destradipopolo.net
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 48
Edizione del 17/05/2020
Estratto da pag. 1
FINO ALL`ULTIMO CAVILLO: L`ITALIA PROVA A RIPARTIRE IN UN CLIMA DA GROTTESCA RIUNIONE DI CONDOMINIO
GOVERNO E REGIONI SI CONTENDONO REGOLE E SI RIMPALLANO RESPONSABILITA’ (CONFONTANA CHE PROVA A FARE IL FURBO)… ALLE 18 FINALMENTE ARRIVA IL DECRETO MAMOLTI DOMANI NON AVRANNO NEANCHE IL TEMPO DI ADEGUARSI… CONE DICEVA LONGANESI:“DESCRIVERE IL VAGO CON ESTREMA PRECISIONE”Un grand commis di Stato racconta che ci sono problemi politici, ma ancheumanissimi e [5ec178472200001d17828df]tragicomici problemi da riunione dicondominio: “Ieri, per dire, abbiamo passato mezz’ora inchiodati su un punto.Mezz’ora di accese discussioni se in un passaggio nemmeno poi così rilevantedovessimo scrivere ‘preso atto’ oppure ‘sentito’. E ti sto facendo solo unesempio”.Tre giorni di Consiglio dei ministri a tappe, riunioni, vertici notturni,lavorio d’uffici per sfornare le centoquaranta pagine (venti di Decreto delpresidente del consiglio, più centoventi di relativi allegati) chedetermineranno il futuro del paese e “descrivere il vago con estremaesattezza”, per dirla con Leo Longanesi.Verso le 18 arriva la firma di Giuseppe Conte, quasi 24 ore dopo l’annuncio inconferenza stampa con i giornalisti, mentre per tutto il giorno da PalazzoChigi si spiegava che si era in attesa dell’ultima versione delle linee guidadelle Regioni, mentre i governatori protestavano che, in assenza di dpcm, nonsi potevano emettere le ordinanze regionali.È partito un gioco al rimbalzo delle responsabilità. “Non possono addossarletutte a noi”, dicono a microfoni spenti diversi governatori. È Vincenzo De Lucaa imbracciare il proverbiale lanciafiamme: “C’è un clima di confusione: dovremoaprire domattina, ma noi non apriamo né i ristoranti, né i pub, né altro perserietà. Abbiamo deciso di avere una interlocuzione con le categorie economicheper prepararli alla sanificazione a procurarsi pannelli”.Tutto rimandato al 21 in Campania, così come il Piemonte ha deciso di differirela riapertura, ma per cautele legate al contagio.In particolare De Luca contesta il monitoraggio che le Regioni devonoeffettuare sul contagio: “Su alcune norme di sicurezza generale devepronunciarsi il Ministero della Salute, non è possibile che il Governo scarichiopportunisticamente tutte le decisioni sulle Regioni. Non è accettabile”.Il rimpallo tra enti locali e Governo è continuo. Dopo aver rivendicatoautonomia delle scelte per settimane, la palla della responsabilità scotta trale mani dei governatori. Attilio Fontana, con alcune piccole differenze, hadeciso di rischiare e di seguire le linee guida per le riaperture, nonostantele centinaia di morti giornaliere.È stato proprio il presidente della Lombardia nella riunione notturna didomenica a contribuire all’ennesimo supplemento di discussione. La Conferenzadelle Regioni ha preteso di inserire le proprie linee guida tra gli allegatidel dpcm, incontrando la resistenza del giurista Conte, per la mancanza diforza di legge del testo.Qui Fontana ha provato a inserirsi, chiedendo una messa a punto delle norme neltesto, un nuovo confronto, magari un ulteriore passaggio con l’Inail.A questo punto sia il premier sia il presidente della Conferenza delle RegioniStefano Bonaccini hanno sentito puzza di bruciato.Un esponente di Governo la spiega così: “La Lombardia è stata un disastro, eFontana lo sa. Però non poteva permettersi di non riaprire con gli altri,avrebbe certificato la sua difficoltà, il suo fallimento, così ha provato arimandare”.Perché ricominciare il gioco dell’oca di una nuova definizione delle regoleavrebbe naturalmente portato a una dilazione dei tempi.In questo puzzle dell’assurdo si metta anche in conto di una riunione finitaalle 4 del mattino perché, trovato faticosamente un accordo, non si riusciva areperire Roberto Speranza.“Serve il suo ok”, ha spiegato Conte, estensore del dpcm “su proposta delministro della Salute”. Buttato finalmente giù dal letto il ministro, eccol’avallo, seguito da una giornata intera di limature e correzioni al testo finoalla firma serale.La cornice fornita da Palazzo Chigi dovrà essere riempita ora dalle singoleordinanze regionali. “Siamo pronti, aspettavamo solo il testo”, rispondono incoro Toti, Zaia, Bonacci
ni, Santelli.Commercianti e imprenditori vengono messi a conoscenza dei criteri ufficialiper ripartire a poche ore dalla ripartenza. “È un pasticcio - spiega undirigente del Pd - in tanti domani, magari anche dopodomani, rimarranno con lasaracinesca chiusa, non puoi ridurti così all’ultimo, è anzitutto una questionedi rispetto per i cittadini in difficoltà“.Cittadini che dovranno fare lo slalom tra le peculiarità di ogni singoloterritorio. A Milano e dintorni le mascherine saranno un obbligo ancheall’esterno, nel Lazio la distanza da rispettare per le attività e per iservizi al pubblico sarà di un metro e mezzo anziché di uno, la Toscana, vistoil poco tempo, si riserva di emanare protocolli integrativi.La Fase 2 da pianificazione accurata che doveva essere si è trasformata in unacorsa affannosa piena d’inciampi e incertezze. Descrivere il vago con estremaesattezza.(da “Huffingtonpost”)