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Edizione del 07/05/2020
Estratto da pag. 1
Cig in deroga, Regioni contro l`Inps: "I ritardi non dipendono da noi" - la Repubblica
La Conferenza presieduta da Bonaccini replica alle "spiacevoli" affermazioni del presidente dell''Istituto di previdenza, "non improntate a leali rapporti di collaborazione interistituzionale"
ROMA - La cassa integrazione in deroga non arriva ed è scontro tra le Regioni e l'Inps, che si rimpallano la responsabilità degli enormi ritardi, che fanno sì che al momento, su 241.079 domande presentate, solo 67.746 siano già state liquidate. I rallentamenti, si legge in un comunicato della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, "non sono certamente imputabili alle Regioni, che stanno lavorando a pieno organico per autorizzare le domande e trasmetterle all'Inps, bensì ad un meccanismo che si fonda su regole previste per situazioni ordinarie e che pertanto comporta tempi non conciliabili con una situazione di emergenza e straordinarietà quale è quella che stiamo vivendo".

In effetti il procedimento è estramemente complesso e prevede un accordo delle Regioni con i sindacati, una istruttoria regionale, la trasmissione all'Inps, una istrutturia Inps e infine il pagamento. Procedura che in effetti ha messo in crisi il sistema, come denunciato anche dai Consulenti del Lavoro, che chiedono una semplificazione per il decreto di aprile (ormai slittato a maggio), che dovrebbe finanziare altre 9 settimane di Cig in deroga per le piccolissime aziende e quelle del commercio e di altri settori esclusi dalla Cig ordinaria.

La presa di posizione della Conferenza delle Regioni, presieduta dal governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, arriva, si legge ancora nel comunicato, in seguito ad "alcune spiacevoli dichiarazioni del presidente dell'Inps che vorrebbero porre in carico alle Regioni i rallentamenti riscontrati nell'erogazione dei trattamenti per la cassa integrazione in deroga che il governo aveva assicurato sarebbero avvenuti entro la fine del mese di aprile". Per questo, prosegue il comunicato, ci si trova di fronte ad una "polemica che non appare improntata ai rapporti di leale collaborazione interistituzionale e che dà vita a problemi di tenuta sociale. Si tratta di dichiarazioni che ingenerano confusione e mancanza di fiducia nelle istituzioni e vanno unicamente a danno dei cittadini e dei lavoratori che si trovano difficolta'".

Resta ferma, conclude la nota, "la disponibilità delle Regioni a proseguire nella collaborazione con il ministero del Lavoro per la semplificazione e la riduzione dei tempi. Le Regioni chiedono però al ministro del Lavoro di intervenire per chiarire l'inappropriatezza delle dichiarazioni che individuano le Regioni come responsabili di ritardi e malfunzionamenti".