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Edizione del 29/05/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus, Fontana: `Dal 3 i lombardi saranno liberi di circolare`. Scontro tra Regione e Gimbe
Il presidente Cartabellotta accusa la Regione di fare magheggi sui numeri.‘False e offensive le parole del presidente Cartabellotta’ secondo una nota delPirellone. La Lombardia querela la Fondazione“Sono convinto che dal 3 giugno i lombardi saranno liberi di circolare in tuttaItalia”.Lo ha detto il presidente della Lombardia Attilio Fontana in diretta Facebookspiegando che i dati sono “tutti positivi e in miglioramento”. Per questo credeche “la Lombardia rientrerà sicuramente nel novero delle regioni che avrannolibertà di movimento”, ha aggiunto. “Abbiamo esaminato i dati relativi allaRegione Lombardia che abbiamo inviato all’istituto superiore di sanità – haspiegato Fontana – e abbiamo potuto evidenziare come siano tutti estremamentepositivi e tutti in miglioramento rispetto alle precedenti settimane questovuol dire che la situazione sta sostanzialmente migliorando”. “Credo quindi –ha aggiunto – che in previsione del provvedimento governativo in cui sistabilirà la riapertura delle singole Regioni, la possibilità di circolazionetra le diverse regioni credo che la Lombardia rientrerà sicuramente nel noverodelle regioni che avranno libertà di movimento”. Il governatore si è detto“molto confidente sul provvedimento che verrà emanato dal governo”. “E sonoconvinto – ha concluso – che dal 3 i lombardi saranno liberi di circolare intutta Italia”. Così il governatore lombardo risponde indirettamente allaFondazione Gimbe che aveva posto dei paletti alla riapertura di Lombardia,Piemonte e Liguria‘Gravissime, offensive e soprattutto non corrispondenti al vero’.Così la Regione Lombardia commenta, in una nota, le parole del presidente dellaFondazione Gimbe Nino Cartabellotta che, a Radio 24, parlando della Lombardia,ha sostenuto che ‘si combinano anche magheggi sui numeri’. ‘In Lombardia i datisono pubblicati in modo trasparente. Nessuno, a partire dall’Iss, ha mai messoin dubbio la qualità del nostro lavoro. E’ inaccettabile ascoltare similiaffermazioni che ci auguriamo siano rettificate da chi le pronunciate’,conclude la nota. Poco dopo la decisione di querelare la Fondazione. “RegioneLombardia, attraverso il proprio ufficio legale, ha deciso di presentare unaquerela contro la fondazione Gimbe e il suo presidente Nino Cartabellotta”: locomunica in una Nota la Regione Lombardia spiegando che si tratta di “un attoinevitabile, il nostro, dopo quanto affermato dal presidente della fondazioneche, parlando dei dati sanitari della Lombardia, ha dichiarato, fra l’altro,che ‘si combinano anche dei magheggi sui numeri'”. Si tratta di “accuseintollerabili e prive di ogni fondamento – si legge nella nota – per le qualiil presidente di Gimbe dovra’ risponderne personalmente. I nostri dati, come daprotocollo condiviso da tutte le Regioni, vengono trasmessi quotidianamente econ la massima trasparenza all’Istituto Superiore Sanita’”. Durante 24 Mattino Le interviste di Radio 24, alla domanda di Maria Latella eSimone Spetia se in particolare la Lombardia sia tra le Regioni che ‘aggiustanoi numeri per paura di essere fermate’, Cartabellotta ha detto: ‘la risposta èaffermativa, anche perchè in Lombardia si sono verificate troppe stranezzenegli ultimi tre mesi: soggetti dimessi che venivano comunicati come guaritialla Protezione civile e andavano ad alimentare il cosiddetto silos deiguariti, alternanza e ritardi nella comunicazione e trasmissione dei dati chesarebbe stata giustificata nella prima fase e molto meno ora. Come se ci fossela necessità – ha detto Cartabellotta – di mantenere sotto un certo livello ilnumero dei casi diagnosticati’.Secondo un’analisi della Fondazione Gimbe Lombardia, Piemonte e Liguria, nonsono pronte, dal punto di vista epidemiologico, alla riapertura tra Regioni dicui si discute per il 3 giugno.“Le analisi post lockdown della fondazione Gimbe dimostrano che in queste treRegioni si registra la percentuale più elevata di tamponi diagnostici positivie il maggior incremento di nuovi casi”, si legge in una nota, diffusa dopol’intervento del presidente del Gimbe Nino Cartabellotta a Radio 24, che haprovocato lo scontro c
