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Edizione del 30/04/2020
Estratto da pag. 1
Covid-19: UE e imprese a confronto su Recovery fund e le altre misure europee
Cristina Petrachi | 30 Aprile 2020 | Approfondimenti | submit to reddit[21938-covid19-ue-e-imprese-a-confronto-su-recove]Istituzioni europee, italianee imprese si confrontano sulle misure varate da Bruxelles, sul loro livello diattuazione in Italia e su quale potrebbe essere l’impostazione del Recoveryfund, alla ricerca di un equilibrio tra prestiti e sovvenzioni a fondo perduto.Ecco cosa è emerso durante la conferenza digitale promossa ieri da Parlamentoeuropeo e Commissione.> Coronavirus: l'uso dei fondi strutturali e il futuro bilancio UEDopo la prima digital conference di inizio aprile in cui le istituzioni europeehanno illustrato l’ampio pacchetto di misure varate per fronteggiare la crisi,ieri si è svolta una nuova conferenza che è servita a fare il punto sullenovità - prime fra tutte il Recovery fund - e ad avviare in confronto con leimprese.L’Europa c’è e per l’Italia è un bene. Ecco perchèNell'aprire i lavori Carlo Corazza, Responsabile del Parlamento europeo inItalia, parla di “una risposta senza precedenti dell’Unione europea” che, dopouna prima fase di tentennamenti e gaffe, ha invece messo in campo strumentiadeguati. Misure che mirano ad affrontare i problemi di asimmetria tra paesi emercati e che, senza le risorse europee, creerebbe disparità permanenti tra idiversi stati membri, compromettendo la tenuta stessa dell’UE.Strumenti come il MES (che all’Italia darebbe 36 miliardi per la sanità), ifinanziamenti della BEI alle imprese e il SURE per la tutela dei posti dilavoro, sono delle linee di credito che nei fatti rappresentano già unamutualizzazione della crisi tra i diversi paesi UE, mettendo in atto un vero eproprio meccanismo di solidarietà europea che permette alle economie più debolicome l’Italia di indebitarsi come se avessero la Tripla A, grazie alle garanziefornite dalle economie più ricche.Del resto, aggiunge Lauro Panella del Parlamento europeo, bastano pochi numeriper capire come lo scudo europeo stia funzionando. Su tutti un confronto: inumeri sul calo del Pil e l'aumento dello spread che si sta registrando oggi,rispetto a quanto avvenuto durante la crisi di dieci anni fa. Nel 2009,infatti, l’Italia registrò un crollo del Pil del 4,5%-5% e un aumento dellespread al 265 punti base. Oggi, con il Pil in caduta doppia, lo spread siaggira sui 180-200 punti. Non si tratta di magia né di una migliore performancedell’Italia. Il motivo per cui gli attacchi speculativi sul nostro debito nonsi stanno registrando è perché la BCE sta acquistando i nostri titoli, mettendoin campo un bazooka che potrebbe portare all'acquisto di 180-200 miliardi diobbligazioni italiane. Una capacità di assorbimento che nessuna altra bancainternazionale ha.> Coronavirus: Bruxelles, come cambiano le regole sugli aiuti di Stato per leimpreseLe ultime novità sul Recovery FundMa Corazza sottolinea che, oltre a strumenti di credito (che significa comunquedover restituire prima o poi i soldi ricevuti), c’è bisogno anche disovvenzioni a fondo perduto per far ripartire l’economia. E a questo dovrebbe servire il Recovery fund uscito dal Consiglio europeo del23 aprile e che, nelle intenzioni, dovrebbe prevedere anche una parte dicontributi a fondo perduto. Si tratta di un Fondo che potrà emettere titolieuropei garantiti dal nuovo bilancio UE 2021-2027 e che, in questo modo, potràavere dei debiti anche a lunghissima scadenza, sempre con la tripla A e semprecon tassi di interesse bassissimi. In attesa che venga approvato il nuovobilancio pluriennale, sono allo studio soluzioni ponte per capire come ancorarei titoli del Recovery fund a forme di garanzia altrettanto solide. Moltoprobabilmente si tratterà della BEI o del MES.E sempre sul Recovery fund si concentra anche Massimo Gaudina, Capodell’Ufficio di Milano della Rappresentanza in Italia della Commissioneeuropea. Nelle prossime settimane dovrebbe arrivare la proposta formale, chedovrà prevedere un giusto equilibrio tra prestiti, sovvenzioni a fondo perdutoe garanzie concesse dal Fondo. Intanto nell’attesa di capire come saràeffettivamente strutturato lo strumento e di vedere
