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Edizione del 29/04/2020
Estratto da pag. 1
Fase 2, rivolta bipartisan dei governatori
L’Alto Adige minaccia addirittura la scissione. La gente del Sudtirolo vede che in Austria si riparte mentre qui Conte non ha speso nemmeno una parola...
Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, cioè dei governatori, nonché appartenente a un partito di governo (Pd) sta cercando di arginare la rivolta dei suoi colleghi del Nord, furiosi per le lentezze della Fase 2 annunciata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. A loro volta i governatori faticano a rapportarsi con le categorie inviperite: i negozianti che non possono aprire le saracinesche neppure facendo entrare i clienti uno alla volta e con mascherina, i ristoratori che stanno minacciando una marcia su Roma in mutande perché stanno continuando a pagare le spese fisse dei loro locali e sembra non vedranno (quasi) un euro fino a giugno, così come i parrucchieri che anche se hanno saloni contingentati e sanificati debbono tenere le forbici nel cassetto. Poi ci sono gli artigiani che con le limitazioni alla circolazione dei cittadini non hanno scarpe da suolare o vestiti da cucire. La rabbia monta, tanto che in Veneto e in Alto Adige hanno già incominciato a disobbedire, perciò Bonaccini ha deciso di rompere gli indugi e strattonare il governo amico: «Se non ci saranno rischi e problemi si può lavorare per anticipare le date indicate dal presidente del Consiglio, per esempio mi auguro che bar, ristoranti e parrucchieri possano aprire prima. Non possiamo tenere chiuso un Paese senza dare prospettive di riapertura. Bisogna lavorare insieme, io metterei da parte polemiche e accuse per cercare di risolvere i problemi e anticipare le date».Bonaccini ha fatto, la scorsa settimana, pressing sul governo riuscendo ad ottenere la riapertura (dallo scorso lunedì) di settori che gli stavano a cuore perché radicati nella sua regione: ceramica, automotive, fashion. Adesso si appresta a tallonare Conte (e la delegazione Pd al governo) per accorciare i tempi di riavvio degli altri comparti ed evitare guai (sociali e politici), anche perché nessuno mette in dubbio la priorità della sicurezza ma le strutture imprenditoriali e commerciali vanno adeguate non chiuse. Dice Bonaccini: «Sono tra quelli che si è battuto per fare aprire il prima possibile e da lunedì in Emilia-Romagna hanno già riaperto parecchie imprese, ora non possiamo lasciare sole quelle attività che oggi rischiano di vedere più la disperazione che la speranza. Dobbiamo quindi accompagnarle alla ripresa delle attività se non ci saranno problemi di salute».Il governo e il Pd sono avvertiti: difficile tenere posizioni drastiche, con molta gente alla canna del gas, se l'epidemia (fortunatamente) continua a ritirarsi. Ieri ha incontrato Conte in visita a Piacenza, tra le città più martoriate dal virus. Anche qui però, seppure lentamente, la situazione sta migliorando. E il governatore ha spronato il presidente del Consiglio a dare dinamismo al post-emergenza: «Mi hanno contattato tantissimi gestori di bar, ristoranti, parrucchieri, palestre, negozi. È giusto avere un'ipotesi di calendario ma mi permetto di dire che, monitorando come va dal punto di vista epidemiologico, le date possono essere anticipate e lavoreremo perché questo sia possibile. Capisco che anche psicologicamente ci sono settori dove le persone si domandano: oddio, che fine farò?»L'Alto Adige minaccia addirittura la scissione. Dice la senatrice Julia Unterberger, della Volkspartei, considerata finora assai in linea con le posizioni governative: «Ma in questo modo si ridà fiato alla destra locale che dice via da questo Stato. Non trattare le Regioni in maniera differenziata è far torto alle diverse esigenze. La gente del Sudtirolo vede che in Austria si riparte mentre qui Conte non ha speso nemmeno una parola sugli alberghi o sulla riapertura delle scuole materne». La senatrice fa parte del drappello dei tre rappresentanti della Volkspartei che al Senato sono assai importanti per la sopravvivenza del governo. Si tratta di un appoggio che verrà a mancare se non si cambierà rotta rispetto all'ultimo decreto. «Cercherò il ministro delle Autonomia locali, Francesco Boccia – preannuncia - e gli chiederò una sterzata perché non possiamo fare morire la nostra economia che già tanto ha
sofferto»L'Alto Adige si regge prevalentemente sul turismo e quindi lancia l'SoS. Ma in trincea c'è pure Luca Zaia che ha firmato un'ordinanza che di fatto squarcia una parte dei divieti decisi dal governo. Spiega: «Con questa ordinanza si consente lo spostamento individuale per attività motoria e all'aria aperta, anche con bicicletta o altro mezzo, in tutto il territorio di residenza, con divieto di assembramenti. Vuol dire che si può uscire di casa e senza limitazioni si può passeggiare e fare jogging almeno nel territorio comunale». Una spina nel fianco a Conte? «Nessuna volontà di contrapposizione - risponde - ma se il governo c'è batta un colpo perché il provvedimento che ha presentato non funziona, l'approccio è sbagliato, dobbiamo rovesciarlo, si deve mettere in sicurezza il cittadino, con i dispositivi di protezione, e poi aprire tutto quello che è possibile».Secondo il governatore del Veneto è sbagliato l'approccio di questa Fase2: «Il punto è rovesciare il ragionamento. Perché il governo parte della singola bottega e inizia a costruire una rete di norme per arrivare al cittadino. Mentre bisogna partire dal cittadino e pensare cosa gli serve per essere in sicurezza. Così una volta che l'abbiamo “scafandrato” con i dispositivi di protezione può andare dappertutto. Invece gli esperti stanno ragionando impresa per impresa e così è ovvio che si incarta tutto, in questo modo il sistema non sta in piedi e assistiamo a una lenta agonia del Paese. Non possiamo diventare un laboratorio o delle cavie, dobbiamo anche vivere. Ricevo migliaia di messaggi di gente che vuole lavorare, che non vuole sussidi ma lavorare, sono preoccupato per le tensioni sociali che si potrebbero scatenare. Chiedo: come può essere meno sicuro un negozio di 40 metri quadri dove entra una sola persona rispetto a un autobus dove ne salgono 15?»Zaia propone che le Regioni del Nord si muovano verso il governo e sembra che l'appello venga raccolto. Anche da Bonaccini, in un'inedita alleanza tra la corrente degli amministratori del Pd e la corrente degli amministratori della Lega, gli uni e gli altri lontani dalle beghe romane ma col termometro ben assestato sui loro territori.Twitter: @cavalent© Riproduzione riservata