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Edizione del 28/04/2020
Estratto da pag. 1
Aiuti Ue alle imprese, pressing di Toma sul Governo: non c’è più tempo - isNews.it
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Il governatore del Molise in prima linea per accelerare le procedure: da Bruxelles pronti a dare il via libera ma a Roma qualcosa si è inceppato e le Regioni stanno procedendo in ordine sparso. Manca la notifica necessaria a garantire che i finanziamenti pubblici siano in linea con le regole europee in scadenza il 31 dicembre

CAMPOBASSO. Molise in prima linea nel tentativo di sbloccare il meccanismo degli aiuti di Stato alle imprese fino a 800mila euro nell’attuale fase di emergenza da coronavirus.

Come riferisce ‘Il Sole 24 Ore’ di oggi, in un articolo a firma di Giuseppe Chiellino, le Regioni si sono accorte dell’importante opportunità e stanno facendo pressing sul Governo Conte. Giovedì scorso, 23 aprile, nella Conferenza delle Regioni presieduta dal governatore dell’Emila Romagna Stefano Bonaccini, il presidente della Regione Molise Donato Toma è stato il primo a sollecitare affinché il governo completi le procedure necessarie ad allentare le regole, oltre a procedere alla cosiddetta ‘notifica ombrello’, che ricadrebbe su tutti i territori in modo da consentire subito l’utilizzo dei fondi comunitari per mitigare le conseguenze economiche della pandemia. Tale notifica, spiega ‘Il Sole’, coprirebbe tra l’altro tutti gli aiuti, non solo quelli con i fondi Ue.

Ma dalla metà del mese scorso qualcosa si è inceppato. Il 13 marzo, infatti, davanti al dilagare dell’epidemia da Covid-19 che oltre all’Italia comincia a colpire anche gli altri Stati europei, la Commissione Ue prepara una risposta coordinata per attenuarne l’impatto socioeconomico. Tra le varie misure, viene annunciata piena flessibilità della disciplina sugli aiuti di Stato e, com’è noto, la sospensione del Patto di Stabilità.

Una settimana dopo, il 19 marzo, la Commissione adotta un quadro temporaneo di regole che permette agli Sati membri di utilizzare tutta la flessibilità possibile e garantire così che le imprese di ogni tipo dispongano di liquidità sufficiente e di preservare la continuità dell’attività economica durante e dopo l'emergenza.

I governi possono concedere, nello specifico, sovvenzioni, acconti o agevolazioni fiscali selettive fino a 800mila euro alle imprese a corto di liquidità; garanzie sui prestiti bancari; prestiti agevolati per capitale circolante e per investimenti; garanzie per le banche che veicolano gli aiuti di Stato alle Pmi.

Il 15 aprile il ministro degli Affari Europei, Vincenzo Amendola, scrive alle Regioni che la proposta ufficiale sugli aiuti economici alle imprese è all’esame degli uffici legislativi delle amministrazioni centrali. Una bozza che sarebbe dovuta servire a evitare che ogni regione, anche su questo tema, viaggiasse per conto proprio. Ma l’urgenza da coronavirus non è bastata: a conferma, scrive Chiellino, “che i fondi, pochi ma disponibili, troppo spesso restano imbrigliati in una ragnatela di competenze e di pareri, di delibere e decisioni le cui responsabilità si perdono nelle secche della burocrazia. Basta scorrere l’elenco delle autorizzazioni degli aiuti per capire quanto siano più avanti Danimarca, Germania, Svezia e altri ancora”.

Ma le Regioni non possono e non vogliono perdere questo treno e, al riguardo, si stanno muovendo in autonomia per chiedere il via libero europeo. Toma in primis.

 

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