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Edizione del 25/05/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus in Italia: ultime notizie in diretta
In Italia sono 56.594 le persone attualmente positive al Covid-19, i guariti hanno raggiunto quota 140.479. In Lombardia +285 nuovi positivi e zero vittime (non accadeva dal 21 febbraio). Sala: «È la ripresa più difficile dal dopoguerra: serve un Governo di capaci, tecnici o politici, poco cambia». Crisanti: «Riaperture fatte senza analisi del rischio: la colpa non è dei giovani». Malagò: «Non è scontato che il campionato riparta a giugno»

Nella regione Campania i nuovi casi registrati nell’ultima giornata sono sei. È quanto registrato nell’ultimo bollettino diffuso dalla Regione. Il numero di tamponi effettuato nelle ultime 24 ore è di 3.360. Il totale complessivo dei positivi riscontrati dall’inizio dell’emergenza Coronavirus è invece 4.755 su un totale di 175.466 tamponi.

Un boomerang. Il post di Twitter del regista Gabriele Muccino sulla movida a Milano è stato rispedito al mittente. «Qui Milano. Abbiamo un problema», ha scritto ieri Muccino, postando una foto di una strada affollata del capoluogo lombardo, piena di persone vicine, troppo vicine, in pieno happy hour. Sembra però che la foto sia falsa. Un errore che ha portato a diverse critiche: «Io dico che è ora di finirla con ‘ste inquisizioni su Milano e Lombardia e questa foto è falsa. Punto Andate a fotografare le migliaia di assembramenti in Italia».

«L’augurio che ci facciamo tutti è di poter finire il campionato, per tutte le persone che lavorano nel calcio e per tutti i tifosi. I presupposti ci sono, noi allenatori ci siamo sentiti tutti e c’è una grandissima voglia di ripartire in sicurezza, fin da quando sono partiti gli allenamenti singoli».

May 24, 2020

A dirlo è l’allenatore della Lazio, Simone Inzaghi, intervenuto a Che tempo che fa. «Stiamo aspettando il protocollo e che ci dicano cosa succederebbe. Noi, come in Germania, speriamo di poter ripartire e in caso di positività si isolerebbe il caso e si continuerebbe sapendo che bisognerà giocare di nuovo almeno una settimana dopo. Siamo monitorati ogni giorno e da domani potremo tornare ai collettivi, da parte nostra c’è grandissima voglia».

«Si parte il 13 o il 20 giugno col campionato? Non è così scontato che tutto vada bene. La partita è aperta. Per questo serve forse anche un piano B». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ospite a Che tempo che fa, frena sulle certezze di una ripresa del campionato di serie A a giugno. È infatti prevista per giovedì la riunione tra la Figc e il ministro dello Sport Spadafora sulla possibile data di ripresa delle partite. Il presidente del Coni ha inoltre annunciato che la Federazione italiana di sci chiederà il rinvioa marzo 2022 dei Mondiali di sci di Cortina, programmati per ilprossimo febbraio.

«La prima grande verità è che sta accadendo qualcosa che non è mai accaduto, quindi non sempre sappiamo la strada. Quindi dobbiamo essere prudenti», ha detto il presidente della Regione Lazio e segretario del Pd, Nicola Zingaretti nel corso della trasmissione Non è l’Arena.

May 24, 2020

«Distanze, mascherine il più possibile e igienizzare le mani soprattutto a casa. – Continua – Abbiamo lanciato la campagna dei 300 mila test sierologici per capire cosa è accaduto. Chiedo al governo che bisogna introdurli nei Lea, almeno per alcune fasce di reddito perché c’è qualcuno che non se li può permettere».

Dall’inizio dell’emergenza Covid-19, fa sapere la Farnesina, sono stati rimpatriati circa 86.300 italiani da 119 Paesi, mediante circa 890 operazioni aeree, marittime e terrestri. Solo nella giornata di oggi i voli speciali organizzati hanno permesso ad oltre 357 cittadini italiani di tornare a casa da Regno Unito, Belgio, Colombia e Tanzania.  

