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Edizione del 16/05/2020
Estratto da pag. 1
Bonaccini: riapriamo o sarà scontro sociale. Nessuno si opponga ai miliardi del Mes
Il governatore dell’Emilia-Romagna spiega come è stato trovato l’accordo con il governo. «Conte? ha fatto bene la prima fase 1, ma ora arriva il...
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Governatore Stefano Bonaccini, in Emilia Romagna ci sono stati 4 mila morti. Lei ha applicato due strategie: prima ha chiuso tutto e subito, mentre ora spinge molto per le riaperture. Perché?«Ho chiuso subito le scuole, con Lombardia e Veneto. Poi stop a bar, ristoranti e jogging. Rimini e Piacenza zone arancioni, e Medicina zona rossa. Eravamo gli unici confinanti con Codogno. Ho tenuto le spiagge chiuse una settimana in più. Ho usato massima cautela nella gestione della pandemia, ma ora credo che, rispettando alla lettera i protocolli, bisogna ripartire. Perché se non proviamo mai, presto dovremmo fare i conti con uno scontro sociale. Ci sono persone che da mesi non lavorano, tengono imprese chiuse e hanno timori per le famiglie».



Venerdì, tra i governatori, è scattato il tutti contro tutti. Poi, da presidente della Conferenza delle Regioni, come ha convinto gli altri colleghi a seguirla, per di più siglando un documento che calca molto le linee dell’Emilia?«Davanti alla proposta di Conte ci siamo detti: “Abbiamo una occasione unica per dimostrare di saper trovare una sintesi”. Poi a un certo punto è arrivato il “lodo Toti”, per tenere tutto insieme. Devo ringraziare i miei colleghi e il governo, e il premier che ci ha messi alla prova. Trovare un’intesa, davanti a tante differenze geografiche e politiche, è stato un bel momento».

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Il premier vi ha di fatto riconosciuto un’autonomia differenziata. Però con un altolà marcato: se la situazione peggiorasse scatterà di nuovo il lockdown. Ha timori? «Bisogna avere fiducia, ma contemporaneamente essere pronti alle situazioni peggiori. E quindi anche a richiudere quanto necessario».

Nella gestione di questa pandemia ha visto politiche di destra e di sinistra? «Siamo tutti sulla stessa barca e serve unità. Io, però, su una cosa basai la campagna elettorale: centralità del sistema sanitario, con la parte pubblica sempre e rigorosamente preponderante. Abbiamo avuto la riprova di quanto sia importante una sanità sul territorio, con strutture di assistenza intermedie. Ora voglio vedere chi avrà il coraggio di dire di “no” a oltre 30 miliardi del Mes, a disposizione per investirli nella sanità».

Il suo nuovo libro ha un titolo chiaro: La destra si può battere. Il Pd può riuscirci? «L’ho scritto dopo le Regionali. Poi è arrivata la pandemia. Cosa serve? Tre cose: realizzare quanto promesso per avere credibilità, togliersi la puzza sotto il naso e tornare nei luoghi da dove eravamo scomparsi. Bisogna creare un campo largo, inserendo tanto civismo positivo. Mai populisti, ma molto più popolari».

Conte potrebbe battere la destra? «Ha gestito bene la prima fase, ma adesso arriva la parte difficile. Se riuscirà a ridare fiducia e speranza agli italiani facendo ripartire l’economia, allora potrebbe essere un candidato possibile».

Da domani anche l’Emilia-Romagna riaprirà le spiagge. È pronto a riaccogliere Salvini al Papeete?«Si potrà tornare a passeggiare. Gli stabilimenti apriranno dal 25, per dare a tutti il tempo di essere pronti: invito tutti ad avere estrema cautela. Salvini è benvenuto: siamo conosciuti nel mondo per la nostra ospitalità. Credo però che, stavolta, non tornerà a suonare i campanelli».

Dove andrà in vacanza? «In questi mesi non mi sono potuto permettere nemmeno un minuto per piangere: non ho perso familiari, ma persone care sì. In vacanza non vado da due anni: due estati fa tornai subito dal Portogallo per la cisterna esplosa in autostrada. Poi la campagna elettorale. Starò in Emilia-Romagna, terra che adoro».