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Edizione del 15/06/2020
Estratto da pag. 1
Matrimoni in fase 3: sì alla festa, ma solo in alcune regioni. Le regole
Le nozze, finalmente, s’hanno (di nuovo) da fare. Anche se deve essere chiaro che non saranno esattamente quelle a cui eravamo abituati
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A partire da oggi si può tornare a pronunciare il “fatidico sì” con tanto di festa, anche se al momento solo in alcune regioni. Dopo 3 mesi di stop a causa del coronavirus, periodo in cui sono saltate 60mila celebrazioni, ripartono anche i matrimoni.

Le nozze, finalmente, s’hanno (di nuovo) da fare. Anche se deve essere chiaro che non saranno come le ricordiamo. La fase 3 si sta completando e insieme a tutte le altre riaperture, dalle frontiere, ai voli, alle discoteche, terme e sagre, arriva anche il via libera anche ai “Sì, lo voglio” con un passo avanti che consente anche la ripresa dei banchetti, dunque dei festeggiamenti nuziali. 

I matrimoni, però, che siano rock, sulla spiaggia o sostenibili, dovranno seguire le “Linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative” approvato dalla Conferenza delle Regioni lo scorso 9 giugno.

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Non tutte le Regioni, però, hanno già dato il via libera. Chi ha dato il permesso sono: Campania, (l’unica ad aver ricominciato già l’8, con una specifica ad hoc sui matrimoni), Sicilia, Puglia, (che ha redatto un minuzioso documento proprio sui matrimoni), Lombardia, Piemonte, Toscana, (con un’ordinanza valida dall’11 giugno), Lazio, Emilia Romagna, (consente espressamente i balli, ma solo negli spazi esterni e con una distanza interpersonale di almeno 2 metri), Umbria, Liguria, Veneto, Calabria, Valle d’Aosta Firuli Venezia Giulia, Molise, Abruzzo.

Si è ancora in attesa, invece, delle ordinanze di Sardegna, Basilicata, Marche e Trentino Alto Adige. 

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Naturalmente, i banchetti per i festeggiamenti nuziali sono concessi solo a patto e condizione che vengano applicate e rispettate alcune regole  come, per esempio, l’obbligo di garantire almeno un metro di distanza tra gli ospiti seduti ad uno stesso tavolo, sì ai buffet, ma solo se a somministrare il cibo sarà il personale incaricato, dunque, niente self-service da parte degli invitati e l’obbligo della mascherina per gli operatori per tutto il banchetto, mentre per gli invitati, quando non sono seduti al tavolo. Via libera alle esibizioni musicali, anche se non in tutte le Regioni si potrà ballare.

È fondamentale garantire l’accesso all’evento in modo ordinato, evitando assembramenti e assicurando il mantenimento di almeno 1 metro di distanza tra gli ospiti. 

I tavoli, poi, devono essere disposti in modo da assicurare almeno 1 metro di distanza tra gli ospiti e se possibile, meglio privilegiare l’uso di spazi esterni come giardini e terrazze.

Gli ospiti dovranno indossare la mascherina negli ambienti interni quando non sono seduti al tavolo; e negli ambienti esterni qualora non sia possibile per loro rispettare la distanza di almeno 1 metro.

Il personale di servizio, invece, deve utilizzare la mascherina per tutto il banchetto. Non c’è obbligo di utilizzo di guanti, ma l’obbligo piuttosto di lavare spesso le mani con acqua e sapone, soluzione idro-alcolica o altri prodotti igienizzanti.

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L’idea del buffet non si deve scartare se piace. È possibile organizzarlo, ma solo se verrà servito dal personale. Il self service è permesso a patto di realizzare confezioni di cibo monodose. E comunque la rincorso al tavolo per paura di non trovare più niente, si deve dimenticare perché anche  in questo caso dovranno esserci precise misure per garantire il distanziamento di almeno un metro durante la fila per l’accesso al buffet.

Sì alla band e alla musica “live”per l’intrattenimento, ma i componenti del gruppo dovranno stare a un metro di distanza.

Sul fronte dei balli, invece, purtroppo, non sono espressamente consentiti da molte Regioni. Del resto non è un’attività che permetta agli invitati di stare distanti almeno 1 metro. Perciò niente disco, ma canti a squarciagola. 

Ricapitoliamo anche le norme da seguire durante la cerimonia religiosa vera e propria. Dallo scorso 18 maggio, infatti, è conse
ntito celebrare le nozze in chiesa alla presenza di amici e parenti. Ma, naturalmente, ci sono regole anche per questo.

I partecipanti, compreso il prete, devono obbligatoriamente indossare la mascherina e rispettare le distanze sanitarie di sicurezza.

Salta il segno della pace. In chiesa si potrà avere solo un organista e sicuramente non è consentita la presenza di un coro.

Rispetto al lancio del riso al termine della messa, nel protocollo non si fa alcun riferimento a questo momento assai tradizionale, ma alcune diocesi lo hanno vietato il lancio perché sarebbe causa di assembramento.

Ogni parroco dovrà individuare la capienza del proprio edificio sulla base di una distanza minima di sicurezza “pari ad almeno un metro laterale e frontale”. Il numero massimo di partecipanti consentiti deve essere affisso fuori dall’edificio, insieme alle altre indicazioni per la partecipazione alle liturgie.

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