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Dir. Resp.
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Edizione del 17/05/2020
Estratto da pag. 1
Alla fine le Regioni hanno avuto la meglio ma il braccio di ferro tra le parti è stato estenuante e non senza tensioni
Dopo l'ennesimo Dpcm e l'ennesimo discorso alla nazione di Giuseppe Conte, è andato in scena, fino a notte fonda, un acceso confronto tra il governo e le Regioni sul tema delle riaperture.Alla fine i governatori regionali hanno avuto la meglio, ma il testa a testa tra le parti è stato estenuante. Accanto al decreto sulle riaperture, previste per domani, l'esecutivo allegherà le linee guida elaborate dalle Regioni. Già, perché all'una di notte i governatori hanno minacciato di non firmare il Dpcm nel caso in cui l'esecutivo non le avesse allegate al decreto.La fumata bianca è arrivata all'alba. "Alla fine il risultato è arrivato", ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini. "Il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare regole certe alle attività che da lunedì potranno riaprire e sicurezza a lavoratori e cittadini. Il Governo si è impegnato a richiamare nel testo le linee guida elaborate e proposte dalla Conferenza delle Regioni quale riferimento certo e principale dai cui far discendere i protocolli regionali. Ciò assicurerà, peraltro – ha sottolineato Bonaccini - omogeneità e certezza delle norme in tutto il Paese".Lo scontro Conte-RegioniMa facciamo un passo indietro e ricostruiamo l'intera vicenda. Dopo l'intesa raggiunta venerdì, ieri sera erano tornate le distanze. "Troppi cavilli", sono insorti il governatore ligure Toti e altri presidenti di regione. "Il Dpcm - questa la protesta - non faceva neanche riferimento al protocollo unitario firmato dalle Regioni". Solo al termine di un lungo braccio di ferro è stato trovato l'accordo con la mediazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Dunque, il documento dei presidenti delle regioni sarà allegato al Dpcm.Durante la trattativa non sono mancati attimi di tensione. Alcuni governatori raccontano che lo stesso premier avrebbe spiegato ai suoi interlocutori di non essere un'autorità scientifica o un organo tecnico. Ne sarebbe nata una disputa tra avvocati. A cui, tra gli altri, avrebbero preso parte il governatore lombardo Attilio Fontana, il vicepresidente della Giunta campana Bonavitacola e il presidente pugliese e magistrato Michele Emiliano. Un altro punto su cui si sarebbe discusso – evidenzia l'agenzia Agi – è la necessità di una preventiva indagine epidemiologica sul tema delle riaperture, poi l'intesa sull'obbligatorietà di fare riferimento al monitoraggio del ministero della Salute."Lavoro intenso e molto utile per far ripartire l'Italia in sicurezza. Le richieste delle Regioni erano legittime, la soluzione è stata raggiunta nell'interesse del Paese": queste le parole del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. Lo stesso ministro ha poi aggiunto che "l'accordo che riprende le linee guida delle Regioni per le ordinanze sancisce ancora una volta la leale collaborazione tra Regioni e Governo".
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