«Gli italiani in questo periodo hanno avuto un comportamento responsabile, hanno seguito le prescrizioni ed i controlli sono stati moltissimi. Certo avere reso la libertà di uscire nei giovani può aver indotto a pensare che sia tutto superato, ma così non è», ha detto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ospite a Che t
empo che fa. «É opportuno lanciare un messaggio ai giovani – ha aggiunto – se dovesse tornare l’epidemia sarebbe un fallimento per il Paese. Supereremo questa emergenza solo se operiamo tutti con grande senso di responsabilità».

«Un po’ c’era da aspettarselo, che non vada bene è assolutamente chiaro, ma c’era da aspettarselo dopo due mesi di chiusura. La situazione sanitaria per fortuna è sotto controllo ma è chiaro che così il rischio c’è». Sulla movida interviene anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala.

May 24, 2020

In diretta a Live Non è la D’Urso su Canale 5 il primo cittadino chiarisce: «Io non vorrei chiudere per il bene di quelli che lavorano ma vediamo com’è la situazione. Milano ha 1,4 milioni di abitanti, più di 4 mila bar, 1700 chilometri di strade, è chiaro che il nostro dovere è controllare, ma controllare tutto è impossibile e chi dice diversamente lo dice per attaccare. È una situazione frustrante».

Previsto a settembre, l’appuntamento con la Mostra del Cinema di Venezia non salterà. A rassicurare sullo svolgimento della rassegna è il governatore del Veneto Luca Zaia. «La Mostra del cinema di Venezia si farà a settembre come previsto», commenta il presidente. «

Gli esperti dicono che settembre è la finestra per le elezioni quindi si può fare la Mostra. Ho parlato con il Presidente Roberto Cicutto e sul problema Biennale Architettura è stato detto che la maggior parte degli espositori non se la sentiva di fare gli allestimenti dei padiglioni, sulla Mostra del cinema probabilmente non ci saranno tutte le produzioni che siamo abituati a vedere perché si sono fermate le lavorazioni ed anteprime dei film».

Con un incremento di cinque unità rispetto a ieri, il numero delle persone positive al Coronavirus in Abruzzo è salito a 1.377. Sono questi i dati forniti dalla Regione nel suo ultimo aggiornamento. I nuovi decessi sono quattro. Il bilancio dei guariti è salito a 1.736, di cui 77 nell’ultima giornata. Gli attualmente positivi in Abruzzo sono 1.092, con una diminuzione di 76 unità rispetto a ieri.

«L’uomo ha sempre vinto. Alla fine, il male, perde sempre. Lo dimostra la storia dell’uomo. L’uomo è stato capace di distruggere i dinosauri, pensa un po’ se non è capace di distruggere quel piccolo e maledetto verme, microbo, che si chiama Coronavirus». Sono queste le parole del cantante Albano Carrisi che hanno fatto scatenare la reazione sui social.

Sono saliti a 133.259 i tamponi effettuati in Sicilia. Le persone risultate positive al virus dall’inizio dell’epidemia sono 3.423. Il numero dei pazienti ancora malati è di 1.453, con un decremento di 59 unità rispetto a ieri. I guariti sono 1.701, +61 nelle ultime 24 ore. Il numero dei deceduti è invece di zero.

In Toscana sono 10.062 i casi positivi di Coronavirus, 15 in più rispetto a ieri. Le persone in isolamento domiciliare sono 1.514. Il totale delle persone complessivamente isolate è invece di 7.730. I guariti salgono a 7.349, i deceduti dall’inizio dell’emergenza sono invece 1.013. Le persone ancora positive sono 1.700. I test eseguiti hanno invece raggiunto quota 229.135, 3.089 in più rispetto a ieri.

«Basta poco. Qualche centimetro in meno, una svista, una pacca sulla spalla. Una risata innocente e una stretta di mano. Una leggerezza. E tutto tornerà a fermarsi». Il Veneto sceglie la terapia shock contro la movida. Nello spot condiviso dal governatore Luca Zaia sulla sua pagina Facebook le immagini dell’happy hour si alternano a quelle della terapia intensiva. «Il Covid-19 si combatte in ospedale, ma soprattutto fuori», è lo slogan che chiude il filmato.

