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Edizione del 16/05/2020
Estratto da pag. 1
Raggiunto l’accordo Governo-Regioni, nuove aperture da lunedì
CdM notturno per decidere il via libera alle attività di servizi alla persona e vendite al dettaglio; sulla base dei dati le Regioni potranno integrare l’elenco
Durante la conferenza stampa del 13 maggio scorso, sull’approvazione del decreto “Rilancio”, non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva annunciato che il proseguimento della “fase 2” sarebbe stato disciplinato da un decreto legge.“Sarebbe la soluzione migliore per coinvolgere ancora più intensamente il Parlamento”, aveva affermato. Proprio un decreto legge “Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19” era all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di ieri, convocato inizialmente per le 12, poi sospeso – probabilmente per un ulteriore confronto con le Regioni –, ripreso intorno alle 23 e ancora in corso al momento della chiusura del Quotidiano.

Il 17 maggio 2020 cessano, infatti, le misure di contenimento comprese nel DPCM 26 aprile 2020, che aveva disposto alcune aperture, come la ripresa del settore manifatturiero ed edile e la possibilità di vedere i congiunti nella stessa Regione (si veda “Inizia la «fase due», tornano a lavoro oltre 4 milioni di italiani” del 4 maggio 2020). Deve dunque essere regolato quanto accadrà a partire dal prossimo lunedì. Nei giorni scorsi l’INAIL aveva emanato i primi documenti tecnici per la ripresa delle attività del servizio di cura alla persona (si veda “Aree di attesa anche all’esterno dei locali per i servizi di cura della persona” del 14 maggio 2020) e di ristorazione e balneazione (si veda “Prime indicazioni per la riapertura delle attività di ristorazione e balneazione” del 13 maggio 2020). 

Il confronto con le Regioni pare essere stato proficuo. Parole di soddisfazione sono state espresse dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Stefano Bonaccini (Presidente dell’Emilia Romagna): “La collaborazione istituzionale sta portando a costruire un decreto legge che risponde alle esigenze dei territori e a un accordo che si basa sull’applicazione delle linee guida omogenee formulate dalle Regioni per una riapertura sicura delle attività economiche fin qui sospese”.

La Conferenza delle Regioni, con il comunicato di ieri, definisce quello siglato con il Governo un “accordo pieno sulla fase di partenza che prende il via il 18 maggio. Il Presidente del Consiglio, nelle more del Consiglio dei Ministri impegnato nell’approvazione del decreto legge che disciplinerà il regime delle nuove aperture dal prossimo lunedì, ha espresso un primo orientamento positivo sulla proposta avanzata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che coniuga responsabilità, sicurezza, flessibilità e autonomia”.

Il Governo stabilirà l’apertura già preannunciata di alcune attività (servizi alla persona, vendite al dettaglio) e saranno le Regioni a stabilire quali altre attività aprire a partire dal nuovo provvedimento del Governo, sulla base dei dati tecnici quotidianamente raccolti, sulla base di protocolli regionali discendenti da linee guida nazionali omogenee e condivise.

“L’obiettivo è quello di dare certezza agli operatori e ai consumatori, assicurando allo stesso tempo un’applicazione il più possibile omogenea su tutto il territorio nazionale”, chiarisce il presidente Bonaccini.Le linee di indirizzo comuni riguarderanno: la ristorazione; le attività turistiche (balneazione); le strutture ricettive; i servizi alla persona (parrucchieri ed estetisti); il commercio al dettaglio; le piscine; le palestre; gli uffici aperti al pubblico; la manutenzione del verde; musei archivi e biblioteche.

“È un documento che verrà richiamato o recepito negli stessi provvedimenti che il Governo si appresta a varare, riconoscendone la coerenza con i criteri fissati dall’Istituto superiore di sanità e da INAIL. Un contributo – conclude il Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini – che testimonia il grande senso di responsabilità ed il pragmatismo con cui le Regioni hanno impostato il confronto con il Governo, consentendo ora la riapertura sicura di tante attività sospese”.

