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Dir. Resp.
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Edizione del 13/06/2020
Estratto da pag. 1
La scuola riapre il 14 settembre, il 23 o a ottobre?
Unica certezza è che l’anno scolastico 2020-21 partirà il primo settembre e che le aule apriranno per gli studenti che sono stati promossi con insufficienze. Per il recupero, insomma, che l’ex sottosegretario alla scuola Gabriele Toccafondi, di Italia Viva, propone di allungare, «perché la data del 20 per il voto è la migliore, ma ritardare per la scuola è un dramma»
La scuola potrebbe riaprire il 14 o il 23 settembre oppure direttamente a ottobre. L’election day potrebbe far slittare il rientro al 23. Il ministero tace Ma i governatori dicono: basta aspettare, ripartiamo tutti assieme. Dopo le indiscrezioni di ieri smentite dal ministero della pubblica istruzione,  per l’avvio delle lezioni è un vero e proprio guaio nel momento in cui il governo procede spedito verso l’election day il 20 e 21 settembre. E dunque le aule riaprirebbero non prima del 23. Spiega oggi Repubblica: Dunque la strada che si fa avanti è quella di aprire gli istituti per poi chiuderli dopo una settimana, con un doppio giro di sanificazione necessaria per le aule. «Avevamo chiesto di votare prima, il 6 o il 13. La scelta del 20 è infelice, ma a questo punto allora facciamo partire le lezioni prima del voto e poi le sospenderemo laddove ci sono i seggi. È il male minore». L’orientamento delle Regioni, a cui spetta fissare la data del primo giorno di scuola — solitamente tra il 7 al 18 settembre — non è che un compromesso. La proposta dovrà essere discussa con il ministero all’Istruzione che ieri ha precisato: nessuna decisione definitiva è stata presa. Servirà anche un passaggio alla conferenza Stato-Regioni. Il pressing è forte. Cristina Grieco è preside, dice: «Ho sofferto molto veder ripartire tutto il Paese tranne la scuola». La data di inizio non è l’unica cosa che manca all’appello. Sono attese le linee guida della ministra per la riapertura. Lucia Azzolina interverrà oggi agli Stati generali a Villa Pamphili dove porterà un pacchetto di proposte rispetto al futuro dell’istruzione, non per settembre. Intanto la Conferenza delle Regioni ha espresso i propri parametri: no a pannelli di plexiglas e all’obbligo delle mascherine durante le lezioni, ma solo quando gli studenti si spostano. E almeno due metri quadrati a disposizione di ogni studente. Unica certezza è che l’anno scolastico 2020-21 partirà il primo settembre e che le aule apriranno per gli studenti che sono stati promossi con insufficienze. Per il recupero, insomma, che l’ex sottosegretario alla scuola Gabriele Toccafondi, di Italia Viva, propone di allungare, «perché la data del 20 per il voto è la migliore, ma ritardare per la scuola è un dramma». I genitori sono furenti. Il comitato “Priorità alla scuola” chiede, in extremis, che si voti tra ottobre e novembre. E il 25 giugno annuncia una nuova mobilitazione nelle piazze: «Si apra la scuola a settembre in sicurezza e in presenza». Manca la data, però.

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