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Dir. Resp.
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Edizione del 16/05/2020
Estratto da pag. 1
IMPRESE CONTENTE DEL "LIBERI TUTTI", MA PER IL 27% DEI COMMERCIANTI RIAPRIRE "NON E` CONVENIENTE"
LA CNA PLAUDE: “E’ QUELLO DI CUI AVEVAMO BISOGNO”… CONFESERCENTI: “BENE, MA CONIL CALO PREVISTO DEI RICAVI, PER MOLTI NON VALE LA PENA RIAPRIRE”[104422735-e672c198-c588]Piccole imprese soddisfatte per la rotta tracciata dalConsiglio dei ministri per l’uscita dalla fase di emergenza del Covid. Ma c’èil rischio, dicono i commercianti, che a conti fatti soltanto sei attività sudieci decidano di tirare su la saracinesca fin da subito, mentre altre trerinvieranno a data da destinarsi la decisione e c’è ancora una piccola quota diindecisioneLe regole (e le sanzioni) per ripartireIl governo ha deciso, d’intesa con le regioni, i protocolli e il quadro entroil quale muoversi per le riaperture. Oltre al tema degli spostamenti, ècentrale quello delle attività produttive. “A partire dal 18 maggio, leattività economiche, produttive e sociali devono svolgersi nel rispetto deicontenuti di protocolli o linee guida, idonei a prevenire o ridurre il rischiodi contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi, adottati dalleregioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, nelrispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali”,ha spiegato Palazzo Chigi nella nota post-riunione.Alle stesse Regioni spetta il monitoraggio giornaliero dei dati sulladiffusione dei contagi, da girare a Ministero della Salute, Iss e Comitatotecnico-scientifico per valutare se il Ssn è sotto stress o meno e adeguare lemisure.Non mancano le sanzioni: “Il mancato rispetto dei contenuti dei protocolli odelle linee guida regionali o, in assenza, nazionali, che non assicuri adeguatilivelli di protezione, determina la sospensione dell’attività economica oproduttiva fino al ripristino delle condizioni di sicurezza”. Nel caso in cuile violazioni del decreto avvvengano nell’esercizio di un’attività di impresa,alla multa da 400-3 mila euro si somma “la sanzione amministrativa accessoriadella chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni. Ove necessarioper impedire la prosecuzione o la reiterazione della violazione, l’autoritàprocedente può disporre la chiusura provvisoria dell’attività o dell’esercizioper una durata non superiore a 5 giorni, eventualmente da scomputare dallasanzione accessoria definitivamente irrogata, in sede di sua esecuzione. Incaso di reiterata violazione della medesima disposizione la sanzioneamministrativa è raddoppiata e quella accessoria è applicata nella misuramassima”.Le imprese: bene le indicazioni, ma i commercianti hanno pauraLe nuove indicazioni sono state accolte “con grande soddisfazione” dalla Cna diRoma. “In questo modo, pur tra le grandi difficoltà dettate dal necessariodistanziamento sociale derivante dalla pandemia, sarà più facile - si legge inuna nota - che la ristorazione, gli alberghi, gli acconciatori e gli estetisti,il commercio, gli stabilimenti balneari, le piscine e le palestre, riapranofinalmente le loro attività e ricomincino a fornire prodotti e servizi utilialla cittadinanza”.Per il segretario della Cna di Roma, Stefano di Niola, “si tratta di unprovvedimento che supera di slancio tutte le incertezze finora presenti, ed èproprio quello di cui gli operatori sentivano la necessità, trovandosi a poterlavorare nel rispetto di regole non solo più facilmente applicabili, ma anchepiù omogenee tra i settori coinvolti, come avevamo richiesto a gran voce in piùoccasioni”.Più scettica la Confesercenti, per la quale l’accordo di tarda sera è sì uno“spiraglio importante, forse decisivo per uscire dall’incertezza”, ma d’altraparte apre a “una corsa ad ostacoli e contro il tempo”.Da un sondaggio svolto con Swg emerge infatti che solo 6 imprese su 10, tranegozi, bar e ristoranti, sono intenzionati a riaprire lunedì 18 maggio, dataprevista della ripartenza.“Più di tutti è pesata la previsione di essere costretti a lavorare incondizioni antieconomiche. Gli imprenditori - prosegue la nota - temonol’impatto della rigidità delle linee guida sulle attività, e di rimanereschiacciati tra l’aumento dei costi di gestione e il prevedibile calo deiricavi. Sono preoccupati, inoltre, a
nche dal tema delle responsabilità legali”.Dice il sondaggio tra gli addetti al commercio al dettaglio e lasomministrazione che gli imprenditori intenzionati ad aprire il 18 maggio sonoil 62%, contro un 27% che ha invece già deciso di rimanere chiuso. E’ ancoraincerto l’11%, e deciderà durante il fine settimana. Tra chi rimarràsicuramente chiuso, il 68% indica come motivazione la mancata convenienzadell’apertura. Ma - sottolinea l’associazione - c’è anche un 13% che comunquecontinua ad avere timori legati alla sicurezza, anche per la lunga incertezzasulla normativa relativa.(da agenzie)