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Edizione del 26/05/2020
Estratto da pag. 1
Gualtieri annuncia «un grande piano di riforme e investimenti»
Concluso il «trittico» delle misure per fronteggiare l’emergenza (decreto Cura Italia, liquidità e rilancio), ora è il momento degli «interventi per pianificare la ripresa». Lo ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ascoltato stamattina dalle commissioni Bilancio di Camera e Senato, impegnate nell’esame del decreto rilancio da 55 miliardi.

«Il governo sta lavorando a un grande piano di riforme e investimenti», ha annunciato, nella direzione dello «sviluppo sostenibile, dell’innovazione e della coesione sociale e territoriale». In questa strategia per la ripresa ci saranno una componente «verticale» e una «orizzontale», con «piani specifici per i settori più colpiti come turismo e automotive», potendo contare anche «sulle risorse del piano europeo per la ripresa, di cui si attende risposta dalla Commissione europea nei prossimi giorni».

«È il tempo della responsabilità, della convivenza con il virus e della capacità comune di contenerlo, della graduale normalizzazione della vita dopo mesi difficili». Il decreto rilancio, ha spiegato il titolare del Tesoro, oltre alle misure di sostegno e ristoro, contiene «alcuni primi elementi importanti che vanno oltre i mesi dell’emergenza, come la cancellazione definitiva delle clausole di salvaguardia», impostando una «strategia di rilancio che il governo svilupperà in un grande piano per la ripresa fatto di riforme e investimenti».

La crisi «può essere una straordinaria occasione di modernizzazione e innovazione», ha aggiunto Gualtieri. Ora «si inizia a guardare oltre le necessità contingenti, intervenendo su alcuni fattori che hanno limitato finora il potenziale di crescita e resilienza del Paese».

Il prossimo provvedimento sarà quello sulle semplificazioni e le modifiche al codice degli appalti, a cui il governo sta già lavorando. Al piano per la ripresa, verrà poi affiancata anche una riforma fiscale, ma «senza flat tax», ha spiegato il ministro rivolgendosi ai leghisti. 

Quanto alle misure contenute nel decreto da 55 miliardi, quelle più cospicue riguardano il lavoro, con nuove misure per colf e badanti, il Reddito d’emergenza e la regolarizzazione temporanea dei migranti. «La soluzione magica miracolosa che in una riga dà a tutti quello di cui hanno bisogno non esiste», ha detto il ministro. «Abbiamo compiuto un faticoso e attento lavoro per aderire alle pieghe della società», consapevoli che «il metodo perfetto non esiste».

Gualtieri ha ammesso che per il Cura Italia ci sono state delle «criticità sui tempi, in particolare nella erogazione della cassa in deroga». Il nuovo provvedimento contiene la semplificazione concordata con la Conferenza delle Regioni. Ma il ministro ha comunque specificato che i cittadini potranno chiedere l’anticipo in banca senza il modello SR41 e ha invitato le regioni a snellire e velocizzare il meccanismo fornendo agli istituti di credito le liste dei beneficiari. 

Altro tasto dolente, quello dei professionisti sul piede di guerra perché esclusi dai contributi a fondo perduto riservati alle imprese. Il decreto attuativo per l’erogazione dei bonus da 600 euro e da 1000 per la terza tranche arriverà a breve. «I professionisti sono beneficiari di altre misure significative che concorrono a ristorare parte die costi fissi come affitti e costi fissi delle bollette», ha detto Gualtieri.

«Se si fa un calcolo su quanto i professionisti avrebbero preso passando ai contributi delle Agenzia delle entrate, si vede che quelli con fatturato medio basso avrebbero preso le stesse risorse erogate dall’Inps. Quelli con reddito alto, invece, avrebbero preso di più se fossero passati all’altro regime. È stata fatta una precisa scelta allocativa».

Sul fronte dei Comuni piegati dalla carenza di entrate tributarie, Gualtieri ha annunciato che già questo venerdì sarà anticipato un terso dei 3 miliardi stanziati nel decreto rilancio. E che verrà avviato subito un tavolo per il monitoraggio dell’andamento delle entrate. «Siamo pronti a incrementare le risorse stanziate in q
uesto decreto se dovessero essere insufficienti», ha detto.

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