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Edizione del 28/05/2020
Estratto da pag. 1
Zaia: `Conto di aprire cinema e discoteche il 15 giugno`.
Zaia: "Conto di aprire cinema e discoteche il 15 giugno"



28/05/2020 | commenti |

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"La vita notturna, le discoteche per noi veneti sono fondamentali per l'economia. Conto di riaprirle il 15 giugno", "ho aperto le spiagge il 18 e ho avuto ragione. Se gli indicatori sono buoni, a giugno apro cinema, teatri, tutto il circuito spettacoli".

 

Lo afferma il governatore del Veneto. Luca Zaia, in una intervista a tutto campo al Fatto quotidiano. Sul fatto che i sondaggi crescono per lui e si sgonfiano per il leader della Lega, Matteo Salvini, sollevando potenzialmente un problema all'interno della Lega, risponde: "Io sono affidabile e rispetto le gerarchie. I sondaggi sono condizionati dalla vicenda Covid. Non si crederà mica che Conte abbia davvero tutto quel consenso?", "quindi Salvini può stare tranquillo".

 

Zaia rivendica anche lo stato di "salute" della sua Regione. "La sanità - spiega - l'ho disegnata in questi 10 anni con molte riforme. I miei veneti, quando era off limit recarsi in un ambulatorio, non avevano bisogno di andare dal medico per la ricetta: te la trovavi sul pc".

 

Zaia rimanda al mittente le accuse di aver cercato di privatizzare la sanità: "Una boiata. Delle 464 terapie intensive che avevamo, solo il 5% era di privati. Siamo tra le regioni con meno privati in Italia. E non gli ho dato le cardiochirurgie, le grandi attività. Sono principalmente opere religiose, alcune più vecchie della sanità veneta, non gruppi quotati in Borsa".

 

Zaia racconta quindi che "nell 'emergenza chiamavo con nomi di fantasia e, se gli operatori erano efficienti, richiamavo per complimentarmi. Qualcuno pensava a uno scherzo". Un attimo di scoramento? "Il 27 marzo. Il peggior compleanno della mia vita. Il crash era vicino, contavamo i posti liberi in terapia intensiva sulle dita di una mano". "La tragedia della scelta - continua -. E non puoi morire perché la tua colpa è essere vecchio", "non me lo sarei mai perdonato. Ho svuotato le sale operatorie dove c'era sempre un respiratore e le ho trasformate in terapie intensive. La ricerca dei respiratori è stata anche rocambolesca, ne abbiamo comprato un camion in Svizzera, per due settimane me lo rimandavano indietro, alla fine li ho portati a casa".

 

28/05/2020