Sulla nave Costa Magica ormeggiata nel porto di Ancona sono 16 i membri dell’equipaggio ancora positivi al tampone, rispetto ai 49 iniziali. A comunicarlo è il Gores, il Gruppo Operativo regionale dell’Emergenza nelle Marche. Su queste persone sarà effettuato un nuovo tampone di controllo tra 15 giorni. Delle 617 persone giunte al porto di Ancona il 28 aprile, ne sono rimaste ora a bordo 431. Il prossimo sb
arco, previsto per il 3 giugno, riguarderà 95 persone di nazionalità filippina, che saranno rimpatriate in aereo.

Sono 45 i nuovi contagi registrati in Emilia Romagna, a fronte di 4.449 tamponi. Il bilancio delle ultime 24 ore è di 8 decessi. Secondo i dati sul Covid-19 diffusi dalla Regione dall’inizio dell’epidemia ci sono stati 27.558 casi positivi, mentre i casi attualmente attivi sono scesi a 4.457, 113 in meno rispetto a ieri.

«La ripresa del campionato è molto simile a quella degli allenamenti. Giovedì prossimo decideremo insieme con Figc e Lega serie A se e quando riprendere il campionato». Così il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, intervenuto al Tg3, ha chiarito il tema della ripresa del campionato.

«Se serve – ha aggiunto il ministro – sono disponibile a mettere nello stesso provvedimento che firmeremo per la riapertura del campionato le norme che serviranno per avere anche in Italia la diretta gol, come succede in Germania (in chiaro, ndr)».

Nel Lazio i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore sono 20. Il numero di guariti è di 24. I decessi sono stati 8 nell’ultima giornata. Il numero dei guariti è salito a 3.374 e i tamponi totali eseguiti fino ad ora sono stati 234mila. I casi attualmente positivi sono 3.569, di cui 2.420 in isolamento domiciliare, altri 1.088 sono ricoverati non in terapia intensiva, mentre 61 si trovano in terapia intensiva.

«Occorre abituarsi a pensare che nulla potrà tornare puramente e semplicemente come era prima». Vincenzo De Luca si rivolge ai giovani in un lungo post su Twitter in cui affronta i temi legati alla pandemia Coronavirus. Le nuove forme di socializzazione, afferma il governatore della Campania, dovranno essere rivolte a «una riscoperta dei valori di solidarietà».

«In questi anni abbiamo visto affermarsi troppo spesso modi di incontro tra i giovani segnati da uso di superalcolici, a volte droghe, al punto da perdere la stessa possibilità di comunicare, di parlarsi, di ascoltarsi», continua il presidente. Riferendosi alle immagini di violenze e vandalismo con la riapertura della vita notturna De Luca dichiara che «lo Stato ha l’autorità e il dovere di imporre il rispetto delle regole e di garantire le norme di sicurezza».

Di fronte alle immagini di assembramenti all’orario aperitivo, il Codacons chiede misure straordinarie per evitare la risalita dei contagi. «Chiediamo a Regioni e Comuni di vietare dal venerdì alla domenica aperitivi all’aperto nei luoghi pubblici, limitando la possibilità di consumazione esclusivamente al tavolo e all’interno dei locali, previa prenotazione – afferma il presidente Carlo Rienzi – Capiamo la voglia dei giovani di tornare alle vecchie abitudini e condividere momenti di socialità, ma al momento il rischio è troppo elevato e può essere controllato solo attraverso ordinanze e divieti».

50 vittime: è questo il dato emerso dall’ultimo bollettino della Protezione Civile riguardante la situazione Coronavirus in Italia al 24 maggio. Una cifra più bassa di quella di ieri, esattamente di 69 unità, quando si erano registrati 119 morti. In questo caso però mancano all’appello i decessi avvenuti nella Regione Lombardia, che oggi non sono stati aggiornati. Ad ogni modo, il totale delle persone decedute sale così a 32.735. Il bilancio degli attualmente positivi è, ad oggi, di 56.594 persone, in calo rispetto ai 57.752 positivi di ieri. I guariti oggi sono 140.479, in aumento di 1.639 rispetto ai pazienti guariti nella giornata di ieri (138.840).

