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Edizione del 30/04/2020
Estratto da pag. 1
«Presto mascherine obbligatorie per tutti. Altre attività che sono pronte potranno partire in anticipo»
Il governatore incassa da Roma il via libera alle aperture diversificate. Ok alle vacanze
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In Emilia, nei prossimi giorni, renderete obbligatorio l’uso delle mascherine? «Sì, lo confermo — dice il governatore Stefano Bonaccini — stiamo garantendo oltre mezzo milione di mascherine al giorno agli operatori sanitari, ne abbiamo già distribuite due milioni ai cittadini e altri due alle imprese, altri 4 milioni sono in distribuzione ai Comuni, più un altro mezzo milione per le aziende di trasporto pubblico. La ricostruzione deve partire dalla sicurezza e dalla salute delle persone. E alla fase della quarantena è giusto che subentri ora quella della riapertura, regolata e sicura».

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In questi giorni lei si è detto deluso dal governo sul tema della scuola e ha chiesto di accelerare la ripartenza degli altri settori, dal turismo ai bar ai ristoranti. Qualcosa ora si muove. «Il ministro Boccia, dopo la riunione della cabina di regia di oggi, ha annunciato che dal 18 maggio potranno essere le singole Regioni a modulare le riaperture sulla base dell’andamento del contagio. Io stesso avevo chiesto di poter anticipare le date indicate, inizio giugno, per la riapertura di attività economiche a cui va dato un orizzonte più ravvicinato, se ce ne saranno le condizioni. Per questo è giusto che possano anche prepararsi e organizzarsi fin d’ora. Se siamo arrivati alla ripartenza anticipata, da lunedì scorso, il 27, di distretti e imprese del settore manifatturiero la cui attività è rivolta prevalentemente all’export, e di molti cantieri, è proprio grazie a questo modo di ragionare. Ho anche chiesto indicazioni chiare per la scuola e i servizi per l’infanzia: va assicurato l’obbligo formativo e vanno aiutate famiglie e genitori. Anche su questo siamo già al lavoro e abbiamo avanzato una proposta importante».

In questi due mesi durissimi quale è stato il momento più difficile? Pensa che il peggio sia alle spalle? «Un mese fa vivevamo davvero giorni tremendi. Contagio in costante aumento, fortissimo stress sulle strutture ospedaliere, un picco dell’epidemia che sembrava non arrivare mai. Oggi gli incrementi giornalieri sono scesi sotto l’1%, pur facendo molti più tamponi, i casi attivi diminuiscono ogni giorno, i posti letto e le terapie si liberano sempre di più. Non siamo nemmeno più la seconda regione italiana per casi attivi e questa settimana abbiamo ripreso l’attività sanitaria sospesa nell’emergenza: non più solo Covid, quindi, ma un ritorno alle prestazioni programmate. Dovremo continuare a essere tutti vigili e responsabili, stiamo imparando a convivere col virus, sarà così finché non potremo vaccinarci. Ma in caso di recrudescenza, non ci faremo trovare impreparati: con il progetto di Hub Covid Hospital nazionale, in corso di realizzazione, avremo in poche settimane altri 146 posti di terapia intensiva».

Questi due mesi sono stati un test fondamentale di governo per le regioni del Nord. Alla luce dell’esperienza fatta, il processo che porta all’autonomia va ripensato come suggerito da qualcuno o va rafforzato? «Da presidente della Conferenza delle Regioni ho tenuto una linea di massima possibile condivisione fra noi e al tavolo di confronto col governo. È il momento dell’unità. Da questa situazione se ne esce solo insieme come Paese, non con le polemiche. Con i miei colleghi Fontana e Zaia ci sentiamo quotidianamente fin dal primo giorno della crisi, essendo state le nostre regioni da subito le più colpite. Sull’autonomia non arretro di un passo: se qui abbiamo retto è stato grazie alla sanità regionale che abbiamo costruito in questi anni. Se qualcuno proponesse il ritorno ad una gestione centralizzata della nostra sanità, sarebbero per primi i nostri cittadini a ribellarsi. Un conto è pretendere livelli essenziali di assistenza garantiti a tutti i cittadini, altro conto è pensare che la gestione statale sarebbe più efficiente. Qui non ci crederebbe nessuno».

Come si sono comportati gli emiliano-romagnoli in questi due mesi? Potranno fare le vacanze quest’anno? «Hanno dato una grande prova di res
ponsabilità. E la stanno dando tuttora, nel momento in cui avanzano legittime richieste rispetto alla ripartenza. Tutti abbiamo imparato a proteggerci e sono convinto che dimostreremo altrettanta responsabilità nei mesi che abbiamo davanti. Non possiamo più pretendere che le persone stiano a casa, dobbiamo pretendere che si proteggano e rispettino le regole di sicurezza. Quanto alle vacanze, siamo già al lavoro perché si possano fare in sicurezza. Abbiamo riunito gli operatori per condividere protocolli che possano tutelare sia i visitatori sia chi lavorerà nelle strutture e ho firmato una ordinanza che permette alle imprese edili di avviare i lavori necessari alla riapertura dei cantieri negli alberghi e negli stabilimenti balneari, nei parchi tematici e negli esercizi commerciali da lunedì 4 maggio. Non appena si potrà ripartire, qui vogliamo essere pronti».

Come sono i suoi rapporti con l’opposizione? «Ho aperto da subito una linea di dialogo e confronto. Ogni giorno tutti i gruppi, di maggioranza e opposizione, pongono proposte, quesiti e dubbi ai quali come giunta rispondiamo. Ho chiesto il contributo di tutti, al di là dei confini geografici e dei colori politici. C’è tutto lo spazio per il confronto e la dialettica politica, non credo che ve ne sia per la polemica fine a se stessa. Adesso più che mai è il momento di fare squadra. E io di inseguire polemiche, non ne ho proprio voglia e francamente nemmeno il tempo».

L’economia subirà un danno rilevantissimo: ce la caveremo? «Sì. Ma ognuno deve fare la sua parte. Non possiamo solo chiedere. Per questo come Regione abbiamo varato un primo pacchetto di misure da 350 milioni di euro e poi abbiamo presentato un piano di investimenti da 14 miliardi. Abbiamo chiesto al governo di semplificare gli appalti e di sbloccare le concessioni. Non intendiamo restare con le mani in mano: qui abbiamo basi solide per la ricostruzione».

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