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Edizione del 30/04/2020
Estratto da pag. 1
Il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi scrive a Conte: “Vietare rientri nelle seconde case dal 4 maggio”
Oggi pomeriggio il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha scritto al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte per chiedere che nelle prossime ore il governo espliciti, con un intervento chiarificatore, il divieto di rientrare nelle seconde case utilizzate per vacanza come già previsto dall’art. 1 lett. a) del DPCM 10 aprile 2020. Questa richiesta è motivata dall’entrata in vigore, lunedì 4 maggio, delle nuove disposizioni contenute nel decreto del 26 aprile 2020.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA

Egregio Presidente,

Il recente DPCM 26 aprile 2020, all’art. 1, comma 1 lettera a) dispone, tra l’altro, che  è fatto divieto di trasferirsi o spostarsi in una Regione diversa rispetto a quella in cui attualmente una persona si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. Tale divieto viene meno in ipotesi di rientro di un soggetto presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, rientro in ogni caso consentito.

Tale dizione si presta ad essere applicata nel senso di permettere alle persone di recarsi anche nelle seconde case di vacanza, in quanto il richiamo all’abitazione ricomprende tutte le fattispecie abitative, comprese quelle  saltuarie e non stabili.

Questa interpretazione è confermata dal confronto con la precedente dizione dell’art. 1 lett. a) del DPCM 10 aprile 2020, dove si specificava, invece, che “resta vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza”.

La suddetta conseguenza appare molto pericolosa, essendo quella che, a marzo, ha determinato la più ampia diffusione del virus, anche in alcune province della Toscana.

Chiedo pertanto di intervenire specificando che il rientro previsto dalla nuova disposizione è vietato con riferimento alle seconde case utilizzate per vacanza.

In mancanza di un intervento chiarificatore, ritengo di dovermi avvalere della facoltà di intervenire  con un’ordinanza restrittiva e dunque conforme ai poteri di cui all’art. 3 del D.L. n. 19/2020.

Cordiali saluti

 

La Regione Toscana sta facendo un’azione di contrasto efficace al fenomeno dei contagi da batterio “New Delhi” e l’epidemia si è rapidamente stabilizzata nell’area nord-ovest della regione. Lo ha detto l’assessore alla Sanità Stefania Saccardi, che questa mattina ha effettuato in Consiglio regionale una comunicazione in merito alla proliferazione del batterio in Toscana.Saccardi ha ribadito che “i comuni cittadini non corrono nessun rischio nel nostro territorio”. “La Klebsiella –ha spiegato – è un batterio che vive comunemente nell’intestino dell’uomo ed è un cosiddetto patogeno opportunista, cioè un microrganismo che non infetta a meno che non siano presenti condizioni particolari, come un abbassamento delle difese immunitarie. Non devono essere messe in atto strategie specifiche per la prevenzione dello sviluppo dei batteri se non le comuni regole igieniche della vita quotidiana e l’uso corretto degli antibiotici”.Riguardo ai casi registrati negli ospedali, gli ultimi dati parlano di 101, secondo Saccardi “è impossibile stabilire una correlazione precisa tra decessi e infezioni, perché questa agisce come concausa, che interviene su condizioni cliniche già estremamente compromesse, quindi stabilire un nesso causale diretto nella maggior parte dei casi non è possibile”.Il fenomeno dell’antibiotico resistenza, ha spiegato l’assessore, è una problematica globale: “Se vogliamo usare il termine ‘superbatterio’ dobbiamo dire che in Italia ne troviamo uno ogni tre emocolture di Klebsiella, e in tutte le regioni siamo di fronte a una diffusione endemica di queste infezioni. Parliamo quindi di migliaia di casi in Italia ogni anno. In Regione Toscana, grazie alla Rete Smart istituita nel 2012 presso l’Agenzia regionale di sanità e considerata tra le più performanti in Italia, ogni anno sono disponibili dati che permettono di tracciare il quadro epidemiologico delle resiste
nze nella nostra Regione”. La Toscana è una delle tre Regioni (con Campania ed Emilia Romagna) ad aver attivato da alcuni anni un proprio sistema di sorveglianza. Inoltre nel 2018 la Regione ha varato un nuovo modello organizzativo per la gestione di queste infezioni. Quindi, ha proseguito Saccardi, “è stata la rete dei nostri laboratori microbiologici a rilevare la presenza di casi, nel marzo scorso, e siamo stati noi a segnalarli al Ministero”.Dopo l’allerta, è stata costituita un’Unità di crisi regionale, che ha prodotto indicazioni per effettuare screening a chi si ricovera, per gestire i pazienti positivi, i protocolli terapeutici e la pulizia ambientale.In caso di positività, se il soggetto risulta unicamente portatore, il ricovero si svolge regolarmente e il paziente deve solo attenersi alle normali buone norme igieniche. Se invece viene riscontrata l’infezione il paziente viene trattato tempestivamente con la terapia più efficace.“La diffusione dei batteri multi resistenti – ha concluso l’assessore Saccardi – non è purtroppo un fenomeno che può essere arrestato in poco tempo, ma le azioni messe in atto dalla Regione Toscana sono consistenti e in linea con le migliori evidenze”.