In Italia, ad oggi, si sono registrati 229.858 casi di positività complessivi. L’incremento giornaliero è di +531 casi in un giorno: un dato in leggero calo rispetto a ieri. I tamponi effettuati sin dall’inizio dell’emergenza sono stati 3.447.012. Il numero complessivo dei pazienti attualmente ricoverati è di 8.613 ricoverati con sintomatologia e 553 pazienti nelle terapie intensive del Paese (ieri erano 572). Infine, 47.428 persone si trovano in isolamento domiciliare e 140.479 persone sono guarite.

In base ai dati
ufficiali della Protezione civile, il numero di persone al momento positive al SARS-CoV-2 è così distribuito di regione in regione:

La Regione Lombardia ha diffuso oggi, 24 maggio, i dati sulla situazione Covid-19 sul territorio. In confronto ai dati di ieri, 23 maggio, si contano 285 nuovi casi positivi (ieri erano 441), per un bilancio totale di 87.110 dall’inizio della pandemia di Coronavirus. Ma il dato più significativo è quello relativo ai decessi. Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza la Regione ha registrato zero vittime.

Nelle ultime 24 ore nella regione sono stati effettuati +11.457 tamponi, ieri erano stati 11.191, raggiungendo la quota complessiva di 670.241 test. Il numero dei pazienti in terapia intensiva è di 198, numero più basso di 2 unità rispetto a ieri. I ricoverati negli ospedali della regione con sintomatologia Covid-19 sono 4.017, -9 rispetto alla giornata di ieri.

In base ai dati forniti dalla Regione Lombardia, il numero totale di persone al momento positive al SARS-CoV-2 è così ripartito provincia per provincia:

Per il sindaco di Milano non bastano i richiami al buonsenso sulla necessità di mantenere le distanze di sicurezza, indossare le mascherine all’aperto ed evitare gli assembramenti. Su Facebook il primo cittadino del capoluogo lombardo scrive che servono più controlli e, quindi, più polizia: «Ieri mi sono sentito con i sindaci delle grandi città. C’è frustrazione in noi perché tutti concordiamo che con le forze dell’ordine disponibili non si riesce a gestire gli assembramenti e che il richiamo al buonsenso funziona fino a un certo punto».

Per Sala non è questione «di giovani o meno giovani, posto che in giro non ci sono solo giovani e, d’altro canto, se dovessi giudicare dai messaggi che ricevo, sono tanti i ragazzi che ‘denunciano’ l’irresponsabilità di altri ragazzi». Previsto per domani un incontro tra il sindaco e il prefetto per trarre un bilancio dopo il weekend. Nel frattempo il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana ha chiesto ai sindaci di agire con «rigore» e punire non i gestori dei locali, ma i clienti.

«Uscire non è più un divieto, ma il distanziamento e l’uso della mascherina sono fondamentali! So bene che in realtà tantissimi giovani ed ex giovani si stanno comportando bene. La voglia di divertimento è tanta, ma rispettiamo le regole e pensiamo ai sacrifici a cui ancora sono costretti coloro che non possono andare a trovare i propri figli nipoti o parenti perché vivono in altre regioni».

Sul tema della “movida” interviene anche il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana, il quale chiede maggiore fermezza da parte dei sindaci per evitare e punire eventuali assembramenti notturni di giovani e meno giovani nei dintorni dei locali. Ma senza penalizzare i gestori degli stessi locali. «Se non ci riuscite ben vengano le misure restrittive dei sindaci – aggiunge Fontana.- ai quali ancora una volta chiedo rigore e fermezza, per punire non i gestori dei locali, già penalizzati dal lockdown, ma i clienti che dimostrano poco rispetto anche nei loro confronti».

Sono cinque i nuovi decessi da Covid-19 registrati nella regione Liguria nelle ultime 24 ore, per un totale di 1.417 dall’inizio dell’epidemia. A fronte di 1.438 tamponi in più (totale: 93.173), i nuovi casi di positività sono 53, per un totale di 9.478 casi, mentre sono 3.781 le persone attualmente positive al virus, –102 rispetto a ieri. Nelle ultime 24 ore infatti sono risultati guariti e non più positive 50 persone, portando il totale a 4.280. Ieri i decessi erano stati 7, i nuovi casi positivi 38 e le guarigioni 196.

