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Edizione del 18/06/2020
Estratto da pag. 1
Scuola, Certan risponde al Comune di Aosta: "Non abbiamo pensato a nessun nuovo edificio"
Aosta - L'Assessora all'Istruzione replica all'odg votato ieri in Consigliocomunale che chiedeva risposte, prima dell'eventuale costruzione di un nuovoplesso, sull'ex "Scuola polmone" di Tsambarlet: "Anche fossimo nelle condizionidi decidere non potremmo avere la struttura pronta per settembre".Chantal CertanChantal CertanIl Comune di Aosta “batte il colpo”, e l’Assessore regionale all’IstruzioneChantal Certan risponde.Dopo le polemiche di ieri, con il Consiglio comunale unito nel chiedere allaRegione di risolvere il nodo dell’ex Scuola polmone – poi trasformatasi inNuovo Polo scolastico fino al “congelamento” del progetto, nel 2018 – prima dipensare a nuovi edifici scolastici nel Capoluogo, Certan, “tirata per lagiacchetta” reagisce.Anzitutto con un punto fermo: “Non abbiamo pensato a nessun nuovo edificio –spiega l’Assessora –, ma solamente all’emergenza Covid e agli indirizzi chevengono dati per risolvere i problemi di assembramenti e di promiscuità bellescuole. Non stiamo creando proprio nessun nuovo plesso scolastico, ma cerchiamodi dare una soluzione all’emergenza e per riprendere la didattica in presenzaper settembre”.Ma non solo: “Anche fossimo nelle condizioni di decidere per un plesso aTsambarlet da oggi a 1° di settembre o di ottobre – prosegue Certan –, nonpotremmo avere la struttura pronta, ed il Sindaco lo sa perché ha partecipato atutte le riunioni sull’edilizia scolastica”.Lì, ed è il problema sollevato da Fulvio Centoz, c’è il maneggio di Aosta,chiuso in virtù dell’accordo di programma sul Nuovo Polo scolastico, destinatoa spostarsi in zona VdA Structure e attualmente chiuso in attesa di scoprire ilsuo destino.Certan spiega: “Capisco bene che il Sindaco abbia a cuore il maneggio, che èimportantissimo e che sia uno degli aspetti che lui prenda in considerazione.Però dico anche, ordinando le priorità, che dobbiamo capire che la scuola diTsambarlet non sarebbe finita comunque per settembre 2020 e che dobbiamo daredelle risposte alle scuole che devono rispettare le misure contro il virus”.Non un nuovo plesso, e non nell’area ex Testa FochiL’ordine del giorno votato in Consiglio comunale ricordava che, “nell’ambitodella Commissione di Valutazione” cui aveva preso parte anche il Comune, unadelle aree coerenti con “la destinazione d’uso urbanistica” era anche laproposta di una “scuola polmone” nell’area della ex Testa Fochi.Anche qui Certan sgombera il campo: “Si continua ad insistere su quell’area, mal’Amministratore unico della Società Siv ha spiegato che la consegna dei lavoridella Nuova Università è prevista per settembre 2021, e che quindi il cantierenon è finito e che oltretutto deve esserci il passaggio di proprietà dalDemanio alla Regione, non ancora avvenuto. Le aree indicate non sono diproprietà e a disposizione della Regione. Abbiamo cercato di accelerare,abbiamo fatto un collaudo che però non è ancora perfezionato da quello tecnico.Poi ci vorrebbero 90 giorni dal collaudo, tre mesi, quindi anche se finissimo abreve i tempi non ci sono. Le decisioni vanno prese adesso, per quello hochiesto ai sindaci di fare una ricognizione con i dirigenti scolastici”.E una scuola prefabbricata?Anche qui Certan spiega, calcando sul fatto che nessuna nuova scuola – neancheprefabbricata – al momento è da dare per certa: “Abbiamo svolto delle indaginirispetto i siti per i prefabbricati, luoghi sui quali non vi è ancora nessunadecisione, ma abbiamo chiesto proposte tecniche fattibili ancora daverificare”.L’ex Maria AdelaideAltro punto che sta a cuore al Consiglio del Capoluogo – dibattuto spesse voltein aula – è il destino dell’edificio in via Torino, che ospitava le furono “Magistrali”.Riaprire l’ex sede dell’Istituzione Regina Maria Adelaide è una delle ipotesisul tavolo, visto che il disegno di legge della Giunta – il “Terzo pacchetto dimisure anticrisi” attualmente all’esame delle Commissioni – prevede ilfinanziamento di un progetto di fattibilità tecnica ed economica per valutaregli interventi necessari alla sua destinazione a sede scolastica provvisoria odefinitiva.Certan aggiunge: “Gli Uffici hanno pensat
o ad una ricognizione con anche unostudio di fattibilità per capire se vi è una possibilità per l’edificio o sesia da escludere. Serve una verifica, dopo 3 anni di chiusura, per capire anchela possibilità di usarlo in emergenza, e per dirci se sia in condizioni tali daessere ristrutturato o buttato giù. Su questo, però, non entro nel meritoperché sarà la prossima Giunta regionale ad occuparsene”.Il “nodo” politico e le proposteAnche quando il gioco si sposta in politica c’è di che dibattere. E infatti, adalcune considerazioni emerse ieri in Consiglio comunale l’Assessora risponde:“Se i rappresentanti di Rete civica, che hanno votato nel Consiglio di Aostal’ordine del giorno su Tsambarlet, ed i rappresentati di Centoz in Consiglioregionale presenteranno un emendamento che permetta all’assemblea e alla Giuntaregionale, che è in ordinaria amministrazione, di prendere una decisioneproprio su Tsambarlet, avranno il mio voto favorevole. Non è sufficientescrivere o dire cose per cercare di rilanciare la pallina o la decisione nelcampo degli altri per levarsi le responsabilità e non dare risposte aicittadini”.A scuola con la mascherina?A margine, Certan tocca un argomento assai dibattuto in questi – everosimilmente nei prossimi – giorni: l’utilizzo dei dpi, e in particolaredelle mascherine, alla riapertura dell’anno scolastico.La questione è in itinere, e l’Assessora spiega: “Abbiamo presentato le nostreproposte alla Conferenza delle Regioni e delle Provincie, poi sottoposte alMinistro, come linee guida per la riapertura. Abbiamo inviato la secondaversione del nostro protocollo, proposte che la delegazione degli Assessoriall’Istruzione ha ritenuto interessanti. Fra queste c’è l’uso delle mascherine:con l’obbligo di indossarle per tutti gli allievi dai 6 a 19 anni fino araggiungimento del proprio banco, e non quando sono seduti. Quindi solamenteper gli spostamenti”.Sulle aule, invece, Certan commenta: “L’obiettivo delle regioni è quello dieliminare la Didattica a distanza per le scuole primarie e le secondarie di 1°e 2° grado, con il rientro a settembre. Con la distanza interpersonale di unmetro servono aggiustamenti per le aule un po’ strette e per quando il numerodi alunni è superiore a 20. Pensiamo però che la media di quasi tutte aule inValle è di 45 mq”.Qualcosa si muove anche sulla riapertura in sé, con il Consiglio scolastico cheha dato parere favorevole alla data del 14 settembre: “La prossima settimanavaluteremo”, dice l’Assessora.