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La Rete Oncologica Toscana con i suoi 20 anni è insieme al Piemonte la più antica tra le Regioni dello Stivale. Vent’anni di esperienze e di lavoro che hanno tracciato una strada, fino a quel momento intentata, che può essere d’aiuto e di ispirazione sia per le neonate reti regionali sia per la creazione di una rete oncologica nazionale. Per fotografare in maniera precisa lo stato attuale del lavoro toscano si è tenuto il convegno Oncorete, Sharing and Innovation System.

L’evento organizzato da Motore Sanità con il patrocinio di Regione Toscana, ISPRO e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha riunito i principali attori della Rete Toscana. Dirigenti medici e dirigenti della Regione hanno quindi avuto un terreno di discussione comune per mettere a fuoco i risultati, discutere su possibili migliorie al sistema attuale e indicare la direzione da prendere per il futuro.

«Il tema della governance nelle reti oncologiche è centrale – dichiara Gianni Amunni, direttore generale Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica (ISPRO) Regione Toscana – in un sistema complesso e articolato, come quello di una rete, è fondamentale avere programmi condivisi ruoli definiti delle diverse istituzioni sanitarie, link

strutturati nei percorsi assistenziali interaziendali. Condividere regole, definire volumi appropriati per le singole patologie – prosegue Amunni – governare l’accesso all’innovazione e all’alta specializzazione richiedono una assunzione collettiva di responsabilità che tutti gli attori coinvolti quali, la regione, le Aziende Sanitarie, i professionisti fino alle associazioni dei pazienti. In Toscana ISPRO è la risposta forte e innovativa ai temi della governance – aggiunge il medico – e della reale operatività della rete oncologica».

Inoltre il Direttore generale di ISPRO sottolinea come la rete deve aiutare sì gli operatori del settore, ma deve essere un valore aggiunto per offrire risposte ai malati oncologici anche fuori dalle strutture ospedaliere.

«Un’altro grande successo delle Rete Oncologica Toscana – conclude Amunni – è stato la creazione del Call Center Oncologico che in maniera gratuita offre risposte ai pazienti e ai loro familiari e non solo, perché da quando è operativo ha aiutato anche noi a migliorare il servizio in generale».

La rete Oncologica, soprattutto in questo momento, deve far fronte a budget di spesa sempre più limitati anche nel campo farmacologico dove la Regione sta rientrando da uno sforamento del budget che nel 2018 era di 80milioni di euro.

«In questi ultimi anni l’opinione pubblica ha sviluppato una attenzione critica a livello mondiale sulle dinamiche ch
e regolano il prezzo dei farmaci – dichiara Roberto Banfi, responsabile del Settore Politiche del Farmaco e Dispositivi Regione Toscana – sull’etica del drug pricing, sulla possibilità di accesso alle cure, specie in oncologia. Ed in questo panorama solo una corretta e condivisa governance dei farmaci oncologici – prosegue Banfi – è lo strumento utile e necessario per garantire la sostenibilità delle cure, sia in presenza che in assenza dei fondi dedicati. L’arrivo delle nuove terapie CAR-T – conclude il manager – anche per i tumori solidi probabilmente renderà obsolete molte terapie attualmente in uso, ed il loro valore terapeutico aggiunto ci aprirà nuovi orizzonti di cura e di risultati. Ma anche di “valore” e di costo dei farmaci».