quali saranno poi lemodalità di accesso, Gaudina annuncia che a metà maggio dovrebbe arrivare unacomunicazione sul turismo per mettere subito in campo misure adeguate persostenere la liquidità degli operatori turistici. Ma ricorda anche come, nel lungo periodo, la roadmap per la ripartenza dovràbasarsi su un concetto nuovo, quello dell’autonomia strategica. La crisiinfatti, ha messo in luce come su alcuni settori critici l’UE debba essere piùautosufficiente e meno dipendente da paesi terzi. Nella nuova economia cheverrà, pertanto, l’Europa intende avviarsi lungo una nuova strategia che dovràbilanciare le canoniche aperture di mercato con la necessità di autosufficienzanei settori critici.Ma come sottolinea Adelaide Mozzi (Consigliere economico della Rappresentanzain Italia della Commissione europea) il Recovery Fund non potrà dimenticare lepriorità della Commissione von der Leyen e cioè la trasformazione digitale e ilgreen deal. Questo perché, pur nella sua tragedia, il coronavirus non blocca icambiamenti climatici. Pertanto una ripresa economica deve comunque puntare suun cambiamento del sistema produttivo in chiave sostenibile. Sempre parlando di Recovery fund, poi, Panella sottolinea che non sarà soltantoimportante capire come raccogliere i fondi, quanti saranno e quale sarà l'equilibrio tra prestiti, garanzie e sovvenzioni a fondo perduto. E’indispensabile anche individuare quali debbano essere le linee su cui spenderele risorse.“Riaprire infatti non significa ripartire”. Lo scenario economico che ciattende sarà molto diverso per numerosi settori. Si pensi al commercio o allaristorazione che dovranno fare i contri ad esempio con abitudini di consumo chemolto probabilmente cambieranno. Questo significa che avere i soldi non èsufficiente, se non si riesce a capire anche come e dove spenderli. La crisi,infatti, sarà asimmetrica e aumenterà il divario tra territori, tra filiereproduttive e tra i diversi strati sociali della popolazione. Le misure già messe in campoAd entrare nel merito delle misure già attuate ci pensa Mozzi. Si trattafondamente di due pacchetti di misure. • Un primo pacchetto mira a supportare gli stati a mettere in campo misure per sostenere la liquidità delle imprese o gli ammortizzatori sociali, attraverso la sospensione del Patto di stabilità e la flessibilità delle regole sugli aiuti di stato; • Un secondo pacchetto, invece, si è posto l'obiettivo di aiutare gli stati a spendere fino all’ultimo centesimo del bilancio europeo attraverso una serie di inziative come il primo pacchetto di aiuti da 37 miliardi, il Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII+), una maggiore flessibilità per la spesa di fondi dedicati a pesca e agricoltura. Ma anche il Fondo di solidarietà europeo (800 milioni di euro) a cui anche l’Italia ha fatto richiesta di accesso e su cui ora la Commissione è al lavoro.A tutto questo si aggiungono poi gli strumenti per garantire liquidità alleimprese messe in campo soprattutto dalla BEI, incluse le ultime due che sonostate varate e cioè: • Un fondo di garanzia che si rifà al Piano Juncker e che permette alla BEI di erogare finanziamenti alle PMI e mid cap fino a 8 miliardi euro, tramite intermediari finanziari; • Il progetto pilota Escalar per supportare gli investimenti in venture capital e in private equity, in modo da dare finanziamenti alle aziende innovative che, per loro natura, sono più a rischio. Parliamo di 300 milioni, per finanziamenti di oltre 1 miliardo di euro.Ma oltre alle imprese, l’UE parla anche al mondo del lavoro tramite SURE, ilnuovo strumento che mira a supportare gli stati nel mantenimento dei livellioccupazionali.A queste misure si aggiunge poi il ruolo assunto dalla BCE che, ricordaCorazza, nelle ultime tre settimane ha adottato misure straordinarie persostenere le casse pubbliche e l’economia reale attraverso: • La decisione di accettare anche i titoli spazzatura (i c.d. junk bond) come garanzie per prestare soldi alle banche; • L’avvio di un programma straordinario di acuiti da 1.110 miliardi d