Insieme con il Veneto le regioni italiane che stanno monitorando con più accuratezza il Covid-19 tra i propri abitanti troviamo l’Umbria, la Basilicata e il Friuli. A confermarlo è un’indagine della Fondazione Gimbe fatta in concomitanza con la Protezione Civile per il Corriere della Sera. Lombardia e Piemonte – tra le regioni più colpite – continuano ad avere un livello di testing più basso: in rapp
orto alla popolazione delle varie regioni sono di poco sopra alla media nazionale in quanto a tamponi. Lo stesso vale anche per la Liguria. Tra le regioni meno virtuose troviamo la Toscana, l’Abruzzo e la maggior parte delle regioni del Sud (Calabria, Sardegna, Sicilia, Campania e Puglia).

Secondo i dati pubblicati sul sito del Viminale il 23 maggio sono state controllate 118.068 persone, 499 delle quali sono state sanzionate, 2 sono state denunciate per falsa attestazione o dichiarazione. Il 22 maggio erano state controllate 131.962 persone, di cui 651 erano state sanzionate, 5 denunciate per falsa attestazione o dichiarazione e 2 per aver violato il divieto di allontanamento dalle proprie abitazioni perché positive al virus.

Nella giornata di ieri invece nessuna violazione è stata riscontrata per inosservanza del divieto di allontanamento dalla propria abitazione perché positivi al Covid-19. Le attività o esercizi commerciali sottoposti a controlli sono stati 44.725, sanzionati 51 imprenditori e disposta la chiusura per 19 attività. Ieri 49.585 attività o esercizi commerciali erano stati sottoposti a controlli e 8 attività attività erano state chiuse.

La trasmissione di giornalismo d’inchiesta Report torna ad indagare sulle responsabilità della Regione Lombardia e della sanità lombarda nell’epidemia di Covid-19 che nella regione continua a fare vittime e contagi con un’incidenza maggiore rispetto al resto del Paese. Il tema è se la privatizzazione degli ospedali privati (che attualmente dispongono di circa il 35% della spesa pubblica in regione) negli ultimi due decenni abbia migliorato o peggiorato il sistema sanitario lombardo, e quindi se i problemi che si sono riscontrati nella gestione del virus (pensiamo per esempio alle morti nelle Rsa o ai contagi avvenuti nelle strutture ospedalieri) siano riconducibili anche a questo.

Stando a dati aggiornati al 24 maggio il Veneto ha visto 4 nuovi decessi da Covid-19 in 24 ore per un totale di 1.869 decessi dall’inizio dell’epidemia (ieri erano 1.865). I guariti adesso sono 14.557, +194 rispetto a ieri quando erano 14.363 mentre gli attualmente positivi sono 2.660 in tutto. Dall’inizio della pandemia la Regione, tra le più colpite in Italia, ha visto 19.086 casi di positività. La maggior parte dei pazienti Covid è attualmente in isolamento domiciliare e sono solo 11 le persone in terapia intensiva. Su 5.522 persone positive ben 3.269 sono state dimesse direttamente a domicilio.

In attesa che riaprano le scuole, arriveranno i centri estivi in “soccorso” delle famiglie. In un’intervista a Il Messaggero la ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, fa sapere che potranno ripartire anche prima del 15 giugno «in base alla valutazione del dato epidemiologico». Il Veneto per esempio partirà dal primo giugno e l’Emilia Romagna dall’8. Per farli partire arriveranno 185 milioni «per organizzare le attività educative» a cui si sommano i voucher baby-sitter per pagare i centri estivi.

Da settimana prossima ci dovrebbero essere anche le linee guida nazionali per la fascia di età 0-3 anni «in modo da permettere ai Comuni di organizzare con forme sperimentali servizi di carattere educativo per la prima infanzia», ma già nei prossimi giorni ci sarà la possibilità di discuterlo in Consiglio dei ministri.

Per la fase 2 il Governo vuole affidarsi a un “esercito” di assistenti civici – circa 60mila in tutto – con il compito di sorvegliare «il rispetto del distanziamento sociale» e per «dare un sostegno alla porta più debole della popolazione», come spiegano il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari.

