parola. Per me significa che io non darò più retta a queste persone. Chi non partecipa in modo dichiarato alle primarie, parlerà con noi solo dopo le elezioni: quindi andrà da solo o si alleerà con Fitto e Salvini. Non sarò mai in coalizione – che io vinca o perda il confronto del 12 gennaio – con chi non ha partecipato alle primarie». Insisto: teme un altro candidato di quell’area?«Secondo me è difficile che lo facciano. Dovrebbero allearsi con la destra per superare lo sbarramento.Però, a pensarci, potrebbe essere la linea nazionale dei renziani quella di allearsi con Salvini, per compensare il loro declino nel centrosinistra. Potrebbero sperimentare l’iniziativa in Puglia. Poi, per altri versi, noto un atteggiamento da parte di molti che suona di attesa: come se qualcuno si aspettasse una disgrazia su di me, di natura fisica o giudiziaria, che mi escluda dal gioco. Mi auguro che nessuno si stia organizzando per farmi del male, fisicamente o sul piano giudiziario».Vendola dice che le primarie sono una fiction.«Quello era un titolo. Vendola, nell’intervista alla “Gazzetta”, dice tutt’altro. Dice che la destra del conflitto e dell’odio, assomiglia a Dracula. E che sarebbe un incubo per la Puglia. Poi spiega che non riuscirà a votare, ma non invita a disertare i gazebo». Perché lei ha taciuto dopo le denunce sull’Agricoltura dell’ex assessore di Gioia? «A di Gioia ha risposto una sentenza del Tar che ha dichiarato valido il provvedimento emanato dal dirigente regionale, dottor Limongelli, che era responsabile dell’autorità di ge
stione sui fondi Ue (quelli del Piano rurale, ndr). Non è questione politica ma amministrativa. Ciò detto, non ho ritenuto di intervenire perché non mi andava di dire parole sbagliate su di Gioia, il quale è intervenuto nel momento più difficile della sua vita politica. Non mi è parso opportuno intervenire sulle sue scelte (ha lasciato il centrosinistra, ndr): decisioni che mi hanno umanamente amareggiato».È parso, nel confronto in tv con i suoi concorrenti, che badaste a non urtarvi tra voi. La paura delle urne vere vi rende cauti?«Ho la sensazione di poter essere io il candidato. Non ho interesse a litigare, ho interesse a farmi sostenere da tutti. Non voglio aprire ferite che siano impossibili da rimarginare. Quindi sono rispettoso e attento a non provocare inutili fratture. Detto questo: che le elezioni del 2020 siano per noi diverse rispetto a quelle del 2015, è evidente». Cosa vuol dire?«Non siamo sicuri di vincere in Emilia, quindi anche in Puglia non abbiamo la sicurezza di vincere. Sappiamo di dover essere uniti e compatti. Chiunque vinca le primarie, sappiamo di dover fare la campagna elettorale assieme. Io, Amati, Gentile, Palmisano. La Puglia è diventata in questi ultimi 15 anni una delle Regioni più interessanti d’Italia: spendiamo bene i fondi Ue, diamo fondi alle imprese, tutte le società regionali sono in attivo. Certo, dobbiamo fare ancora tante cose, lo so. E io mi devo ricandidare per questo, per concludere il lavoro».

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7 gennaio 2020 | 10:38

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