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Dir. Resp.
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Edizione del 02/06/2020
Estratto da pag. 1
Le Regioni del Nord spingono per la libera circolazione dal 3 giugno, al Centroe al Sud alcuni presidenti esprimono perplessità. Altolà di Rossi: spetta algoverno. Solinas continua a chiedere il “passaporto sanitario” per chi vuoleentrare in SardegnaC’è chi spinge per un immediato ritorno alla normalità, chi invita allacautela, chi auspica una riapertura per zone. A due giorni dalla cancellazione,a quanto pare certa, dei confini regionali imposti da una serie di misurecontro l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, alcune posizioni deipresidenti di Regione sono cambiate, altre sono meno rigide, altre ancora sonorimaste quelle di sempre.L’altolà di Rossi“Tocca al governo decidere. Non si possono fare fughe in avanti o fare ipierini, gli sceriffi o, peggio ancora, proporre passaporti sanitari che nonesistono e patenti di immunità che sono delle sciocchezze” dice il governatoretoscano Enrico Rossi “tutto questo non funziona e comunque non si può creare unclima di contrapposizione tra regioni. Sarebbe sbagliato”.Rossi per “esperienza” si dice sicuro che “la diffusione del virus in Toscana,come in altre regioni, è stata il prodotto della fuga dalla Lombardia pocoprima del lockdown”. Questa evidenza, secondo Rossi, avrebbe dovuto consigliare“un po’ di prudenza e la pazienza di aspettare una settimana in più” prima diaprire tutto. E aggiunge: “Non so a chi avrebbero potuto far male”.Ma una spiegazione c’è per il governatore toscano: “La verità è che Fontana eSala hanno fatto la corsa per la riapertura e alla fine il governo siè adeguato. Invece una maggiore gradualità terrebbe insieme meglio il Paese.Tutti sanno che ci sono due atteggiamenti che portano un facile consenso: uno,quello improntato a una rigidità assoluta, l’altro di chi spinge per riaprire eche intercetta un bisogno vero”.Che cosa dice Attilio FontanaIl governatore della Lombardia, Attilio Fontana, da giorni si dice convinto chedal 3 giugno i suoi concittadini ritroveranno la libertà di circolare in tuttoil Paese. “I dati sono estremamente positivi – sostiene – e quindi non ho dubbiche la Lombardia rientrerà sicuramente nel novero delle regioni che avrannolibertà di movimento”.“Noi abbiamo sempre confidato nella data del 3 giugno – dice in linea conFontana il presidente del Piemonte, Alberto Cirio – “tutte e tre le pagelle delministero ci hanno confermato che i nostri numeri sono pienamente in regola.Dati che ci dicono che non ci sono criticità e che ci fanno ben sperare per lariapertura il 3 giugno dei confini della mia regione”.Sulla posizione di alcune Regioni e sulla richiesta del certificato dinegatività, afferma: “Non credo che sia una scelta giusta, nè praticabile. Iovengo dalle Langhe, dal Piemonte, abbiamo una regione fortemente turistica enon vediamo l’ora di accogliere i tanti turisti stranieri, europei, che dasempre scelgono questo territorio.Posso comprendere che ci sia un desiderio di tutela, anche legittimo, da partedi alcuni governatori – ma nello stesso tempo, da sempre, il turismo si basasulla reciprocità, cioè proprio la possibilità di un interscambio. Io vedo nonsolo la necessità di un’Italia che si sposta tutta insieme ma anche diun’Europa che si muove così”.Cosa chiedono Zaia e TotiAltri due presidenti forti sostenitori della riapertura completa dal 3 giugnosono Giovanni Toti (Liguria) e Luca Zaia (Veneto). “Il nemico è il virus –scrive su Facebook Toti – non sono le persone, qualsiasi sia la loroprovenienza. Lo avevo già detto, lo ripeto. Perché sono convinto che alcunimessaggi che ho letto non rendano onore al tricolore che molti italiani hannoappeso al balcone in questi mesi. Non c’è una Regione contro l’altra. Stiamotutti combattendo la stessa battaglia. E se il governo lo consentirà, a frontedi numeri sanitari positivi, apriremo i confini. Basta fare terrorismo, bastaseminare odio, basta discriminarci tra noi”.Da parte sua, Zaia da settimane lavora a rimettere pienamente in moto la suaregione e ovviamente spinge con forza per il “liberi tutti” da mercoledìprossimo, mentre attende un provvedimento nazionale: “Penso sia fond
