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Edizione del 15/05/2020
Estratto da pag. 1
Si spacca il fronte delle Regioni: Fontana non ci sta a rimanere indietro
La Lombardia chiede linee uguali per tutti per le riaperture. Ma gli altri governatori non ci stanno, anche i leghisti Zaia e Fedriga si smarcano. Cdm in corso
Si spacca il fronte delle Regioni ma ancor di più si spacca il fronte leghista. Il Consiglio dei ministri sarebbe dovuto iniziare alle 12 e invece la cabina di regia tra governo ed Enti locali, per decidere come riaprire dal 18 maggio le attività commerciali e quando riaprire le regioni, si è protratta più del previsto. È evidente che anche in questo caso sia iniziata una corsa contro il tempo. Prende la parola Attilio Fontana: “Servono linee guida uguali per tutti”. Nessuna differenziazione insomma tra una regione e l’altra, quando invece ci sono presidenti che vorrebbero aprire i confini prima del previsto.

In questo modo la Lombardia di Fontana, con un numero di contagi Covid di nuovo leggermente in aumento, rischierebbe di restare indietro. La linea del governo prevede, per i presidenti di regione, la libertà di emanare proprie ordinanze sulla base dei dati epidemiologici. 

A opporsi a Fontana, più di chiunque altro, è proprio il fronte del Nord. Luca Zaia, presidente del Veneto, leghista anche lui, non ne vuole sapere. Ma anche Massimiliano Fedriga, che guida il Friuli Venezia Guilia. In pratica Fontana si ritrova isolato. Prendono la parola anche Michele Emiliano, presidente oltre che dell’Emilia Romagna anche della Conferenza delle Regioni, e il vicepresidente della Campania Fulvio Bonavitacola. Solo il presidente dell’Anci Antonio Decaro raccoglie l’appello di Fontana, “altrimenti qui diventa una Babele”, riporta l’Adnkronos.

Il punto di partenza illustrato dal premier Conte e previsto dalla bozza di decreto che arriverà in Consiglio dei ministri prevede che non sia necessario il rispetto ‘letterale’ dei protocolli di sicurezza indicati dall’Inail ma in ogni caso i protocolli differenziati delle regioni devono rispettare i principi fondamentali delle linee guida.

Sono allo studio quindi due provvedimenti, oggetto di discussione in Consiglio dei ministri iniziato dopo le 13: un decreto nel quale vengono stabilite le linee guida e poi un decreto del presidente del Consiglio con i singoli dettagli. Tutte le attività commerciali ripartiranno dal 18 maggio. E gli spostamenti tra regioni potranno riprendere dal 3 giugno (salvo comprovate ragioni di necessità). Le regioni potranno adottare misure più restrittive, in base ai dati epidemiologici. Cioè potranno protrarre le chiusure. Se in una regione aumentano i contagi sarà il ministro della Salute a indicare nuove chiusure.

Dal 18 maggio, intanto, cadranno tutti i limiti di mobilità all’interno dei confini regionali, con l’esclusione di chi è in quarantena, che avrà il divieto assoluto di spostamento. Nel dpcm è prevista la possibilità di spostarsi nel luogo di residenza, domicilio o abitazione. Il tema da definire, ora, è se in questa fattispecie possano rientrare anche le seconde case.

Nella bozza del decreto è prevista una sanzione da 400 a 3mila euro per chi viola le regole. Per le imprese e le attività commerciali è prevista anche la chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni fino a quando non si metteranno in regola.

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