i euro di titoli pubblici; • La modifica di alcuni criteri di sorveglianza bancaria da parte della BCE che consente alle banche di sospendere mutui e dare liquidità più velocemente; • La concessione di liquidità alle banche a tassi negativi, il che permette agli istituti bancari di prestare soldi alle imprese non solo senza rimetterci nulla, ma addirittura guadagnandoci.Cosa ha fatto l’Italia?Strettamente connesse alle misure europee ci sono poi gli interventi varati dalGoverno italiano e dalle Regioni.Per quanto riguarda le imprese, Antonio Martini, Dirigente dell’Area ricerca,sviluppo e grandi progetti ind.li del MISE, parte chiaramente dal Fondo digaranzia e da Garanzia Italia. Ma sottolinea come il mondo produttivo debba epossa contare non solo su strumenti di prestito, ma anche sui contributi afondo perduto.Per questo il MISE si è dato un serrata tabella di marcia per arrivare adimmettere a stretto giro nel tessuto imprenditoriale fino a 4 miliardi di eurodi sovvenzioni: • 2 miliardi a valere sui bandi 2019 e 2018 che gravitano su Impresa 4.0 e digitale, e sui quali il MISE intende chiudere i procedimenti entro l’anno; • 2 miliardi che afferiscono a vario titolo ai contratti di sviluppo.A questi infine si aggiungono i grandi progetti di interesse comune europeo cherappresentano un terzo filone di sovvenzioni e su cui il MISE sta cercandoulteriori risorse per sostenere l’industria strategica italiana.> Coronavirus: cosa c'e' per le imprese nel decreto Cura ItaliaMa i fondi per la imprese arrivano anche dalle regioni che assieme al governosono al lavoro per cercare di usare il più possibile entro quest’anno i fondieuropei ancora disponibili, massimizzando la decisione della Commissione diliberalizzare l’impiego. A dirlo Andrea Ciaffi, Dirigente Affari Europei dellaConferenza Regioni, che ricorda come con i fondi UE ancora liberi le regionipotranno affrontare tre aspetti dell’emergenza: quella sanitaria, quellaproduttiva (imprese lavoratori) e quella sociale. Parliamo di 8 miliardi dieuro per aiuti che le regioni potrebbero arrivare a gestire per fronteggiare lacrisi.Quanto al futuro Ciaffi mette in guardia su alcuni aspetti: • La prossima programmazione europea che, oltre a presentare difficoltà in termini di preparazione e tempistiche, risulta difficile da strutturare data la velocità e la profondità con cui la pandemia sta cambiando le nostre società, in modi che oggi è difficile prevedere; • La tenuta dei bilanci pubblici. Su questo aspetto c’è bisogno che gli interventi europei vedano presto la luce se no, nonostante le intenzioni, la stabilità delle casse pubbliche è messa a seriamente a repentaglio.> Coronavirus: i contributi delle Regioni per famiglie e impreseCosa chiedono le impreseDa tutte le associazioni di categoria partecipanti arrivano più o meno lestesse richieste: velocità, sburocratizzazione delle procedure per accedereagli aiuti, maggior presenza di strumenti che erogano sovvenzioni rispetto aiprestiti e alle grazie.Scendendo nel dettaglio dei settori Gianmarco Dotta, Presidente di Assoconfidi,sottolinea come nell'individuare gli intermediari finanziari capaci di fare dacinghia di trasmissione tra le istituzioni UE e l’economia reale, dovrebberofigurare anche i Confidi. Questo per una semplice ragione: il tessutoproduttivo italiano è composto anche da tante piccole e piccolissime impreseche spesso hanno