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Edizione del 03/06/2020
Estratto da pag. 1
Carenza medici. Anelli (Fnomceo): “Correre al riparo gi? con Decreto Rilancio, non possiamo pi? aspettare”
L’Ordine dei medici commenta l’ultimo report della Corte dei conti: “Ora è ilmomento dell’azione, per rilanciare il nostro Servizio Sanitario Nazionale enon farci trovare impreparati dalla seconda ondata di Covid-19, che i datisembrano indicare come altamente probabile in autunno”.[front6619584]01 GIU - “Dispiace sempre puntualizzare che ‘lo avevamo detto’, e quindi non lofaremo. Non ricorderemo la campagna ‘Offre l’Italia”, con i volti dei giovanimedici, 1500 l’anno, laureati nelle nostre università e specialisti negliospedali di Parigi o Berlino. E neppure quella, pluripremiata, dei ‘medicicentenari’, costretti a rimanere in servizio sine die. Ora è il momentodell’azione, per rilanciare il nostro Servizio Sanitario Nazionale e non farcitrovare impreparati dalla seconda ondata di Covid-19, che i dati sembranoindicare come altamente probabile in autunno”. Lo afferma il presidente dellaFnomceo, Filippo Anelli commentando l’ultimo report della Corte dei conti cheha evidenziato le problematiche della professione, tra blocchi del turnover efuga verso l’estero e il privato. “E il piano d’azione noi lo abbiamo pronto: lo abbiamo studiato, condiviso eformulato con tutto il Comitato Centrale, sfruttando le diverse esperienze deimedici che lo compongono, provenienti da tutte le aree del nostro paese ecolpite dal Covid-19 – continua Anelli -. Lo abbiamo proposto alla Politica, alMinistro della Salute Roberto Speranza, che ci ha risposto con uno stanziamentodi risorse per la sanità inedito per gli ultimi anni, ben 3 miliardi e 250milioni, e al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini”. “La ricetta è semplice: potenziare la medicina del territorio, dotando i medicidi medicina generale di tutti gli strumenti diagnostici, di monitoraggio eterapeutici necessari, e facendoli lavorare in equipe con gli infermieri –spiega Anelli -. E incrementare, e incentivare, il ‘capitale umano’. Come?Formando nuovi specialisti e nuovi medici di medicina generale, utilizzando atal fine sia i nuovi laureati sia i diecimila colleghi prigionieri dell’imbutoformativo, il collo di bottiglia tra la laurea e la specializzazione.Riformando il sistema della formazione, in modo che, sempre e non una tantum, aogni laurea in medicina corrisponda una borsa, introducendo un sistemaconcorsuale solo per collegare i fabbisogni nelle diverse specialità allevocazioni. Riconoscendo ai medici ospedalieri, che hanno lavorato senza sostain condizioni disperate, senza curarsi di turni, riposi straordinari, il giustoo almeno dignitoso compenso per le ore svolte. Assumendo specialistiambulatoriali, per potenziare l’assistenza sul territorio, e stabilizzando imedici dell’Inps, interni ed esterni. E permettendo ai liberi professionisti diaccedere al bonus, ai contributi a fondo perduto a favore dei lavoratoriautonomi che nel mese di aprile abbiano avuto un calo del fatturato rispetto alcorrispondente periodo del 2019”. “Il Decreto Rilancio ci ha messo a disposizione i fondi, di un’entità mai vistanell’ultimo decennio: non sprechiamo l’occasione unica di investirli per unvero rilancio del Servizio Sanitario nazionale, che passi attraverso ilrilancio dei suoi professionisti – esorta Anelli -. Allora, utilizziamo ilmiliardo e mezzo di fondi destinati al territorio per creare finalmente le miniequipe medico di medicina generale – infermiere di famiglia, per dotarle ditutti gli strumenti adeguati ai fini di un’efficace ed efficiente assistenza, eper prevedere 2000 borse per il Corso di formazione specifica in medicinagenerale, in modo da formare un numero adeguato di nuove risorse”. “Ancora, utilizziamo parte dei fondi già stanziati per portare a 20mila icontratti di specializzazione – chiede ancora Anelli -. Abbiamo apprezzatol’incremento di 4200 borse voluto dal Ministro Roberto Speranza, ma non basta:occorrono altre 6000 borse, per formare tutti i medici già laureati e azzerarel’imbuto formativo, mettendo a disposizione in tempi rapidi specialistidell’emergenza urgenza, anestesisti rianimatori, pneumologi, cardiologi,pediatri e tutti gli specialisti dei
quali si prevede una carenza nei prossimianni. I fondi ci sono: l’impiego degli specializzandi degli ultimi anni negliospedali, assunti con contratti a tempo determinato, ha liberato risorse per5000 borse, che possono e devono ora essere investite. Soprattutto, inseriamouna norma, durante l’iter di conversione del Decreto Rilancio, che preveda unaborsa per la formazione post lauream ad ogni laureato in medicina per porrestrutturalmente fine all’imbuto formativo”. “Poniamo fine all’emorragia di medici in fuga verso l’estero, che ci costa ognianno 225 milioni – conclude -. Facciamolo dando ascolto alle loro giusteistanze, che, prima ancora che rivendicazioni di pur legittimi interessi, sonoproposte concrete e fattive per un vero rilancio del nostro Servizio SanitarioNazionale. Rilancio che, ricordiamolo, è impossibile senza una valorizzazionedella professione medica, che ha pagato il prezzo più alto in questa epidemia,e si vede ora non solo dimenticata ma addirittura penalizzata da alcuniprovvedimenti che penalizzano, in realtà, la gestione oculata, efficiente edefficace delle risorse. Non può infatti generare un vero risparmio lamoltiplicazione delle figure professionali cui affidare compiti analoghi, inuna sorta di svendita e di gara al ribasso delle competenze. Gli obiettivi diefficienza e di efficacia, al contrario, si raggiungono solo con unavalorizzazione e una gestione coordinata e sinergica delle competenze peculiarie specifiche dei professionisti della salute, acquisite nel corso deidifferenti percorsi di studio”.01 giugno 2020