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Dir. Resp.
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Edizione del 01/06/2020
Estratto da pag. 1
Perché la Grecia impone la quarantena a chi arriva da quattro regioni del Nord Italia
A partire dal 3 giugno per l’Italia riapriranno i confini regionali dopo il lungo lockdown imposto per contrastare il coronavirus ed è stata confermata anche l’apertura dei confini nazionali ai Paesi europei. Per i Paesi extra Ue resta per ora la data del 15 giugno e a partire da quel giorno tornano i voli internazionali negli aeroporti di Atene e Salonicco, con la Grecia che ha “riaperto” all’Italia, ma dividendola in due. Una decisione che sta scatenando delle polemiche. Sul sito dell’ambasciata greca si legge che “la Grecia è di nuovo pronta ad accogliere il mondo” e il paragrafo dedicato al periodo tra il 15 e il 30 giugno recita: “I voli internazionali sono ammessi negli aeroporti di Atene e Salonicco. Se il viaggio è stato effettuato da un aeroporto non presente nell’elenco delle aree colpite di EASA, i passeggeri sono soggetti a test casuali solo all’arrivo. Se il viaggio è stato effettuato da uno degli aeroporti dell'elenco delle aree colpite di EASA, i passeggeri verranno sottoposti a test all'arrivo. È richiesto il soggiorno di una notte in un albergo designato. Se il test è negativo, il passeggero si mette in auto- quarantena per 7 giorni. Se il test è positivo, il passeggero viene messo in quarantena sotto controllo per 14 giorni”.
Se l’aereo, dunque, proviene da uno degli aeroporti dell'elenco delle aree "ad alto rischio" stilato dall'Agenzia europea per la sicurezza aerea il passeggero sarà sottoposto al test all’arrivo in Grecia e dovrà mettersi in auto-quarantena. Nell’elenco delle aeree ad alto rischio per l’Italia ci sono alcune regioni del Nord, quelle che sono state maggiormente colpite dalla pandemia di coronavirus in questi mesi: Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Tra i primi a reagire in modo polemico è stato il governatore del Veneto Luca Zaia: “La Grecia che mette al bando il Veneto mi pare allucinante. Mi chiedo cosa pensino i loro operatori, sono i nostri turisti che vanno lì. Sappiano che non ci vedono più", ha detto Zaia. "Esperti di sanità quelli della Grecia…" ha aggiunto il presidente del Veneto, che ha anche lanciato una proposta: "Siamo a disposizione della comunità greca in maniera costruttiva per mostrare le ‘carte'. Se poi vogliono anche, chiamiamo il prof Crisanti, per fare un giro di tamponi a casa loro”. Non è piaciuta questa limitazione alle regioni del Nord da parte della Grecia neppure all’assessore regionale al Turismo dell’Emilia Romagna, Andrea Corsini, secondo cui i greci “non sono ben informati della nostra situazione sanitaria e non accettiamo di essere considerati degli untori”. Il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, intervenendo in tv, ha detto che i greci “perderanno una grande opportunità” e ha aggiunto che saranno i benvenuti quando verranno in Italia e nella regione da lui amministrata. Sulla "questione Grecia" sono intervenuti anche i ministri Roberto Speranza e Luigi Di Maio. Il ministro della Salute ha parlato di "atteggiamenti punitivi non giustificati" perché "la situazione attuale dell'Italia è di livello superiore rispetto alla media degli altri Paesi dell'Ue". Il ministro degli Esteri Di Maio in una intervista ha detto di non voler sollevare polemiche, ma ha aggiunto anche che “se qualcuno pensa di chiuderci la porta in faccia solo per i propri interessi, allora risponderemo”. Oggi, intanto è prevista una telefonata tra Di Maio e il suo omologo greco Nikos Dendias e martedì 9 giugno il ministro sarà in missione ad Atene sempre per affrontare il tema dei flussi turistici.
La misura della Grecia che sta facendo discutere non riguarda solo le 4 regioni del nord Italia: nella "black list" greca ci sono anche alcune aree di Francia, Olanda, Spagna e gran parte della Gran Bretagna. Una decisione, nell'ottica di Atene che ha avuto un lockdown molto severo, per non mandare in fumo la gestione della pandemia di coronavirus e allo stesso tempo permettere al turismo di ripartire. A metà maggio la Grecia ha riaperto le spiagge (con norme di sicurezza ben precise) assicurando che il Paese è una meta sicura per le
vacanze estive. La Grecia è riuscita a limitare la diffusione dell’epidemia con restrizioni severe. L'11 marzo, quando i casi accertati nel Paese erano appena 99 e non c’era ancora nessuna vittima per il Covid-19, è stata disposta la chiusura di scuole e università e due giorni più tardi, dopo il primo decesso, hanno chiuso tutti i bar, ristoranti, negozi e musei. Gli ultimi dati aggiornati dell’emergenza coronavirus in Grecia parlano di meno di 3000 casi di Covid-19 e 175 morti. La stragrande maggioranza delle isole, incluse quelle più conosciute nella mappa del turismo globale, sono Covid-free.