difficoltà a relazionarsi con le banche. Per loro, invece, iconfidi rappresentano una soluzione più a misura.Di Recovery fund parla invece Massimiliano Musmeci, Direttore generale di ANCE,per il quale “un intervento a fondo perduto sul Recovery fund sia il miglioreinvestimento che l'Europa possa fare per la tenuta futura delle entrate fiscaliitaliane”. Musmeci poi lancia una serie di appelli incluso: • La richiesta al MISE di inserire tra gli investimenti ammissibili per Impresa 4.0 anche le costruzioni; • Prevedere un sostegno alle imprese per adeguare i cantieri alle esigenze di sicurezza, tramite i fondi strutturali non spesi; • Una maggiore uniform
ità a livello UE per quanto riguarda vari aspetti normativi tra cui: la definizione di “forza maggiore”, il tema dell’infortunio-malattia e la mobilità post-covid in Europa; • Un'accelerazione sul pagamento dei crediti da parte di PA.E sul pagamento degli arretrati da parte delle istituzioni si focalizza ancheFrancesca Biondo, Direttore di Federpesca che chiede di accelerare i pagamentidel FEAMP per il fermo pesca del 2016 e del 2017. E sempre rimanendo sul FEAMPlancia l’appello di velocizzare la modifica dei regolamenti di gestione delprogramma, evitando ulteriori asimmetrie tra imprese che operano in regionidiverse se alcuni territori arrivano prima di altri.> Coronavirus: contro l’emergenza, ok ai fondi UE per sostenere le impreseitticheSempre sull’accelerazione della modifica dei regolamenti e dell’impiego deifondi UE ancora disponibili, si concentra Cristina Tinelli, Responsabiledell’ufficio di Bruxelles di Confagricoltura. Che sottolinea anche comequalsiasi scelta futura di tagliare i fondi della PAC sia controproducente,soprattutto all’indomani di una crisi che ha messo tragicamente in luce comel'autosufficienza strategica dell’UE debba includere necessariamente anchel’agricoltura.Sulla richiesta di strumenti che guardino più alle sovvenzioni che al creditointerviene Paolo Palamiti, Affari Europei di Assolombarda che sottolinea comeil futuro Recovery fund dovrà contenere un giusto equilibrio tra prestiti egaranzie da un lato e sovvenzioni a fondo perduto dall’altro. Ciascuno dei trestrumenti, infatti, agisce in modo diverso sulla gestione del rischio e sullacapacità di rafforzare le imprese e non c’è dubbio che, se si parla di PMI, ilcontributo a fondo perduto risulta essere quello più adatto.Concorda sul punto anche Alberto Marchiori, Incaricato per le Politiche UE diConfcommercio, che aggiunge anche come, per nel prossimo futuro, per spendere ifondi UE non solo sarebbe opportuno sospendere la Smart specialization strategy(S3) ma anche dirottare parte delle risorse in un grande programma dirigenerazione urbana.Critiche sull'eccessivo uso di strumenti che prevedono finanziamenti provengonoanche da Ivano Russo, Direttore generale di Confetra che, oltre a lamentareritardi nell’erogazione dei prestiti, lancia un appello specifico per ilsettore trasporti: quello cioè di prevedere il taglio del cuneo fiscale piuttosto che prestiti da parte del Governo. Un misura che, per un compartolabour intensive come la logistica, permetterebbe alle imprese di ricevere unavera boccata d’ossigeno.Infine Matteo Borsani, Direttore Affari Europei Bruxelles di Confindustria,secondo cui tutti gli interventi debbono mirare a ridurre il più possibile leasimmetrie create dalla crisi e andare di pari in passo con semplificazioni esburocratizzazione nell’uso del fondi. E sempre restando sul fronte norme,Borsani lancia un appello alle istituzioni UE affinchè posticipino l’entrata invigore di una serie di norme previste per i prossimi mesi e che adesso che leimprese stanno per ripartire, creerebbero ulteriori ritardi e costi diadattamento. > Coronavirus: cosa chiedono imprese, enti locali e terzo settore al Governo • Fondi UE 2014-2020 • Finanziamenti europei • Fondi UE 2021-2027 • Aiuti coronavirus