amentale –ribadisce – non aprire a macchia di leopardo. Capisco la preoccupazione diqualche collega, ma spero si possa aprire tutti assieme, anche a livelloeuropeo. Abbiamo la necessità di aumentare gli spostamenti e le relazioni”.Ovviamente, a cominciare da Zaia, tutti i governatori favorevoli alla prossimariapertura richiamano alla responsabilità e invitano a mantenere alta laguardia nella prevenzione e nella lotta al virus.Bonaccini auspica l’apertura completaAnche il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, seppur nellaposizione ‘scomoda’ di presidenza della Conferenza delle Regioni, auspical’apertura completa. “Mi auguro – sottolinea – che si riduca il tasso dipolemica, e per quanto mi riguarda spero che si possa ripartire ovviamentetutti insieme. Mi piacerebbe che si evitasse, come ho visto in certe giornate,il dibattito di accuse e controaccuse tra diverse Regioni rispetto a quello chesuccederà. Si deciderà di concerto con il governo. Complessivamente, Regioneper Regione, ogni giorno, si trasferiscono 21 dati al ministero della Salute elì si fanno tutti i calcoli sull’andamento della curva epidemiologica. E’evidente che c’è bisogno di garanzie sulla sicurezza”.Il passaporto sanitario di SolinasCautela, con posizioni in un primo momento molto polemiche, ma ora meno rigide,arrivano dalle Regioni del Centro Sud. Dal Lazio, l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, ha parlato di forti pressioni politiche per la riapertura,avanzando anche l’ipotesi di alcune contromisure. Ma la Regione più ostile allalibera circolazione è stata, ed è, la Sardegna.Il governatore Christian Solinas continua a ribadire che per entrare nell’isolaserve una sorta di “passaporto sanitario” e non ha fatto alcun passo indietrorispetto alla posizione del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia: “E’ incostituzionale – ha detto il ministro – lo dice l’articolo 120 dellaCostituzione. Una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino lalibera circolazione delle persone”. Alcuni ‘no’ al passaporto sanitario sonoarrivati anche da altri presidenti di Regioni e da alcuni sindaci, ma laSardegna mantiene ferma la propria idea.Musumeci ci ripensa, De Luca ammorbidisce la lineaSull’altra isola, la Sicilia, il governatore Nello Musumeci ha archiviatol’idea del “passaporto sanitario, ed ha messo sul tavolo nuove regole:“Occorrerà verificare la provenienza, l’esistenza di eventuali casi sospettinel nucleo familiare, indicare giorno dopo giorno la tracciabilità dellapresenza del turista. Ricordo soltanto che siamo al centro di una pandemia eche tutto il resto appare davvero piccola cosa”, ha aggiunto Musumeci. “Non stoparlando di libera circolazione, ma di chi liberamente viene in Sicilia eaccetta la collaborazione con le autorità sanitarie locali”.Dopo aver sparato a zero sulla riapertura complessiva dal 3 giugno, ilgovernatore campano Vincenzo De Luca ha “ammorbidito” la posizione ma ilragionamento di fondo rimane lo stesso: “Davvero non si comprende – si leggenel suo posto – quali siano le ragioni di merito che possano motivare unprovvedimento di apertura generalizzata e la non limitazione della mobilità,nemmeno per le province ancora interessate pesantemente dal contagio. Si ha lasensazione – ragiona – che per l’ennesima volta si prendano decisioni non sullabase di criteri semplici e oggettivi, ma di spinte e pressioni di varia natura.Si poteva decidere semplicemente che i territori nei quali nell’ultimo mesec’era stato un livello di contagi giornalieri superiore a un numero prefissato(200 – 250 – 300), fossero sottoposti a limitazioni nella mobilità per un altrobreve periodo”.In ogni caso De Luca assicura che la Campania “valuterà le decisioni delgoverno, se e quando saranno formalizzate” e adotterà, “senza isterie e in modoresponsabile, insieme ai protocolli di sicurezza già vigenti, controlli e testrapidi con accresciuta attenzione per prevenire, per quanto possibile, ilsorgere nella nostra regione di nuovi focolai epidemici”.E mentre Michele Emiliano, dalla Puglia, sottolinea che “è arrivato il momentodi riaprire il Paese a
condizioni di normalità e la condizione di normalitàfondamentale è la libertà di circolazione”, dalla punta dello “Stivale” lagovernatrice Jole Santelli da giorni, in tv e sui giornali, ribadisce che laCalabria è pronta ad accogliere a braccia aperte i turisti. “Siamo a contagiozero – evidenzia – e nel rispetto di tutte le misure contro il coronavirus, oraposso dire a chi arriva in Calabria: l’unico pericolo sarà quello diingrassare”.(Agi)Tagriapertura regioni