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Edizione del 09/06/2020
Estratto da pag. 1
Governo e Cdp in campo il polo delle fiere s’avvicina
Summit tra i presidenti degli expò regionali e il ministro Gualtieri
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L’ingresso della Fiera di Bologna (Nucci/Benvenuti)



La firma del Patto per l’Export regala una prima risposta al sistema fieristico italiano messo a dura prova dal lockdown e spiana la strada verso quel polo dell’Emilia-Romagna di cui si parla da anni. Dopo la firma del documento per il rilancio del Made in Italy promosso dal ministro degli Esteri Luigi di Maio sottoscritto ieri da tutti i ministri competenti, dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e dalle principali associazioni di categoria, Associazione esposizioni e fiere italiane compresa, si è svolto un summit in video conferenza fra il governatore Bonaccini, l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, i presidenti di BolognaFiere Gianpiero Calzolari, Ieg-Fiera di Rimini Lorenzo Cagnoni, Fiera di Parma Gian Domenico Auricchio, il presidente di Cassa Depositi e Prestiti Giovanni Gorno Tempini e l’amministratore delegato Fabrizio Palermo.

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Il percorso inedito«Si è appena aperto è un percorso inedito — sottolinea Colla —. Come sistema Emilia-Romagna abbiamo incassato la disponibilità della Cassa Depositi e prestiti a sostenere la progettazione comune dei nostri enti fieristici». «Al ministro Gualtieri — aggiunge — abbiamo ricordato l’importanza del sistema e, dopo un anno orribile in cui il fermo delle attività ha provocato un calo del 70% sui bilanci delle singole società, ribadito il ruolo delle manifestazioni come moltiplicatori degli investimenti delle imprese». Un crollo del fatturato del 70% che va calcolato sugli ultimi bilanci: nel 2018 BolognaFiere ha chiuso con 170 milioni di utile, Rimini con 160 e Parma 41,50. Se si considera che con la firma di del Patto per l’Export tutto il Made in Italy potrà contare su un sostegno finanziario fino a 200 miliardi di euro di garanzie e che i tre presidenti di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, le regioni che da sole ospitano l’80% delle manifestazioni italiane, hanno chiesto un fondo straordinario di 600 milioni per rilanciare le fiere, ora è possibile fare un salto.

Le prioritàTre le priorità. «Prima: serve la spinta internazionale delle filiere e la prima proposta è un ristoro sui bilanci — rileva Colla — è prioritario ripianare le perdite. Secondo, va fatta una ricapitalizzazione delle nostre fiere che devono riacquisire una economia di scala per competere nel mondo». E qui si inserisce Cassa Depositi e Prestiti, che «si è resa disponibile a fare operazioni di investimento in innovazione e di equity». «Faremo — annuncia Colla — una proposta di sistema delle fiere, anche di unificazione, che consegneremo all’ente del dicastero dell’economia». Si avvicina, dunque, la realtà del polo regionale a cui viale Aldo Moro guarda da tempo: «La Regione non ha mai perso di vista quella frontiera, ma bisogna coinvolgere tutti i soci. Certo, il parere favorevole dei due sindaci di Bologna e Rimini Virginio Merola e Andrea Gnassi è importante». Terza priorità: «Le fiere chiedono una data di riapertura — chiude Colla — e Gualtieri ha assicurato che a scadenza del Dpcm ci darà il via, quindi presumibilmente entro l’estate, con tutti i protocolli di sicurezza che qui son già pronti». Anche per questo Bonaccini lo ha invitato al Cersaie, che inaugurerà a novembre, insieme ai presidenti di Lombardia e Veneto Attilio Fontana e Luca Zaia che imboccheranno con la Cassa Depositi e Prestiti la stessa strada.