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Edizione del 05/06/2020
Estratto da pag. 1
Mes, Zingaretti riapre il dibattito nella maggioranza: "Tassi molto vantaggiosi, abbiamo bisogno di investire nella Sanità"
Nicola Zingaretti prende posizione sul Mes e invita il premier Conte ad ad attivarlo â??senza sé e senza maâ?. Quei soldi, quei 36-37 miliardi che lâ??Europa potrebbe prestare allâ??Italia a condizioni vantaggiose vanno presi subito. â??Serve un cambio di rotta, il servizio sanitario va letto come grande driver di sviluppo e di benessere. La più grande infrastruttura pubblica di questo Paese che ne contribuisce alla ricchezza complessivaâ?, scrive il segretario del Pd e governatore del Lazio in un intervento a propria firma sul Sole 24 Ore.

â??La spesa sanitaria, oltre che a tutela della vita, è un investimento produttivo importante – scrive il segretario dem – e la logica dei tagli alla spesa sanitaria, sotto la pressione del risanamento finanziario, è stata una strategia sbagliataâ?, perciò â??ora dobbiamo aprire una nuova fase per costruire un nuovo modello basato sulla rivoluzione digitale e il rafforzamento della rete territoriale di sanità pubblica. Per farlo abbiamo bisogno di grandi investimenti e per questo il Mes è fondamentale. Fino a 36 miliardi di euro senza condizioni a tassi bassissimi che ci permetterebbero di fare un grande salto nella qualità della sanità pubblica”, sostiene Zingaretti proponendo di “chiamare le Regioni, la scienza medica, gli operatori per lavorare insieme a un piano nazionale di ricostruzione che punti su ospedali, territorio, tecnologie, personale sanitario”.

Il segretario Zingaretti poi fa notare come il fattore tempo sia cruciale per evitare ulteriori tensioni sociali cavalcabili dalle opposizioni, oltretutto contando che dopo i fondi già stanziai nel Dl Rilancio restano solo i 36 miliardi del Mes da utilizzare subito, soprattutto ora che si sa che le condizionalità sono al minimo, se non praticamente inesistenti, e gli interessi molto più bassi rispetto all’idea di finanziarsi sul mercato.

Zingaretti ricorda infatti che nellâ??ultima asta dei titoli di Stato â??abbiamo emesso 14 miliardi di Btp a dieci anni con un rendimento dellâ?²1,7%: se volessimo finanziarci per 36 miliardi di euro sul mercato ai tassi attuali ci costerebbe 580 milioni di euro in più allâ??anno per dieci anni rispetto al costo dellâ??accesso al Mesâ? pertanto â??già solo questo rende chiaro che non dovremmo avere dubbiâ? sulle scelte da fare. â??In questi giorni si parla tanto di programmi e piani per la rinascitaâ?, conclude il leader del Pd che considera il ricorso al Mes un piano â??concreto, rapido e utile fondato sulla necessità di rendere davvero accessibile a tutte le persone il dettame dellâ??articolo 32 della Costituzioneâ? sul diritto alla salute. Con lâ??obiettivo â??credibile e possibileâ? di dotare lâ??Italia del â??miglior sistema sanitario dâ??Europa e del Mondoâ?.

Il Pd riapre così il dibattito nel governo, premendo l’acceleratore sulla questione. Il primo a tenere il punto era stato il ministro del dell’Economia, Roberto Gualtieri, che nei giorni scorsi si era detto “estremamente favorevole” all’attivazione della linea di credito pandemica del Mes. Anche il ministro Roberto Speranza era entrato nella questione chiedendo di “valutare la convenienza”. Ma secondo quanto riportato dallo stesso Sole 24 Ore il suo Ministero sarebbe già al lavoro per tradurre i prestiti in un piano da 20 miliardi di euro per potenziare la rete ospedaliera e quella delle cure sul territorio, mettendo in sicurezza il Sistema sanitario nazionale messo a dura prova dallâ??emergenza Covid.

Motivo per cui nelle forze di governo il dibattito comincia a tradire un certo nervosismo. Del resto, nella conferenza stampa di mercoledì scorso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ribadito ancora una volta il suo no all’uso del Meccanismo europeo di Stabilità: “Confidiamo che arriverà già a settembre unâ??anticipazione consistente del Recovery Fund“. Posizione sostenuta dal Movimento 5 Stelle, con la ministra pentastellata della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone che proprio questa mattina in un’intervista a Radio Capital ha dichiarato ch
e il Mes “non è lo strumento adatto alla situazione, perché concepito in un momento diverso, al di fuori delle crisi”, sottolineando come “dal M5s continuiamo a dire di no, salvo che si trattasse di qualcosa di completamente diverso”. Ma la chiusura sembra meno netta di un tempo, quando la ministra lascia aperta la porta e dice: “Con il Pd si arriverà necessariamente a una sintesi”.

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