Secondo le bozze circolate ieri da lunedì potr
ebbe non essere più necessaria l’autocertificazione per gli spostamenti nella stessa Regione e dal 3 giugno potrebbe riprendere la mobilità interregionale e persino quella europea. Tuttavia, se per l’accordo con le Regioni esiste una comunicazione ufficiale, per le altre ipotesi occorrerà attendere il testo definitivo. 

Durante la conferenza stampa del 13 maggio scorso, sull’approvazione del decreto “Rilancio”, non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva annunciato che il proseguimento della “fase 2” sarebbe stato disciplinato da un decreto legge.“Sarebbe la soluzione migliore per coinvolgere ancora più intensamente il Parlamento”, aveva affermato. Proprio un decreto legge “Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19” era all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di ieri, convocato inizialmente per le 12, poi sospeso – probabilmente per un ulteriore confronto con le Regioni –, ripreso intorno alle 23 e ancora in corso al momento della chiusura del Quotidiano.

Il 17 maggio 2020 cessano, infatti, le misure di contenimento comprese nel DPCM 26 aprile 2020, che aveva disposto alcune aperture, come la ripresa del settore manifatturiero ed edile e la possibilità di vedere i congiunti nella stessa Regione (si veda “Inizia la «fase due», tornano a lavoro oltre 4 milioni di italiani” del 4 maggio 2020). Deve dunque essere regolato quanto accadrà a partire dal prossimo lunedì. Nei giorni scorsi l’INAIL aveva emanato i primi documenti tecnici per la ripresa delle attività del servizio di cura alla persona (si veda “Aree di attesa anche all’esterno dei locali per i servizi di cura della persona” del 14 maggio 2020) e di ristorazione e balneazione (si veda “Prime indicazioni per la riapertura delle attività di ristorazione e balneazione” del 13 maggio 2020). 

Il confronto con le Regioni pare essere stato proficuo. Parole di soddisfazione sono state espresse dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Stefano Bonaccini (Presidente dell’Emilia Romagna): “La collaborazione istituzionale sta portando a costruire un decreto legge che risponde alle esigenze dei territori e a un accordo che si basa sull’applicazione delle linee guida omogenee formulate dalle Regioni per una riapertura sicura delle attività economiche fin qui sospese”.

La Conferenza delle Regioni, con il comunicato di ieri, definisce quello siglato con il Governo un “accordo pieno sulla fase di partenza che prende il via il 18 maggio. Il Presidente del Consiglio, nelle more del Consiglio dei Ministri impegnato nell’approvazione del decreto legge che disciplinerà il regime delle nuove aperture dal prossimo lunedì, ha espresso un primo orientamento positivo sulla proposta avanzata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che coniuga responsabilità, sicurezza, flessibilità e autonomia”.

Il Governo stabilirà l’apertura già preannunciata di alcune attività (servizi alla persona, vendite al dettaglio) e saranno le Regioni a stabilire quali altre attività aprire a partire dal nuovo provvedimento del Governo, sulla base dei dati tecnici quotidianamente raccolti, sulla base di protocolli regionali discendenti da linee guida nazionali omogenee e condivise.

“L’obiettivo è quello di dare certezza agli operatori e ai consumatori, assicurando allo stesso tempo un’applicazione il più possibile omogenea su tutto il territorio nazionale”, chiarisce il presidente Bonaccini.Le linee di indirizzo comuni riguarderanno: la ristorazione; le attività turistiche (balneazione); le strutture ricettive; i servizi alla persona (parrucchieri ed estetisti); il commercio al dettaglio; le piscine; le palestre; gli uffici aperti al pubblico; la manutenzione del verde; musei archivi e biblioteche.

“È un documento che verrà richiamato o recepito negli stessi provvedimenti che il Governo si appresta a varare, riconoscendone la coerenza con i criteri fissati dall’Istituto superiore di sanità e da INAIL. Un contri
buto – conclude il Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini – che testimonia il grande senso di responsabilità ed il pragmatismo con cui le Regioni hanno impostato il confronto con il Governo, consentendo ora la riapertura sicura di tante attività sospese”.

Secondo le bozze circolate ieri da lunedì potrebbe non essere più necessaria l’autocertificazione per gli spostamenti nella stessa Regione e dal 3 giugno potrebbe riprendere la mobilità interregionale e persino quella europea. Tuttavia, se per l’accordo con le Regioni esiste una comunicazione ufficiale, per le altre ipotesi occorrerà attendere il testo definitivo. 

