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Edizione del 01/06/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus in Italia: ultime notizie in diretta (1° giugno)
42.075 le persone attualmente positive in Italia, mentre in Lombardia si sono registrati 210 nuovi casi. Continua lo scontro tra governatori del Sud e Governo sulle riaperture del 3 giugno, ma si tenta la mediazione del ministro Boccia. Polemiche per le parole del dottor Zangrillo del San Raffaele di Milano, che sositene: «clinicamente il Coronavirus non esiste più». Dal pomeriggio del 1 giugno sarà possibile scaricare l’app Immuni

«Sarebbero serviti mesi di lockdown, ma il Paese non avrebbe retto» per arrivare al rischio 0 di possibilità di contagio da Coronavirus in Italia. Con le riaperture «Il rischio c’è e sarebbe sbagliato non riconoscerlo, quindi lo stiamo assumendo, provando a gestire una fase diversa». A dirlo, ieri, il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Ma con la riapertura dei confini regionali del 3 giugno, che ha creato non poco scontento principalmente nei governatori del Sud, il Governo sta tentando una mediazione, con il ministro agli Affari Regionali Francesco Boccia, al fine di trovare un compromesso tra tutte le richieste dei vari Enti locali.

Il compromesso, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, potrebbe essere quello di registrare e monitorare tutti gli ingressi sui territori regionali, permettendo alle regioni di effettuare test seriologici per valutare lo stato di positività o meno delle persone. Test che tuttavia resteranno volontari e non effettuabili obbligatoriamente.

«Crediamo nello spirito europeo, ma siamo pronti a chiudere le frontiere a chi non ci rispetta». A dirlo è il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, commentando, in un’intervista al Corriere della Sera, la decisione di bloccare l’accesso agli italiani da parte di altri Paesi dell’Unione Europea.

Quanto alla contrarietà espressa da diversi governatori del Sud sulle riaperture Di Maio dice di «comprendere le loro preoccupazioni», ma sottolineando come tale scelta sia stata supportata dal confronto tra Governo e Comitato tecnico-scientifico.

Infine il ministro degli Esteri si dice d’accordo con il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, nella richiesta di creazione di «un clima di concordia nazionale». Il Paese non merita un clima perenne da campagna elettorale», chiosa di Maio.

Immuni, l’app di tracciamento in funzione anti-contagio Covid-19 e contenente un “diario clinico” da compilare e aggiornare, sarà disponibile dal pomeriggio di oggi, 1 giugno. Il download dell’applicazione potrà essere effettuato sull’intero territorio italiano.

Tuttavia, il sistema di allerta che dovrebbe segnalare se si è entrati in contatto con una persona positiva ai test del SARS-CoV-2 e pertanto inviterà l’utente a contattare i sanitari per la richiesta dei test (tamponi) per verificare il proprio status di positività o negatività al virus sarà attivo unicamente nelle Regioni che aderiranno alla sperimentazione. Tra queste non ci sarà il Friuli-Venezia Giulia, poiché il governatore Massimiliano Fedriga ha già comunicato che non aderirà al progetto. 

A 48 ore dalla riapertura dei confini tra le Regioni italiane, prevista nel Dl Riaperture e che è supportata dal via libera dell’Istituto Superiore di Sanità e del Governo, diversi presidenti regionali e amministratori locali continuano a esprimere malcontento e scetticismo per tale decisione. In prima linea, il governatorissimo della Campania, Vincenzo De Luca, che ha assicurato che la regione «adotterà, senza isterie, e in modo responsabile, insieme ai protocolli di sicurezza già vigenti, controlli e test rapidi con accresciuta attenzione per prevenire, per quanto possibile, il sorgere nella nostra regione di nuovi focolai epidemici».

A fargli eco è il presidente della Sardegna, Christian Solinas, che con toni ben più intransigenti ha più volte dichiarato che non sussistono le «le condizioni per consentire liberamente uno spostamento dalla Lombardia e dal Piemonte verso le altre regioni a meno che non si garantisca la previa acquisizione del tampone negativo che sarebbe la soluzione ottimale perc
hé pure non consentire alle persone di viaggiare dopo tanto tempo è una limitazione forte».

In Sicilia, il governatore Nello Musumeci, ha adottato una linea lievemente più soft, che non prevede tamponi e test sierologici per chi entrerà in regione, ma metterà a punto un protocollo per il tracciamento dei turisti. Infine, Michele Emiliano, presidente della regione Puglia, che ha fatto esplicita richiesta a chiunque dovesse entrare nel territorio regionale in qualità di turista o di rientro nella propria Regione di di segnalare la propria presenza e di tenere memoria dei contatti.

Il direttore del reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano, il dottor Alberto Zangrillo, ospite della trasmissione Mezz’ora in più ha dichiarato: «Circa un mese fa sentivamo epidemiologi temere una nuova ondata a fine maggio-inizio giugno e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più». Questa posizione, a detta del professor Zangrillo, sarebbe sostenuta anche da «uno studio del direttore dell’Istituto di virologia Clementi e dal professor Silvestri della Emory University di Atlanta».

Ma queste affermazioni hanno creato non poche polemiche tra i virologi ed epidemiologi italiani, a partire dal presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del comitato tecnico scientifico Franco Locatelli, che ha espresso «grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal Professor Zangrillo». «Basta guardare al numero di nuovi casi confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del virus», ha spiegato il professor Locatelli, mettendo in guardia dalla possibilità che le parole del dottor Zangrillo possano portare ad un allentamento delle misure individuali e al mancato rispetto delle norme anti-contagio.

Ad oggi, «non vi è alcuna prova o studio scientifico pubblicato che dimostri che il nuovo Coronavirus SARS-CoV-2 sia mutato». A dirlo all’Ansa è il professor Giuseppe Ippolito, direttore dell’Istituto azionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma. «In Italia fortunatamente ora abbiamo meno casi gravi, e ciò dimostra che le misure di contenimento adottate hanno dato i loro frutti.

«A oggi non c’è alcuna prova né alcuno studio scientifico pubblicato che il virus sia mutato. E si può parlare solo sulla base di studi scientifici riconosciuti e pubblicati», prosegue il direttore dell’INMI Spallanzani. I virus solitamente si attenuano nel corso di vari anni – spiega ancora il professor Ippolito  – ma non bisogna essere né catastrofisti né ottimisti a tutti i costi». La priorità ora «è monitorare la situazione giorno per giorno e mai abbandonare la prudenza».

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