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Edizione del 18/05/2020
Estratto da pag. 1
Francesco Boccia: “Per aprire i dehors sarà sufficiente mandare una mail” - Ultime notizie di cronaca e news dall`Italia e dal mondo
Il ministro degli Affari regionali: «De Luca non deve firmare niente, lo hanno fatto le Regioni»
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Il ministro degli Affari regionali: «De Luca non deve firmare niente, lo hanno fatto le Regioni»

ROMA. Sono quasi le sette di sera quando il ministro Francesco Boccia lascia la sede della Protezione Civile di Roma. È così fin dall’emergenza Covid-19, perché è chiaro - ammette - «che i rischi per la salute pubblica non sono ancora finiti. Altrimenti non sarei qui». Del resto, basta osservare il bollettino giornaliero: ieri altri 145 morti. Un dato più basso rispetto alle settimane scorse ma che si aggiunge alla lunga fila di decessi di questi mesi: oltre 31 mila persone portate via dall’inizio della pandemia.

«Sono stanco... Sono ore che parlo e non vorrei... Lo sa che mi sono fermato solo il giorno di Pasqua?». Naturalmente, perché la macchina della Protezione civile non chiude mai, «e poi - spiega il responsabile degli Affari regionali e della autonomie - la domenica serve per programmare la partenza di medici e infermieri volontari su tutto il territorio: 70-80 professionisti ogni due tre giorni. Fino ad ora oltre 2.300. Segno che il virus circola ancora nel nostro Paese e va combattuto».

E la domenica, appunto, è giorno di pianificazione. Una programmazione, però, che a sentire alcuni governatori di Regione non può essere esente da critiche. Anzi troppe ombre a sentire il presidente della Campania, Vincenzo De Luca che è andato in Tv da Lucia Annunziata a specificare di non aver firmato alcun documento per le riaperture di oggi. Di più: annuncia che nella sua regione oggi non ripartirà nulla. Cosa ne pensa? «De Luca non deve firmare nulla. Il parere è stato dato dalla conferenza delle Regioni. Una cosa sono le leggi e le regole un’altra cosa è la realtà virtuale. Poi c’è un decreto legge. Nessuno lo obbliga ad aprire. Ma se vuole ripartire deve seguire delle regole e attenersi alle indicazioni delle leggi dello Stato».

Già, le regole che però è abitudine arrivino quasi sempre in «zona Cesarini» con un Dpcm (decreto del presidente del consiglio) visto, rivisto e corretto proprio a poche ore dalla sua entrata in vigore. «Ripeto - afferma il ministro - questo è l’inizio di una fase nuova. La prima è durata due mesi e mezzo. E in quella fase lo Stato ha acquistato i ventilatori per le terapie intensive, li ha distribuiti sul territorio, ha inviato personale medico, ha distribuito soldi alla Regioni... Ora proprio perché restringere è doloroso, ma più facile, è inevitabile responsabilizzare i territori. Per le ripartenze, ci piaccia o no, il nostro Paese si confronta con 21 sistemi diversi e quindi è inevitabile coinvolgere tutti... Ma lo sforzo fatto oggi sarà utile per i mesi che varranno».

Certo, ma il professor Romano Prodi ritiene che «lo Stato debba tornare a spendere e l’Italia non deve precipitare troppo»...Insomma, più coraggio non crede?... «Ma noi siamo ancora nella seconda fase - chiarisce Boccia -. Voglio bene al “Prof”, e gli riconosco che è sempre avanti rispetto ai fatti, ma quel progetto industriale sarà applicato nella terza fase. Ora ci stiamo rimettendo a camminare. E fino a quando mi vedrete uscire dalla Protezione civile questa prospettiva ancora non c’è perché siamo ancora in emergenza...».

È prudente il ministro degli Affari regionali, tra le mani ha una cartella di dati riservati. La guarda e ammette: «Sono cauto. Lo sono sempre stato e continuo ad esserlo. Per la fase 3 - prosegue - posso garantire che la testa del premier Giuseppe Conte è già lì, da tempo, e per queste ragioni sarà utile il lavoro fatto dalla task force di Colao, dai ministri Gualtieri, Catalfo, Patuanelli e dalle parti sociali. Ci arriveremo per gradi a quell’appuntamento...». Già, ma bisogna sburocratizzare il Paese, liberarlo dalle carte bollate, dalle autocertificazioni infinite, come chiedono le categorie produttive... «E per questo sto preparando, per la parte che compete al mio ministero, un meccanismo di semplificazione che cancelli i tanti duplicati a carico delle imprese. Il modello è quello portato avanti dal sindaco di Bari Anto
nio De Caro. Deve poter bastare una mail per concedere il suolo pubblico a un titolare di un bar che ne faccia richiesta. Questo permetterà di saltare ben otto diversi procedimenti».

Un modello naturalmente applicabile e replicabile in ogni settore... «Certo - spiega Boccia - l’obiettivo è codificare legislativamente il metodo e rendere il meccanismo più ampio e flessibile possibile». E già, perché se la fase 2 comincia oggi la vera scommessa è quella di domani per rilanciare il sistema produttivo e recuperare decimali di Pil. Ma sarà così in ogni parte del Paese? «Me lo auguro - chiarisce - ma credo di no. Come ho già detto sono sempre prudente e penso che andremo verso una prospettiva dove alcuni cammineranno più speditamente e altri molto lentamente».

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