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Edizione del 07/05/2020
Estratto da pag. 1
Bonaccini: «L’Emilia-Romagna è pronta a riaprire in anticipo. A settembre 20mila test»
Il governatore conferma la candidatura della regione ad aperture anticipate di bar, ristoranti e attività commerciali. Si aspetta ancora per le...
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Ristorante nel centro di Bologna (Archivio)



Alla vigilia della conferenza delle Regioni di giovedì pomeriggio, Stefano Bonaccini torna a candidare l’Emilia-Romagna per una ripartenza anticipata di bar, ristoranti e delle altre attività rimaste chiuse: «Qui possiamo permetterci di aprire un pò prima e mi pare che Conte ieri abbia aperto a questa possibilità». La speranza è di una ripartenza di quasi tutto il 18 maggio. Spiagge comprese, nonostante le sollecitazioni (in particolare dal Comune di Riccione, a guida centrodestra) per accelerare ulteriormente i tempi. «Le spiagge preferiamo tenerle chiuse fino al 18 maggio perché rischieremmo assembramenti senza sapere come garantire il distanziamento. Ma facciamo sacrifici oggi per sorridere domani», dice Bonaccini, ospite della trasmissione Cento Città, su Rai Radio Uno. Quanto agli assistenti di spiaggia, i pasti serviti all’ombrellone, gli orari prolungati e gli altri accorgimenti che dovrebbero garantire lo svolgimento della stagione balneare in riviera «mi affido alla genialita’ dei romagnoli», torna a dire il governatore.

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Il rapporto tra guariti e contagi «Oggi - sottolinea ancora Bonaccini - siamo la regione di gran lunga prima in Italia nel rapporto tra guariti e contagi attivi, ma abbiamo già pagato un prezzo fin troppo alto. Eravamo i più vicini al focolaio di Codogno, Piacenza è divisa solo da un ponte dal basso lodigiano. E quasi la metà dei decessi in Regione viene da Parma e Piacenza. Adesso però andiamo all’attacco. Arriveremo tra pochi giorni a 10mila test al giorno e arriveremo a 20mila test al giorno a settembre».

Gli stagionali in agricoltura Bonaccini è tornato anche sul nodo degli stagionali in agricoltura, problema che si è aperto quest’anno per l’assenza di manodopera straniera causa coronavirus. L’idea di andare a pescare tra i disoccupati per percepiscono il reddito di cittadinanza, lanciata a suo tempo delle associazioni agricole e adottata dallo stesso Bonaccini, ha creato qualche contraccolpo polemico. «Mi sembra si stia facendo una questione ideologica per una manciata di voti - afferma il presidente - questo è un problema drammatico per gli agricoltori. Non capisco perché non si possano tenere insieme i diritti delle persone e le necessità imprese».