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Edizione del 19/05/2020
Estratto da pag. 1
"Fermate la corsa al sierologico altrimenti va in tilt il sistema"
Stefano Rizzi 07:22 Martedì 19 Maggio 2020L'esame è disponibile a pochi euro, persino in un kit fai da te. In caso dipositività al test va fatto il tampone. E qui iniziano i problemi: non ci sonoper tutti. L'appello dell'infettivologo Chichino: "Non fateli". Eppuresarebbero utili per lo screening della Fase 2[coronaviru] “Non correte a fare i test sierologici. I cittadini, al di fuoridi piani predisposti da strutture sanitarie o aziende, non li facciano. Sonofonti di guai e basta”. Un sasso, bello grosso, lanciato nello stagno. Altronon sono le parole di Guido Chichino, infettivologo formatosi al San Matteo diPavia e da anni primario all’Azienda ospedaliera di Alessandria.[Chichino-G]Era già incominciata prima della fine del lockdown la corsaall’analisi del sangue per scoprire se si è venuti in contatto con ilcoronavirus aveva, adesso nei laboratori c’è la fila da far invidia ai saldi.Igg e Igm ricorrono nei discorsi come i pronostici sulle partite al bar sport.Oltre che di santi, poeti e navigatori, proviamo anche ad essere un popolo divirologi, con l’aiuto di questi ultimi presenza fissa in tivù più delmeteorologi.Insomma, è dura convincersi che quell’esame così semplice – un ago nel braccio,addirittura uno spillo nel dito per chi azzarda il fai da te, e poche decine dieuro – è addirittura un intralcio. Come avverte l’infettivologo che ha spintoquando c’è stato da mettere in campo le cure tempestive a domicilio per curaredal Covid e che adesso dice: non correte a fare il test. “Lo fanno e poi sel’esito è positivo non sanno che fare, telefonano, chiedono. E io cosa possorispondere se non di fare il tampone. Ma non me lo fanno, rispondono. Ecco”.Appunto, ecco cosa sta succedendo e cosa potrà accadere nelle prossimesettimane, mesi quando oltre a indicare con buona approssimazione di avercontratto o meno il virus, i test confermeranno con certezza che c’è unproblema.[coronaviru]Houston è in Piemonte, dove i tamponi continuano a scarseggiare e afarsi attendere per i sintomatici, figuriamoci per chi vagola con in mano ilreferto di uno dei tanti laboratori rapidamente attrezzatisi per fare ciò cheil ministero e le Regioni continuano a spiegare ha valenza esclusivamenteepidemiologica, insomma sapere non chi ma quanti sono i positivi. E qui sta laprima contraddizione che diventa guaio.Quelli paventati da Chichino stanno, a suo dire, nell’equivoco: “Faccio iltest, accerta che ho fatto il Covoid senza accorgermene e quindi sono protetto:Chi l’ha detto? Nessuno ti può dire che sei protetto. E se scopri di esserepositivo che succede? Te lo fanno il tampone?”. La regola dovrebbe esserequella, ma la realtà è un’altra.[diaferia-5]“Il centro che effettua i test è tenuto a segnalare al Sisp i casipositivi, ma poi cosa accade? Si fanno rapidamente i tamponi?”. A chiederselo,con la risposta purtroppo già in tasca, è un medico di medicina generale dilunga esperienza come il torinese Giorgio Diaferia. “L’aumento dei testdovrebbe comportare una risposta adeguata e rapida in termini di tamponi, ma adoggi non se ne fanno più di settemila circa al giorno. Come si potrà risponderea quei potenzialmente positivi che hanno fatto autonomamente l’esame?”.Non serve prescrizione e quindi, chiunque può andare in un laboratorio privatoo addirittura nello studio di un medico (molti li fanno da qualche tempo) esottoporsi al test. La norma prevede che in caso di positività si avverta ilSisp e già qui, il nome evoca lentezze, mail perdute e altre falle che solo unmiracolo, oltre che a misure concrete che non si sono viste, avrebbe potutospazzare via dopo mesi di inciampi e lentezze. Gli stessi medici di famiglia,oggi possono disporre la quarantena a presunti positivi, ma la quarantena nonpuò trasformarsi in arresti domiciliari nell’attesa della decisione del giudiceche in questo caso sono i due tampono negativi. Ci sono persone che li hannoattesi per settimane e settimane. Di fronte a questo scenario a dir pococonfuso, cosa fa chi riceve l’esito positivo del test? “Meglio lasciarli fare astrutture sanitarie per i loro dipendenti, ad aziende che si or
ganizzano pergestire i percorsi – esorta l’infettivologo –. I cittadini lascino perdere”.[icardi-spe]Una posizione, quella di Chichino, che certamente farà discutere,ma che non si discosta troppo nella sostanza da quanto sostenuto sia dalministero della Salute, sia delle Regione. Il dicastero di Roberto Speranza inuna circolare indica nel tampone l'unico esame che può dare certezza dellapositività. La stessa circolare chiarisce che i test sierologici possono essereutili nell'identificazione degli asintomatici, ma il contraddittorio documentodel Ministero si fa scappare alcuni passaggi meno scontati, come laconsiderazione che i test rapidi "non offrirebbero evidenze prodotte daorganismi terzi in relazione alla loro qualità”. Insomma, il ministero offreuna sponda istituzionale alle Regioni, ma da queste e dal Piemonte rimbalza alGoverno la richiesta dell’assessore Luigi Icardi, nella sua veste dicoordinatore per la sanità in Conferenza delle Regioni: “Serve una strategiachiara nazionale”. Il rischio è quello di non poter eseguire tamponi per tutti.La stessa inversione di rotta della Regione che prima aveva vietato e poiconcesso ai privati di sottoporsi autonomamente e senza neppure la prescrizionemedica al test, racconta come sul tema non sia stata scacciata la confusione.Medici di famiglia che attivano il Sisp, persone positive al test che chiedonolumi, quarantene disposte e quarantene che non si attuano, Comuni che sispingono avanti sugli esami sierologici e poi devono fare i conti con positiviche temono di dover restare in casa non si sa fino a quando, tamponi attesi chenon si fanno.[Test-siero]Oggi, quando si avvia un ritorno a una parziale normalità, averequanti più strumenti possibili per individuare positivi asintomatici ècruciale. I test sierologici potrebbero contribuire a delineare la diffusionedel virus in Piemonte, ma serve una catena efficiente e rapida. Tamponi perconfermare l’eventuale infezione e contagiosità in corso, presa in caricochiara dei positivi al test, misure rapide di isolamento e altrettanto rapideper uscirne quando non più infetti. È questo ciò che, insieme ad altro, servenella Fase 2 sul fronte sanitario. Per evitare che, come dice con crudezzal’infettivologo Chichino, i test siano utili “solo a chi li offre".