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Edizione del 17/05/2020
Estratto da pag. 1
50 anni fa venivano istituite le Regioni a statuto ordinario
Dichiarazione congiunta del Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e del Vice Presidente Giovanni Toti

Prima di riportare il servizio, desideriamo richiamare la memoria a quanto accadde 50 anni fa.Le sinistre volevano le regioni per la semplice ragione che localmente avrebbero avuto il potere in alcune di esse. Le destre non le volevano proprio per impedire che le sinistre potessero amministrare qualche ente locale.La maggioranza parlamentare formata da DC e PCI votò a favore e così sono nate le regioni.Quello che è singolare è che quasi 50 anni dopo, il leader del PD (cioè il partito formato dalla fusione del PCI con la DC) Matteo Renzi provò a cancellarle.Non ci è riuscito, ma resta l’ossimoro della sinistra che – mutatis mutandi – ha provato a rimettere il dentifricio entro il tubetto.

Ecco il testo del comunicato congiunto di presidente e vicepresidente delle Regioni Stefano Bonaccini e Giovanni Toti 50 anni fa una legge dello Stato istituiva le Regioni a Statuto ordinario. Il regionalismo, già definito nella Costituzione del 1948 e avviato parzialmente con le 5 Regioni a Statuto Speciale, diventava finalmente una realtà.«Se questo non è il momento per manifestazioni o eventi celebrativi, resta il fatto che questo importante anniversario è un'occasione per riflettere, come Paese, sul contributo che le istituzioni regionali hanno dato alla democrazia e all'assetto della nostra Repubblica.» L'emergenza Covid-19 ha mostrato un'Italia che, pur in una situazione drammatica, è in grado di reagire anche grazie alla funzione cruciale delle Regioni e delle autonomie locali, parte integrante della Repubblica. In questo difficile momento le Regioni, con le loro differenze (territoriali, economiche, sociali e politiche), hanno saputo mettere da parte ogni sterile contrapposizione per cercare, attraverso il confronto e il dialogo con le proprie comunità, un punto di equilibrio ed una soluzione condivisa nell'interesse di tutti i cittadini.Ora più che mai, da nord a sud e senza distinzione di colore politico, è indispensabile lavorare per rimettere in moto il Paese. In questo tempo difficile è emerso uno spirito di solidarietà che ci ha guidato nella comune ricerca delle soluzioni praticabili.Sappiamo che la collaborazione istituzionale è una strada difficile da percorrere, ma sappiamo anche che è un percorso obbligato nell’interesse dei cittadini e dei territori. Anche per questo nessuno – neanche autonomisti convinti come noi – può mettere in discussione l’unità della Repubblica come bene comune.E certo è proprio questo il disegno che aveva in mente il Costituente quando, dopo un dibattito lungo e approfondito, delineò nella Carta in modo convinto il ruolo e le prerogative delle Regioni.

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