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Edizione del 08/05/2020
Estratto da pag. 1
Qe e Mes, l`Europa sta con l`Italia
Fase 2, le regioni: riaprire i negozi l''11 maggio. Roma valuta
Vignetta di Claudio CadeiQuando tutto sembrava sul punto di cadere in pezzi, quando in Europa parevano pronte le restaurazioni dello strapotere della Bundesbank e soprattutto la sottomissione della Bce al Bundestag, quando il governo italiano e la maggioranza che lo sorregge sembravano sul punto di cedere sotto la spinta di Iv e Matteo Renzi, ieri la situazione si è improvvisamente capovolta.Perché a Francoforte la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha risposto in sostanza «me ne infischio» ai diktat della Corte costituzionale tedesca, e ha annunciato che, «in quanto istituzione europea, la Bce risponde soltanto all'Europarlamento».A Bruxelles, invece, la commissione Ue ha sottolineato con una lettera indirizzata dal vicepresidente Valdis Dombrovskis e dal commissario per gli Affari economici Paolo Gentiloni al presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno, che l'Italia ha le carte in regola per ricevere, se li vorrà, i soldi del Mes, perché il debito è sostenibile, e che l'esecutivo di Bruxelles non farà nessuna missione ulteriore, oltre a quelle standard del Semestre europeo, per verificare le spese collegate al Mes, e non richiederà aggiustamenti macroeconomici, nemmeno ex post, ai paesi che riceveranno gli aiutiMentre a Roma la delegazione di Italia viva ricevuta a palazzo Chigi dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, dopo il vertice si è dichiarata soddisfatta dell'intesa raggiunta con Pd e M5s sui migranti, cioè sui permessi di soggiorno rinnovabili trimestralmente per colf e lavoratori agricoli. Il premier ha definito positivo l'esito del summit durato circa due ore e fonti di palazzo Chigi hanno riferito che Conte ha ribadito la sua totale disponibilità a discutere le proposte di Iv per la ripresa economica del paese.Il premier inoltre, ha condiviso la necessità di lavorare con coraggio e determinazione, per affrontare e superare questa drammatica emergenza economica e sociale e offrire urgenti risposte ai cittadini. Ma riguardo alle critiche espresse dal leader di iv Matteo Renzi, che a proposito della proposta del Pd di inserire rappresentanti dello Stato nella governance delle imprese aiutate con fondi pubblici ha parlato di tentativo di sovietizzare l'Italia, il vicesegretario dem Andrea Orlando è intervenuto su Facebook.«Appena sollevi il tema di come lo Stato utilizza le proprie, scarse, risorse e su come si evitano contributi non finalizzati e inutili sussistenze, aiutando le imprese e difendendo i livelli occupazionali, puntualmente si scatenano le accuse di Unione sovietica e Cina, il dirigismo e lo statalismo, le nazionalizzazioni( che nessuno ha proposto)», ha scritto il numero due di Nicola Zingaretti. «L'obbiettivo è chiaro, impedire che ci siano trasparenza e rigore nell'utilizzo degli oltre 31 miliardi di aiuti alle imprese contenuti nel decreto in fase di elaborazione»Non c'è accordo totale con i presidenti delle regioni sulla fase due della gestione dell'emergenza sanitaria ed economica provocata dall'epidemia di Covid 19. Ieri la conferenza dei presidenti delle regioni, guidata dal numero uno dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini (Pd), dopo una lunga riunione che sembrava preludere a un duro scontro tra i cosiddetti governatori e lo Stato centrale, ha approvato un ordine del giorno che è stato poi consegnato al governo nel corso della Stato-Regioni.Nel documento i presidenti chiedono che entro il 17 maggio venga adottato un nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri che coinvolga le regioni e consenta loro di procedere autonomamente, «sulla base delle valutazioni delle strutture tecniche e scientifiche dei rispettivi territori, a regolare le riaperture delle attività previa adozione da parte delle imprese di tutte le misure per la tutela dei lavoratori ed il contenimento del contagio come definiti dagli specifici protocolli di sicurezza, fermo restando che la competenza sulla mobilità interregionale è di competenza nazionale».Le Regioni chiedono inoltre che dal prossimo 11 maggio «possano procedere ad anticipare la riapertura dei settori del commerci