on la Regione Lombardia. La Fondazione Gimbe, perarrivare alle sue conclusioni, ha valutato tre elementi nel periodo 4-27maggio: percentuale di tamponi diagnostici positivi, tamponi diagnostici per100mila abitanti, incidenza di nuovi casi per 100mila abitanti. Lombardia,Piemonte, Liguria, Puglia ed Emilia-Romagna risultano superiori alla medianazionale per quanto riguarda la percentuale di tamponi diagnostici positivi,ma anche per l’incidenza di nuovi casi per 100.000 abitanti: rispetto allamedia nazionale, la Lombardia ne ha 96, la Liguria 76 e il Piemonte 63. “Ilgoverno – commenta Cartabellotta – a seguito delle valutazioni del ComitatoTecnico-Scientifico si troverà di fronte a tre possibili scenari: il primo, piùrischioso, di riaprire la mobilità su tutto il territorio nazionale; ilsecondo, un ragionevole compromesso, di mantenere le limitazioni solo nelle 3Regioni più a rischio, con l’opzione di consentire la mobilità tra di esse; ilterzo, più prudente, di prolungare il blocco totale della mobilitàinterregionale, fatte salve le debite eccezioni attualmente in vigore”. Negliultimi 20 giorni la Lombardia ha avuto il 6% di tamponi diagnostici positivi, termine che indica i tamponi fatti per la diagnosi del Sars-Cov-2 ed escludequelli eseguiti per confermare la guarigione virologica o per la necessità diripetere il test. Un numero “particolarmente rilevante”, insieme a quello dellaLiguria, pari al 5,8%. A fronte di una media nazionale del 2,4% di tamponidiagnostici positivi, le altre regioni che ne hanno una percentuale più altadella media sono il Piemonte (con il 3,8%), la Puglia (3,7%) e l’Emilia Romagna(2,7%).“Da tempo abbiamo denunciato che la Lombardia comunica in un unico dato dimessie guariti, e se i guariti sono sovrastimati Rt si abbassa”:lo afferma il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta dopo lareplica della Regione Lombardia alle sue dichiarazioni a Radio 24 sui ‘datiaggiustati’, invitando la Regione a rendere disponibile tutti i dati in formatoopen “come fanno altre Regioni”. “Per i dimessi non si conosce il loro statusdi guarigione clinica o virologica e, come ‘casi attivi’ devono restare inisolamento domiciliare”, dice Cartabellotta. “Oltre alla distorsione del quadroepidemiologico nazionale (la Lombardia in alcune fasi dell’epidemia riportavaoltre il 50% dei guariti), l’indice Rt utilizzato dal ministero della Salute, ècondizionato dai casi chiusi, decessi e guariti. Di conseguenza, se i guaritisono sovrastimati l’Rt si abbassa. A questo va aggiunta – conclude ilpresidente Gimbe – la mancata disponibilità dei decessi su base provinciale ecomunale. Infine, è impossibile verificare i dati come per altre Regioni vistoche non sono disponibili in formato open”.Dalla Lombardia vediamo una “smania quasi ossessiva nel riaprire perché è ilmotore economico d’Italia.Però la nostra grossa preoccupazione è che la Regione Lombardia sarà quella cheuscirà per ultima da questa tragedia nazionale perché è ovvio che la volontàpolitica non è quella di dominare l’epidemia, ma di ripartire al più presto contutte le attività e questo non lascia tranquilli”, ha detto il presidente dellaFondazione Gimbe Nino Cartabellotta, a Mattino 24 l’Intervista di Radio 24, conMaria Latella e Simone Spetia. La Lombardia, ha aggiunto, “ha avutoprobabilmente una enorme diffusione del contagio prima del caso di Codogno eprobabilmente le misure del lockdown dovevano essere più rigorose e intensive.Avevamo chiesto ad esempio, la chiusura della Lombardia come successo a Wuhan,perché quel livello di estensione dei contagi così alto non poteva che esserela testimonianza che il virus serpeggiava in modo molto diffuso già afebbraio”. Questo, ha concluso il presidente Gimbe, “non è stato fatto, sonostate prese una serie di non decisioni, come la mancata chiusura di Alzano eNembro, che ha determinato la diffusione incontrollata nella bergamasca”.(Ansa)Taglombardia