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Edizione del 28/04/2020
Estratto da pag. 1
Fase 2: scuola, cultura e turismo. Bonaccini chiede di fare di più al governo
Pressing sui tempi di riapertura. Il presidente della Regione al ministro Azzolina: «Certezze o cartellino rosso»
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Si incrina a partire dal fronte scolastico l’asse tra la Via Emilia e Roma sulla fase due della crisi coronavirus. Dopo aver incassato la ripartenza al 27 aprile delle filiere votate all’export, il governatore Stefano Bonaccini va all’attacco del governo giallorosso per la mancanza di risposte sull’istruzione. «Sulla scuola siamo abbastanza delusi», lamenta il governatore e presidente della Conferenza delle Regioni, che ha chiesto un nuovo incontro con la ministra Lucia Azzolina. «Mi auguro avvenga in settimana, altrimenti dopo il cartellino giallo io tiro fuori quello rosso. Perché è bene che insieme — rivendica Bonaccini — condividiamo con il governo se non la riapertura della scuola, almeno quali sono gli strumenti per famiglie, le decisioni sui centri estivi, le linee guida e se ci sono risorse».

L’apertura del ministro Azzolina Una richiesta su cui ieri è arrivato da Roma il sì di Azzolina: «L’incontro ci sarà certamente», promette la ministra, che glissa sulle polemiche del governatore. Ma non è solo su scuola e minori che Bonaccini pressa il governo, convinto che la fase due possa e debba accelerare rispetto ai tempi dettati domenica dal premier Giuseppe Conte. «Se l’andamento epidemiologico dovesse continuare a essere positivo, chiederemo al governo — annuncia — di rivedere i tempi e le modalità di riapertura di quegli esercizi commerciali e di quelle attività che oggi vedono davanti a sé date ancora troppo lontane per la loro ripartenza, compresi i settori del turismo e della cultura».

Richiami anche dalle Province italiane Sul nodo scuole batte anche Michele De Pascale, presidente delle Province italiane e sindaco di Ravenna, che per la città romagnola ha proposto nei giorni scorsi un piano per riaprire nidi e materne già dal 28 maggio. «Non si può pensare di non parlare di scuola, demandando il tutto alle indicazioni sulla riapertura a settembre che verranno dal comitato dei tecnici del Miur: anche la scuola deve stare a pieno titolo nel cronoprogramma del governo sulla fase 2», insiste De Pascale, che ha inviato una lettera al ministero dell’Istruzione condividendo preoccupazioni e richieste di Bonaccini. Anche il commissario per l’emergenza coronavirus, Sergio Venturi, chiede a Roma più attenzione per i bambini e i più giovani. «Stiamo facendo fare loro sacrifici molto forti, e soprattutto nei bambini questo non è positivo, anche per l’evoluzione del loro carattere. Facciamo in modo che possano tornare rapidamente alle loro attività preferite: il gioco all’aperto e il sistema educativo. E siccome in Emilia-Romagna abbiamo un sistema educativo che ci invidiano in tanti — conclude Venturi — vediamo di ricominciare a farlo funzionare il prima possibile». Auspici e progetti che dovranno comunque necessariamente incontrare il via libera del governo prima di diventare realtà.

A Bologna A Bologna, in Consiglio comunale, il clima non è diverso. Di fronte all’ultimo dpcm «quello che ha più amareggiato e fatto arrabbiare è la sensazione che non avesse in mente i bambini, gli adolescenti, le famiglie, l’educazione e la scuola», dice Federica Mazzoni, presidente della commissione Cultura e responsabile Welfare del Pd bolognese. Il tema dell’infanzia meriterebbe «centralità politica e istituzionale», sottolinea la presidente del Consiglio comunale Luisa Guidone, che in vista della riapertura dei parchi dalla prossima settimana annuncia un odg per fare in modo che «i bambini e le famiglie abbiano la priorità».