Durante la conferenza stampa del 13 maggio scorso, sull’approvazione del decreto “Rilancio”, non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva annunciato che il proseguimento della “fase 2” sarebbe stato disciplinato da un decreto legge.“Sarebbe la soluzione migliore per coinvolgere ancora più intensamente il Parlamento”, aveva affermato. Proprio un decreto legge “Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19” era all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di ieri, convocato inizialmente per le 12, poi sospeso – probabilmente per un ulteriore confronto con le Regioni –, ripreso intorno alle 23 e ancora in corso al momento della chiusura del Quotidiano.

Il 17 maggio 2020 cessano, infatti, le misure di contenimento comprese nel DPCM 26 aprile 2020, che aveva disposto alcune aperture, come la ripresa del settore manifatturiero ed edile e la possibilità di vedere i congiunti nella stessa Regione (si veda “Inizia la «fase due», tornano a lavoro oltre 4 milioni di italiani” del 4 maggio 2020). Deve dunque essere regolato quanto accadrà a partire dal prossimo lunedì. Nei giorni scorsi l’INAIL aveva emanato i primi documenti tecnici per la ripresa delle attività del servizio di cura alla persona (si veda “Aree di attesa anche all’esterno dei locali per i servizi di cura della persona” del 14 maggio 2020) e di ristorazione e balneazione (si veda “Prime indicazioni per la riapertura delle attività di ristorazione e balneazione” del 13 maggio 2020). 

Il confronto con le Regioni pare essere stato proficuo. Parole di soddisfazione sono state espresse dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Stefano Bonaccini (Presidente dell’Emilia Romagna): “La collaborazione istituzionale sta portando a costruire un decreto legge che risponde alle esigenze dei territori e a un accordo che si basa sull’applicazione delle linee guida omogenee formulate dalle Regioni per una riapertura sicura delle attività economiche fin qui sospese”.

La Conferenza delle Regioni, con il comunicato di ieri, definisce quello siglato con il Governo un “accordo pieno sulla fase di partenza che prende il via il 18 maggio. Il Presidente del Consiglio, nelle more del Consiglio dei Ministri impegnato nell’approvazione del decreto legge che disciplinerà il regime delle nuove aperture dal prossimo lunedì, ha espresso un primo orientamento positivo sulla proposta avanzata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che coniuga responsabilità, sicurezza, flessibilità e autonomia”.

Il Governo stabilirà l’apertura già preannunciata di alcune attività (servizi alla persona, vendite al dettaglio) e saranno le Regioni a stabilire quali altre attività aprire a partire dal nuovo provvedimento del Governo, sulla base dei dati tecnici quotidianamente raccolti, sulla base di protocolli regionali discendenti da linee guida nazionali omogenee e condivise.

“L’obiettivo è quello di dare certezza agli operatori e ai consumatori, assicurando allo stesso tempo un’applicazione il più possibile omogenea su tutto il territorio nazionale”, chiarisce il presidente Bonaccini.Le linee di indirizzo comuni riguarderanno: la ristorazione; le attività turistiche (balneazione); le strutture ricettive; i servizi alla persona (parrucchieri ed estetisti); il commercio al dettaglio; le piscine; l
e palestre; gli uffici aperti al pubblico; la manutenzione del verde; musei archivi e biblioteche.

“È un documento che verrà richiamato o recepito negli stessi provvedimenti che il Governo si appresta a varare, riconoscendone la coerenza con i criteri fissati dall’Istituto superiore di sanità e da INAIL. Un contributo – conclude il Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini – che testimonia il grande senso di responsabilità ed il pragmatismo con cui le Regioni hanno impostato il confronto con il Governo, consentendo ora la riapertura sicura di tante attività sospese”.

Secondo le bozze circolate ieri da lunedì potrebbe non essere più necessaria l’autocertificazione per gli spostamenti nella stessa Regione e dal 3 giugno potrebbe riprendere la mobilità interregionale e persino quella europea. Tuttavia, se per l’accordo con le Regioni esiste una comunicazione ufficiale, per le altre ipotesi occorrerà attendere il testo definitivo.