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Dir. Resp.
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Edizione del 28/05/2020
Estratto da pag. 1
Sala, il `passaporto` e Musumeci Quei confini aperti che fanno paura
Se perfino un uomo sobrio e moderato come Beppe Sala rilascia dichiarazioni conun tono che può essere interpretato come polemico, significa che il nervosismoche percorre il Paese, malgrado le migliori intenzioni, è arrivato al livellodi guardia. Ed è forse questo il tema, oltre la necessità dell'emergenzasanitaria: il fiume carsico di rabbia che scorre tra social (palco) e realtà.Ripercorrere la storia dell'ultima divisione è forse, anche, un buon modo perraccontare il momento. Tutto ha il suo epicentro, tra il prima e il dopo,proprio nella dichiarazione del sindaco di Milano, a margine dei pensieri edelle parole dei governatori del Sud circa una possibile e maggiore vigilanzadei confini per evitare i contagi da Coronavirus in occasione delle'riaperture'.Sala non l'ha mandata a dire: "Vedo che alcuni presidenti di Regione, adesempio quello della Liguria, Giovanni Toti, dicono che accoglieranno a bracciaaperte i milanesi. Altri presidenti, non li cito, dicono che magari sarebbemeglio una patente di immunità. Qui parlo da cittadino prima ancora che dasindaco: quando deciderò dove andare per un weekend o una vacanza me nericorderò".Ne è seguita una trama di botte e risposte. Lo stesso primo cittadino hasuccessivamente chiarito il senso delle due dichiarazioni, smussando, secondoil suo costume, con moderazione gli angoli più aspri. Sulla querelle èintervenuto pure il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia:"Passaporto sanitario? Rileggete l'articolo 120 della Costituzione: una Regionenon può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione dellepersone. E poi se gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari,non ci sono".Ma, a prescindere dalla cara e vecchia consuetudine alla baruffa, il tema resta. Non siamo fuori dalla pandemia e ci sono regioni che presentano criticitàmaggiori: è indubbio. Nessuno vuole discriminare, però è naturale che queiconfini aperti possano fare un po' paura. Un sentimento che va governato conprudenza, senza eccessi.Dal canto suo, il presidente Nello Musumeci, in una intervista con il'Messaggero' ha tagliato corto: "Noi in Sicilia abbiamo fatto un'ordinanza cheimpedisce di entrare nella regione non fino al 4 ma fino al 7 giugno. E oradobbiamo farne un'altra che confermi questa o la modifichi. Con il cuoreaprirei l'isola ai turisti già dal 7 giugno. Ma con la ragione dico: aspettiamoil dato epidemiologico nazionale che sta per arrivare e sulla base di questodecidiamo. Ma tutti insieme, presidenti regionali e governo, dobbiamoconfrontarci e credo lo faremo sabato. Non si può avviare la nuova fase in unalogica da macchia di leopardo. Ci vuole una responsabilità condivisa da tutti".