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Edizione del 05/06/2020
Estratto da pag. 1
Scuola, Donazzan: "Serve coordinamento delle regioni, grave il ritardo del governo"
“La scuola sarà l’ultima attività a riaprire,
segno che i giovani e l’educazione non sono nelle priorità di questo governo.
Purtroppo non è stato possibile concedere a a ragazzi e insegnanti di
ritrovarsi in classe nemmeno per un giorno, a fine anno scolastico. Ma così si
rischia di arrivare impreparati anche a settembre. Dal ministero sinora non
sono arrivate indicazioni, ma settembre è dietro l’angolo”.
Su questi presupposti l’assessore regionale all’istruzione e alla formazione, Elena Donazzan, ha convocato oggi il tavolo regionale per progettare la ripartenza della scuola, definendo i criteri base dello scenario di riferimento per il rientro in classe.
Obiettivo del confronto – che ha coinvolto
Ufficio scolastico regionale, Anci, Upi, organizzazioni sindacali, Associazione
nazionale presidi, FormaVeneto, Associazione dei genitori delle scuole
cattoliche, Assessorato regionale alla sanità e al sociale e Assessorato
regionale ai trasporti – è la costituzione di un coordinamento operativo
regionale che elabori entro due settimane
‘linee guida’ per il rientro in classe a settembre dei 586 mila alunni
veneti e per la ripresa dell’attività didattica per gli oltre 100 mila iscritti
dei quattro atenei veneti.
“In Veneto vogliamo essere propositivi e non
navigare a vista –è lo stimolo lanciato da Donazzan, che si è fatta interprete
dell’unanime preoccupazioni per tempistica e per l’incertezza su organico e
risorse – Con le Regioni, e in
particolare con la IX Commissione della Conferenza delle Regioni stiamo
condividendo i problemi dettati dal silenzio e dall’incertezza che gravano sul
mondo della scuola. In Veneto intendiamo lavorare insieme e da subito per
costruire una proposta dal basso, coinvolgendo le istituzioni locali e
integrando la programmazione scolastica con l’organizzazione del trasporto
pubblico locale, nel rispetto delle poche indicazioni fornite dal Comitato
tecnico scientifico nazionale e in attesa
degli orientamenti che dovevano arrivare dal ministero dell’Istruzione e
dalla task force di esperti, guidata dal professor Patrizio Bianchi. Bambini e
ragazzi hanno tutto il diritto di poter tornare alla normalità, ad una scuola
che insegni e che educhi”.
I temi già al centro dell’attenzione del
coordinamento regionale sono il potenziamento dell’organico del personale
docente e del personale ausiliario (inevitabile per garantire lo sdoppiamento
delle 28 mila classi della scuola primaria e secondaria), delle modalità della
didattica (in presenza e/o a distanza) e del tempo scuola, dell’edilizia
scolastica (serviranno edifici ‘polmone’), dei trasporti e delle attività
integrative e di supporto..
“La nostra proposta – ha anticipato
l’assessore ai trasporti Elisa De Berti
– è rivedere le norme sul distanziamento fisico nei mezzi di trasporto, al fine
di poter ripristinare la capienza piena di treni, autobus e vaporetti pur
sempre con l’obbligo di indossare la mascherina e di igienizzare le mani- Se
passa questa proposta per i mezzi di trasporto, che nell’extraurbano sono
utilizzati per l’80 per cento dalla popolazione scolastica, si può pensare di
estenderla anche agli spazi scolastici, derogando al criterio di un metro di
distanza tra i banchi”.
“C’è un problema di spazi da affrontare, per
garantire il distanziamento fisico – ha precisato Donazzan – ma c’è anche un
problema di docenti e di personale di supporto da reperire, non con farraginose
procedure concorsuali, ma utilizzando subito e al meglio il nutrito contingente
dei precari e stabilendo alleanze con il mondo dello sport, della cultura e del
terzo settore. La scuola del futuro sarà div
ersa da come l’abbiamo conosciuta e
ci dovrà vedere tutti impegnati a collaborare, Regione, province e Comuni in
prima fila, per riuscire a coniugare il diritto allo studio, la capacità
educativa e la sostenibilità dei servizi”.
Il coordinamento regionale sulla scuola si è
dato appuntamento la settimana prossima, nella speranza che nel frattempo
arrivino le linee guida ministeriali – auspica Donazzan – “al fine di poter
comprendere le modalità della didattica e come coinvolgere anche il mondo dello
sport e della cultura e quello che il documento del Cts individua come
‘possibili collaborazioni del territorio’”.