In settimana sarà lanciato il bando rivolto «a inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori sociali». I Comuni, attraverso Anci, potranno avvalersi del contributo degli “assistenti civici” che però saranno coordinati dalla Protezione Civile che
avrà il compito di indicare alle Regioni le disponibilità su tutto il territorio nazionale

«Queste riaperture sono state fatte senza analisi di rischio. Non siamo in grado di prevedere nulla sul Coronavirus. Bisognava cercare di capire esattamente quanti sono i casi reali, facendo emergere tutto il sommerso, tutte le persone che telefonano perché stanno male a casa. E invece siamo in mano a guanti, mascherine e bel tempo». Non lasciano spazio a equivoci le parole del dottor Andrea Crisanti, professore di Microbiologia a Padova, nonché l’uomo che suggerì al governatore Luca Zaia l’esecuzione di test a tappeto in tutto il Veneto dopo l’esplosione dei casi a Vo’ Euganeo, riuscendo a contingentare il focolaio e a contenere – per quanto possibile – i casi nella regione. 

Intervistato su Il Fatto Quotidiano, Crisanti è intervenuto sulla questione dei giovani che ormai, secondo l’opinione pubblica, sarebbero improvvisamente diventati irresponsabili e i principali untori della Fase 2, a causa delle uscite, degli aperitivi e più in generale della famigerata “movida”. «Non condivido tutta questa esecrazione dei ragazzi che non osservano le disposizioni», spiega il professor Crisanti.

«I giovani sono vittime di messaggi assolutamente incoerenti: prima che le mascherine non servono, poi che devono essere marchiate Ce, poi che possono andare anche senza il marchio e alla fine che van bene anche se te le fai da solo». Insomma, a detta del professor Crisanti il problema non è tanto la “movida”, quanto la decisione di “riaprire tutto” senza prima aver analizzato i potenziali rischi che tali riaperture avrebbero comportato, al fine di procedere in modo strategico e sicuro per tutte e tutti, giovani e non. 

Anche oggi l’Istituto Spallanzani di Roma ha diffuso il quotidiano bollettino sulla situazione ricoveri all’interno della struttura. Nel 115esimo bollettino diramato dall’Istituto romano a oggi, 24 maggio, si contano 83 pazienti (-5 rispetto a ieri), di cui 38 positivi al Covid-19 (-3 rispetto a 24 ore fa) e 45 sottoposti a indagini (-2 rispetto a ieri). Stabili invece gli 11 i pazienti che necessitano di supporto respiratorio, ricoverati nel reparto di terapia intensiva dell’istituto. I pazienti dimessi e trasferiti a domicilio o in altre strutture territoriali sono invece 449.

Zero decessi e 3 nuovi casi. È questo il bilancio quotidiano fornito dalla provincia di Bolzano circa l’andamento epidemiologico della pandemia di Coronavirus. Il numero dei decessi nella provincia resta ancora stabile a quota 291 morti (174 negli ospedali e 117 nelle case di riposo, ndr), mentre si registrano +22 guariti, per un totale di 2.107 persone dimesse dopo la diagnosi di Covid-19.

A fronte di nuovi 902 tamponi elaborati rispetto a ieri (per un totale di 60.573 sin dall’inizio della pandemia, ndr), 3 persone sono risultate positive. Attualmente il numero di persone ricoverate nella provincia è pari a 36 (in calo rispetto a ieri, quando erano 41), mentre restano stabili a quota 3 i pazienti in terapia intensiva. Infine, 702 sono le persone in isolamento domiciliare, anche queste in calo rispetto a ieri, 23 maggio, quando se ne contavano 757.

Da domani, lunedì 25 maggio, prenderà il via l’indagine di sieroprevalenza dell’infezione da virus SARS-CoV-2 per valutare quante persone in Italia abbiano sviluppato gli anticorpi al nuovo Coronavirus, anche in assenza di sintomi, condotta dal Ministero della Salute e Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana. I cittadini selezionati verranno contattati dalla Croce Rossa e invitati a partecipare al prelievo di un campione ematico che verrà successivamente analizzato nei laboratori specializzati delle diverse regioni.

Qualora l’esito del test sierologico darà esito di positività al SARS-CoV-2, tale risultato verrà comunicato al paziente affinché possa porsi in isolamento ed essere monitorato dai servizi sanitari territoriali. Tuttavia, i dati personali aggregati saranno anonimizzati e l’esito dell’indagine verrà distribuito unica
mente agli enti autorizzati, e «potranno essere utilizzati anche per altri studi scientifici e per l’analisi comparata con altri Paesi europei».

