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Edizione del 02/06/2020
Estratto da pag. 1
Giornata del sollievo. Fnomceo: “Grazie a tutti i colleghi che si sono fatti tramite tra i pazienti e i familiari nel corso dell’epidemia”
“Ora lavorare per piena applicazione della Legge 38/2010 sulle cure palliative.Una legge ancora non pienamente applicata. Come medici, come Ordine, Entesussidiario dello Stato cui lo stato delega la tutela del Diritto alla Salute,dobbiamo batterci perché le cure palliative diventino strumento per garantirela dignità della persona e il sollievo dalla sofferenza”. Così il presidentedella Federazione Filippo Anelli.[front2794108]30 MAG - “È una Giornata del Sollievo particolare, quella che stiamo percelebrare. Particolare perché cade nella fase 2 dell’epidemia di Covid-19,epidemia che ci ha insegnato un modo diverso di prossimità ai malati. Unaprossimità che, da vicinanza fisica, è diventata prossimità d’affetto, dicuore, di pensiero. La Giornata del Sollievo ha come obiettivo quello dipromuovere e testimoniare la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica emorale. Ebbene, voglio ringraziare tutti quei colleghi, medici, infermieri,operatori sanitari che, in questi mesi, si sono fatti tramite tra i pazientiCovid, isolati nelle terapie intensive, e i loro familiari, diventando perquesti ultimi i loro occhi, la loro voce, le loro mani che davano un’ultimacarezza. Questi colleghi sono l’incarnazione vivente dei principi del nostroCodice deontologico, che impone al medico come il più leggero – e insieme densodi significato – dei doveri la prossimità al paziente e il sollievo dallasofferenza”. Così si esprime il presidente della Fnomceo, la Federazione degli Ordini deiMedici, Filippo Anelli, alla vigilia della XIX Giornata Nazionale del Sollievo,che, promossa dalla Fondazione Gigi Ghirotti con il Ministero della Salute e laConferenza delle Regioni e delle Province autonome, e con il sostegnodell’Ufficio per la Pastorale della Salute della Conferenza EpiscopaleItaliana, si celebrerà domani, domenica 31 maggio. “Il medico è, sempre e comunque, prossimo al paziente e alla sua famiglia,ancor più nelle situazioni ‘di frontiera’, come il nascere, il morire, e tantopiù profondamente nella sofferenza, e nella cura di ciò che non si può guarire– argomenta Anelli -. Ce lo chiede il nostro Codice Deontologico, che, giàall’articolo 3, impone al medico “la tutela della vita, della salute fisica epsichica dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà edella dignità della persona umana”. Per poi specificare, all’articolo 16, come“Il controllo efficace del dolore si configuri, in ogni condizione clinica,come trattamento appropriato e proporzionato”. E ribadire, all’articolo 39, eche: “Il medico non abbandona il malato con prognosi infausta o con definitivacompromissione dello stato di coscienza ma continua ad assisterlo e se incondizioni terminali impronta la propria opera alla sedazione del dolore e alsollievo dalle sofferenze tutelando la volontà, la dignità e la qualità dellavita”. Ce lo chiede, ancor prima e ancor più forte, la nostra coscienza, ilnostro stesso essere medico, la nostra missione di curare anche quando non sipuò guarire”. “Quella di quest’anno è una Giornata particolare anche perché cade, oltre chenel centenario della nascita di Gigi Ghirotti, il giornalista che per primosquarciò il velo di pudore e parlò apertamente in Tv della sua malattia, neldecennale della Legge 38/2010, sulle Cure palliative e terapia del dolore –continua Anelli -. Una legge ancora non pienamente applicata. Come medici, comeOrdine, Ente sussidiario dello Stato cui lo stato delega la tutela del Dirittoalla Salute, dobbiamo batterci perché le cure palliative diventino strumentoper garantire la dignità della persona e il sollievo dalla sofferenza”. Come? Lo spiega Fulvio Borromei, componente del Comitato Centrale eCoordinatore della Commissione Fnomceo su cure palliative e dolore. “Dobbiamo favorire e stimolare innanzitutto la diffusione del concetto delprendersi cura, dando anche la massima applicazione dell’art 4 della legge 38/2010 inerente alle campagne di informazione. In questo senso sarebbe opportunopromuovere l’accesso alle cure palliative anche attraverso campagne informativee formative rivolte ai medici – afferma Bo
rromei -. Anche la formazione, siapre lauream che post lauream, è presupposto importante per un appropriatoapproccio terapeutico e di cura. Tutte le società scientifiche, le associazioniprofessionali e l’università dovrebbero essere coinvolte in questo obiettivo diformare per diffondere ed applicare la Legge 38/2010. Inoltre, i Master inquesta disciplina dovrebbero avere un riconoscimento maggiore ai finidell’esercizio professionale”. Necessario, per la migliore applicazione della Legge, anche un coinvolgimentopiù marcato e attivo dei Medici di medicina generale e dei Pediatri di liberascelta, il cui ruolo va ridiscusso e contestualizzato con le loroorganizzazioni sindacali, le società scientifiche e la stessa Fnomceo. “Se affermiamo che il principale luogo di fine vita dovrebbe essere ildomicilio non possiamo esimerci da una rimodulazione della strategiaapplicativa – aggiunge Borromei -. Realizzare inoltre un ospedale senza doloreattraverso progetti obiettivo specifici, coinvolgendo i medici ospedaliericompleta il percorso”. “Presupposto generale, ma importante – conclude – è che i compiti che vengonoattribuiti al medico in ogni suo ambito lavorativo professionale debbano esseretutelati nel loro tempo clinico, di cura e di ascolto, depurandoli da tuttequelle lacinie che lo soffocano e lo denaturano. È importante anche realizzareun habitat lavorativo appropriato per lo svolgimento professionale”.30 maggio 2020