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Dir. Resp.
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Edizione del 11/05/2020
Estratto da pag. 1
Italia delle Regioni
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, presieduta da StefanoBonaccini, ha approvato un ordine del giorno sulla cosiddetta “Fase 2”dell’emergenza Covid-19. Il documento è stato illustrato e consegnato alGoverno nel corso della Conferenza Stato-Regioni dal Presidente Bonaccini. “Sista assistendo positivamente in questi giorni – si legge nel documento – allaripresa graduale delle attività produttive che in forza di precedenti decretiavevano sospeso le attività”. Ma “Il DPCM 26 aprile 2020 nonostante le primeindicazioni per la riapertura non ha previsto un cronoprogramma relativamentealle numerose attività ancora sospese o chiuse”.Secondo le Regioni c’è “il rischio” che “una sospensione prolungata” delle“attività economiche non contemplate nel decreto mette fortemente a rischio lasopravvivenza di migliaia di attività economiche, determinanti per le diverseeconomie regionali e per la tenuta del tessuto sociale del Paese”. “I datiepidemiologici sono in costante diminuzione in tutto il territorio nazionale edè stato attivato un sistema di monitoraggio da parte del Ministero della Saluteper verificare eventuali recrudescenze dell’epidemia e monitorare il rischiocontagio” e “il livello di saturazione delle strutture ospedaliere è incostante diminuzione” ed è in corso “anche col sostegno del Governo attraversoulteriori ed imminenti provvedimenti, il potenziamento strutturale della retesanitaria”. Inoltre “sono stati sottoscritti e sono in corso di sottoscrizionei Protocolli per l’individuazione delle misure di sicurezza con le partisociali a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici in tutti i settorieconomici”.Per questi motivi le Regioni chiedono che “entro il 17 maggio venga adottato unnuovo DPCM con il coinvolgimento delle Regioni per consentire alle Regionistesse di procedere autonomamente, sulla base delle valutazioni delle strutturetecniche e scientifiche dei rispettivi territori, a regolare le riaperturedelle attività previa adozione da parte delle imprese di tutte le misure per latutela dei lavoratori ed il contenimento del contagio come definiti daglispecifici protocolli di sicurezza, fermo restando che la competenza sullamobilità interregionale è di competenza nazionale”.Inoltre le Regioni chiedono che dal prossimo 11 maggio “possano procedere adanticipare la riapertura dei settori del Commercio al dettaglio fermo restandola necessaria sottoscrizione dei relativi protocolli di sicurezza con le partisociali a tutela dei lavoratori”.I comuni italiani associati nell’Anci stanno lavorando con il governo perrispondere alle esigenze dei bambini e dei ragazzi. Rispondere ai loro bisognidi socialità che, se inascoltati, rischiano di diventare un’emergenza sanitariadi secondo grado, e aiutare le famiglie sulla conciliazione con i tempi dilavoro, sono due macro obiettivi attorno ai quali comporre il quadro deiservizi”. Così Cristina Giachi responsabile Scuola Anci e vicesindaca diFirenze.“I Comuni – precisa – hanno avanzato le loro proposte ai ministeri dellaFamiglia e dell’Istruzione per configurare a partire da giugno un’offerta diservizi educativi articolata, sostenibile e differenziata per le diverse fasced’età: servizi educativi anche sperimentali per la fascia 0-6; centri estiviper la fascia 3-14”.Secondo la vicesindaca di Firenze, “è necessario prima di tutto disporre di unprotocollo nazionale condiviso sulla sicurezza sanitaria per operatori ebambini, di un quadro normativo che sblocchi le attuali sospensioni e di unamessa a disposizione di risorse in misura sufficiente a organizzare serviziefficaci”.Fin qui il disegno. Quindi Giachi parla di risorse e di riorganizzazione deiservizi. “Resta inteso – continua la responsabile Scuola dell’Anci – che cisembra difficile poter sopperire completamente alla mancanza della scuola perl’infanzia, soprattutto in certe zone del Paese dove questa è interamentestatale e difficilmente un’offerta organizzata dei Comuni, in collaborazionecon i gestori del privato sociale, potrà far fronte alla domanda e al bisogno.Tutta questa progettazione dovrà necessariamente obb
edire al principio dieguaglianza, poiché la rarefazione della scuola rischia di scavare un abisso didiseguaglianze tra cittadini di diversa età e differenti aree del Paese”.©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate dipubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere allaRedazione