o al dettaglio ferma restando la necessaria sottoscrizione dei relativi protocolli di sicurezza con le parti sociali a tutela dei lavoratori». Una richiesta motivata dalle necessità di evitare che «una sospensione prolungata delle attività economiche non contemplate nel decreto metta fortemente a rischio la sopravvivenza di migliaia di attività economiche, determinanti per le economie regionali e la tenuta del tessuto sociale del paese».Sui ritardi nell'erogazione della Cassa integrazione, poi, la conferenza delle regioni ha respinto le accuse del presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, che ha attribuito alle amministrazioni regionali lungaggini e disfunzioni dei meccanismi burocratici: «I rallentamenti non sono certamente imputabili alle regioni, che stanno lavorando a pieno organico per autorizzare le domande e trasmetterle all'Inps, bensì a un meccanismo che si fonda su regole previste per situazioni ordinarie e che pertanto comporta tempi non conciliabili con una situazione di emergenza e straordinarietà quale è quella che stiamo vivendo. Si tratta di una polemica che non appare improntata ai rapporti di leale collaborazione interistituzionale e che dà vita a problemi di tenuta sociale».Quanto all'esito del confronto con il governo, che tramite il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia, aveva in un primo momento risposto picche alle richieste dei presidenti («dall'11 maggio sarà condotto un esame dei dati sul contagio da coronavirus e in base a questi, dal 18, saranno possibili riaperture differenziate su base regionale, aveva detto Boccia), è stato poi il numero uno del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a spiegare che il muro contro muro non c'è: «È positiva l'apertura che il ministro Boccia ha dimostrato alla possibilità di anticipare le aperture del commercio al dettaglio. Questo è sicuramente il risultato di una proposta frutto di una mediazione responsabile svoltasi tra le regioni».Certo è che nelle ultime settimane l'andamento dell'epidemia di Covid 19 è sembrato meno drammatico, malgrado il numero delle vittime sembri ancora troppo elevato. Ieri i decessi sono stati 274, per un totale che dal principio dell'emergenza sanitaria è salito a 29.958. Un dato che ancora spaventa, insomma, anche se mercoledì i morti erano stati 369. Di positivo c'è che ormai i malati sono ben al di sotto della soglia dei 100.000, cioè 89.624, in calo di 1.904 persone rispetto a mercoledì. E i guariti sono 96.276, con un incremento di 3.031, secondo i dati resi noti dalla Protezione civile. L'aumento giornaliero dei contagi è di 1.401: di questi 720 sono in Lombardia.Ieri mattina, nel corso di un'audizione parlamentare, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli ha avvertito che «è in corso un attento monitoraggio ed è previsto un inasprimento delle misure di contenimento in caso di fenomeni che dovessero rimarcare la ripartenza del virus». Borrelli ha sottolineato che «con i giusti comportamenti, tutti ci auguriamo che le misure di contenimento del contagio vengano limitate al massimo e annullate». Il capo della Protezione civile ha poi detto che su 52 contratti per la fornitura di 354 milioni di mascherine, il Dipartimento ne ha annullati 13 per un totale di 37 milioni di dispositivi.E sempre sul fronte dell'epidemia, ieri il ministro dell'Istruzione Luciana Azzolina ha incontrato i sindacati e i dirigenti scolastici in vista della riapertura per l'anno scolastico 2020-21 a partire da settembre. Il ministero dell'Istruzione ha presentato ai presidi e ai sindacati una prima bozza di protocollo sulla sicurezza per il rientro a scuola a settembre. Tra le proposte avanzate nel testo, l'utilizzo delle mascherine per chiunque entra nelle scuole, l'obbligo di evitare assembramenti all'ingresso e all'uscita, magari con lo slittamento degli orari di ingresso delle classi (con l'ipotesi di 15 minuti di differenza), la possibilità di misurare la temperatura corporea degli studenti anche se non è dichiarato lo stato di malessere, misurazione invece obbligatoria per i professori e il personale ausiliario e tecnico am
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