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Edizione del 17/05/2020
Estratto da pag. 1
I governatori regionali insorgono nella notte. Toti guida la rivolta, poi la schiarita - Cronaca
Oggi le ordinanze, Rossi si allinea
Firenze, 17 maggio 2020 - Il tempo di mangiare un boccone dopo la conferenza stampa del premier Conte e poi parte la catena dei contatti telefonici tra i governatori regionali. "Bisogna mettere i puntini sulle i, la riapertura non può essere responsabilità solo delle amministrazioni regionali. Deve essere una scelta condivisa anche negli oneri".

E così il tam tam si infittisce tra sms e whatsapp. Fino ad arrivare alla convocazione notturna di una riunione fissata per l'1 di notte. Scorre il rullo su Rainews24: "Fase 2 governatori riuniti, nuovo incontro con Conte nella notte". Il rischio che salti tutto è nell'aria. Tra i più attivi che guidano la rivolta c'è il governatore ligure Toti.

Scrive prima dell'inizio della riunione on line: "Il Decreto del Presidente del Consiglio non corrisponde all'accordo politico raggiunto ieri. Le linee guida devono essere chiaramente recepite. Serve un'assunzione di responsabilità e coraggio. Sennò troppi pareri tecnici e troppi cavilli affonderanno l'Italia definitivamente. Noi non ci stiamo!". Gli fa eco sempre su Facebook il governatore lombardo Attilio Fontana: "Mancano le linee guida per la sicurezza settore per settore allegate al Dpcm. Proprio quelle che tutti attendono". Parte il confronto notturno. Nelle lunghe ore di trattativa ci sono stati momenti di forte contrasto. Alcuni governatori raccontano che lo stesso premier ha spiegato ai suoi interlocutori di non essere un'autorità scientifica o un organo tecnico. Ne è nata una disputa tra 'avvocati'. A cui, tra gli altri, hanno preso parte il governatore Fontana, il vicepresidente della Giunta campana Bonavitacola e il presidente pugliese e magistrato Emiliano. Altro punto su cui si sarebbe discusso - viene riferito - è la necessità di una preventiva indagine epidemiologica sul tema delle riaperture, poi l'intesa sull'obbligatorietà di fare riferimento al monitoraggio del ministero della Salute. Poi a notte fonda la schiarita.

"Lavoro intenso e molto utile per far ripartire l'Italia in sicurezza. Le richieste delle Regioni erano legittime, la soluzione è stata raggiunta nell'interesse del Paese", le parole del ministro per gli Affari regionali Boccia, "l'accordo che riprende le linee guida delle Regioni per le ordinanze sancisce ancora una volta la leale collaborazione tra Regioni e Governo". "Il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare regole certe alle attività che da lunedì potranno riaprire e sicurezza a lavoratori e cittadini", ha osservato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Il Presidente della Toscana Enrico Rossi aveva già ammainato la bandiera sabato pomeriggio quando aveva capito definitivamente che la sua proposta sulla gradualità delle aperture prima recepita dal premier, era stata accantonata. E così stamattina si è limitato a ribadire: "Anche i protocolli per la sicurezza che adotteremo, salvo raccomandazioni e consigli, sono quelli nazionali". Con l'unica punzecchiatura: "Mi permetto di fare però una domanda al governo: se si riapre tutti perché non si riapre anche la scuola?". Domanda legittima visto il bomba libera tutti da lunedì. Oggi è attesa l'ordinanza regionale che recepisce l'ultimo Dpcm. Da domani oltre alla ripresa della vita sociale e d economica gli occhi saranno puntati anche sulla curva dei contagi, bene in Toscana e Liguria, 'attenzionata' in Umbria, per capire se le liberazione di maggio è davvero un rischio calcolato.

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