In una nota congiunta viene spiegato come «il test verrà eseguito su un campione di 150mila persone residenti in duemila Comuni, distribuite per sesso, attività e sei classi di età». «Per ottenere risultati affidabili e utili è fondamentale che le persone selezionate per il campione aderiscano. Partecipare non è obbligatorio – si precisa – ma conoscere la situazione epidemiologica nel nostro Paese serve a ognuno di noi».

Assicurare il ritorno in sicurezza di bambini, giovani, docenti e personale scolastico a scuola a settembre continua a essere uno dei temi più discussi in questa Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Da settimane, il Comitato tecnico-scientifico, la task force del Miur e la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, stanno valutando diversi piani per la ripresa delle lezioni. 

Gli scenari ipotizzati dalla task force sono 3, a seconda della gravità dello status epidemiologico. Tuttavia iniziano a trapelare indiscrezioni più dettagliate su quella che sarà la nuova impostazione delle lezioni. Tra le possibili novità principali troviamo:

Come fare per mantenere in un buon stato di pulizia e di igiene i centri sportivi? Il ministero dello Sport ha pubblicato una serie di linee guida a tal proposito. Tra queste troviamo l’obbligo di fornire gel igienizzante agli sportive, pubblicare procedure informative nelle zone di accesso e nei luoghi comuni, creare un sistema di raccolta dedicato ai rifiuti potenzialmente infetti e la sanificazione dei locali a ogni cambio turno.

Oltre ad attuare le solite misure di sicurezza – rimanere a distanza, lavarsi le mani frequentemente ecc. ecc. – gli sportivi dovranno anche disinfettare i propri effetti personali, arrivare nel sito già vestiti, usare buste sigillanti per la raccolta di rifiuti potenzialmente infetti ed impegnarsi a non condividere borracce, attrezzi e altri effetti personali.

Usare il disinfettante con parsimonia e affidarsi ai normali detergenti neutri: sono questi alcuni dei consigli contenuti nel vademecum per la sanificazione dei negozi redatto dall’Istituto Superiore di Sanità. «Negli ambienti pubblici come i negozi non è necessario usare disinfettanti su tutte le superfici al fine di ridurre il rischio di trasmissione da Covid-19», si legge nel documento.

«Al contrario, la disinfezione, con prodotti disinfettanti non professionali comunemente reperibili, va riservata a quelle zone e/o superfici frequentemente toccate dai clienti, come maniglie, corrimani, piani di appoggio, superfici nelle cabine di prova, sistemi di pagamento, schermi touch o tastiere».

L’utilizzo di acqua e normali detergenti è sufficiente per la decontaminazione delle superfici. Per quanto riguarda i dispositivi di protezione invece sarebbe meglio che il cliente entrasse nel negozio senza guanti, utilizzando invece quelli monouso forniti dall’esercente.

Come già anticipato nei giorni scorsi, le regioni avranno una certa autonomia nello scegliere le norme che da domani guideranno la ripartenza con il Coronavirus. In Lombardia per esempio i ristoranti dovranno misurare la temperatura ai clienti prima che entrino nei locali mentre in Piemonte domani riapriranno solo negozi e parrucchieri. Qui i ristoranti dovranno aspettare un’altra settimana. In Campania invece i tra i tavoli dei ristoranti i clienti dovranno essere separati da una barriera di plexigass o di vetro.

Così come preannunciato nella conferenza stampa del premier Conte del 16 maggio, cambiano le regole e soprattutto cambia – ancora una volta – il modulo di autocertificazione per gli spostamenti tra diverse regioni. Per spostarsi all’interno delle regioni non sarà più necessario il modulo di autocertificazione. Per gli spostamenti tra regioni diverse, sino al 3 giugno, sarà necessario compilare il nuovo modello di autocertificazione. Gli spostamenti tra una regione e l’altra saranno consentiti solo o
per comprovate esigenze lavorative, o per motivi di salute, o per situazioni di necessità o ragioni di assoluta urgenza.

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