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Dir. Resp.
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Edizione del 16/05/2020
Estratto da pag. 1
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Il decreto legge in Cdm. Le regioni potranno sostituirsi alle direttive Inail e nazionali sulle riaperture Conte sblocca l' intesa con i governatori: «Mattarella vuole i diritti fondamentali nel Dl, non nel Dpcm»roma L' accordo alla fine è arrivato. Il Governo ha dato il via libera alle linee guida approvate nel pomeriggio di ieri dalla Conferenza delle Regioni, che prevedono criteri decisamente meno stringenti di quelli Inail per la riapertura di negozi, bar, ristoranti, stabilimenti balneari ma anche palestre e piscine, parchi e mercati. A ufficializzare l' intesa è lo stesso testo del decreto legge approdato ieri sera al Consiglio dei ministri dopo una giornata densa di incontri e tensioni tanto che l' esecutivo era stato costretto a sospendere il Consiglio dei ministri. Il provvedimento del Governo mette però ora nero su bianco che per la riapertura di attività economiche, produttive e sociali sarà necessario rispettare «protocolli o linee guida» adottati «dalle Regioni o dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome». I protocolli nazionali, dunque, con le prescrizioni Inail che tante critiche avevano sollevato tra le categorie, restano in panchina ed entreranno in gioco- come esplicita il decreto - solo «in assenza di quelli regionali». Un principio che verra ribadito anche dal nuovo Dpcm che sarà varato probabilmente oggi e nel quale entreranno anche le nuove linee guida indicate dalle Regioni. Si riducono quindi le distanze di tavoli e ombrelloni e si allentano i divieti per gli ingressi nei negozi come per il consumo di bevande al banco nei bar (si veda l' articolo qui sotto) o per il servizio di parrucchieri. Non solo. Di fatto questo decreto cancella quasi tutti i divieti che erano stati introdotti in questi mesi con i Dpcm, a partire dalla liberata di circolazione. Una scelta che - come ha fatto capire il premier - va incontro alle indicazioni provenienti dal Quirinale. E infatti il provvedimento conferma anche che gli spostamenti tra Regioni potranno esserci solo a partire dal 3 giugno. E dalla stessa data saranno nuovamente consentiti i viaggi all' estero, l' uscita e l' entrata dai confini italiani. Mentre all' interno della propria Regione ci si potrà muovere senza autocertificazione. Unica condizione ineludibile imposta alle Regioni è il monitoraggio dei dati del contagio. Una conclusione che ha soddisfatto tutti. A partire dal premier Giuseppe Conte che assieme a l ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e a quello della Sanità , Roberto Speranza hanno voluto privilegiare la strada di trovare anzitutto un accordo unitario tra le Regioni per evitare il caos. Soluzione affatto scontata. Anche perchè tra gli stessi Governatori si respirava una certa tensione. In particolare fin dall' inizio il lombardo Attilio Fontana aveva insistito sulla necessità di prescrizioni uniformi in tutte le Regioni mentre altri, a partire da due colleghi di partito come i presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, non avevano alcuna intenzione di indietreggiare rispetto ai protocolli messi a punto sui loro territori nei giorni scorsi. Alla fine è toccato al presidente della Conferenza, e governatore dell' Emilia Romagna Stefano Bonaccini che arallelamente alla moral suasion operata dal ministro Boccia trovare una sintesi che di fatto accontenta tutti visto che le nuove prescrizioni contenute nelle linee guida approvate dalla Conferenza e recepite dal Governo di fatto assorbono quelle già redatte dalle singole Regioni. «C' è stata grande collaborarazione»,ha detto Boccia che ha lavorato fino all' ultimo per l' intesa. Restano ancora insolute alcune questioni. A partire da quella solevata dal Governatore dell' Abruzzo Marco Marsilio sull' uso degli accantonamenti regionali. Ma l' intesa trovata consentedi guardare con minor preoccupazione alla fase due. Anche se l' attenzione resta puntata sui contagi. E infatti l' unica condizione imprescindibili imposta dal Governo è che le Regioni applichino quotidianamente
le indicazioni del ministro della Sanità sul monitoraggi per avere un controllo costante sull' andamento del virus post riaperture. Resta anche confermato la possibilità ovviamente per le Regioni di decidere autonomamente le date delle ripartenze. Ad esempio il Piemonte ha già fatto sapere che bar e ristoranti apriranno solo dal 25. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Barbara Fiammeri