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Edizione del 24/04/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus: cassa integrazione al ralenti, in Campania ok a un decimo delle imprese
Gli assegni per la cassa integrazione in deroga arrivano molto lentamente e per i lavoratori sono sempre più flebili le speranze di limitare le difficoltà economiche causate dalla crisi. In Campania le procedure per l’erogazione degli ammortizzatori sociali sono perfino più rapide che nel resto d’Italia. E, tuttavia, per chi attende da oltre un mese e mezzo il sussidio annunciato dal governo, il primato della Campania è solo una magra consolazione. L’iter burocratico definito dal decreto “Cura Italia” non è stato utile, finora, per fornire un aiuto concreto ad un numero sufficiente di lavoratori. I beneficiari dell’assegno - secondo i dati forniti dall’Inps - sono stati finora 7072 sul territorio nazionale, su un totale di 71mila domande decretate dalle Regioni, che gestiscono le pratiche. Mentre quelle pervenute alle Regioni sono molte di più.
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LEGGI ANCHE Coronavirus, l'Inps: «In cassa integrazione 6,7 milioni di lavoratori». Aeroporti: traffico azzerato, 10.000 persone in cigPrimo posto della graduatoria figura la Campania con 1987 lavoratori già pagati, su una platea di circa 100mila potenziali beneficiari. Mentre sono 56mila le aziende che nella nostra regione hanno effettuato l’istanza per ottenere il sussidio. Per tutti gli altri richiedenti i tempi si annunciano ancora piuttosto lunghi. «Stiamo lavorando notte e giorno - spiegano dalla direzione regionale Inps - per accelerare i tempi. I nostri dipendenti hanno lavorato anche a Pasqua. Per la Cassa integrazione in deroga, il 23 aprile contavamo 13mila 836 domande decretate e 6mila 632 autorizzate». Queste ultime corrispondono alle pratiche che l’Istituto invia alle aziende per una verifica dei dati relativi ai lavoratori che richiedono il sussidio. Un passaggio non sempre rapidissimo, visto che talvolta perfino gli Iban indicati precedentemente dai dipendenti risultano sbagliati e perciò devono essere corretti. Una volta effettuato questo passaggio, comunque, l’istituto di previdenza eroga i bonifici. LEGGI ANCHE Coronavirus in Campania, il 12% delle famiglie ha perso metà redditoLe 6mila 632 domande autorizzate finora corrispondono a quasi un decimo del totale delle imprese che attendono la Cigd cosicché i dipendenti dovranno attendere ancora qualche settimana e forse più. «Occorre tener conto anche del fatto - sottolinea l’assessore regionale al Lavoro Sonia Palmeri - che l’Inps è alle prese con tantissime incombenze. Basti pensare al bonus di 600 euro per i lavoratori autonomi. Il governo avrebbe dovuto pensare forse a un accredito diretto sui conti correnti dei lavoratori, per velocizzare le procedure. La Campania è stata la prima regione ad utilizzare tutte le risorse ad essa affidate nel primo decreto di riparto nazionale. Le altre regioni sono state molto più lente. Noi continueremo ad istruire le istanze e preparare tutti i decreti in attesa del nuovo riparto». LEGGI ANCHE Coronavirus, nel Napoletano la solidarietà che salva l'esercito di nuovi poveriLe istanze pervenute sulla piattaforma telematica regionale vengono poi inviate ad Inps, che provvede ai pagamenti. Le risorse stanziate dal governo per la Cassa Integrazione in deroga a marzo ammontano a 3,2 miliardi. E la quota affidata alla Campania è stata di 101 milioni di euro. Per l’assessore Palmeri occorre rifinanziare al più presto la Cigd. «Servono risorse aggiuntive, visto l’elevato numero di domande presentate in Campania, per garantire la copertura integrale delle richieste e far fronte alle ripercussioni che l’attuale situazione di grave emergenza sanitaria sta avendo sul mantenimento dei livelli occupazionali». Sulla base della tendenza delle istanze pervenute
, la Regione valuta in 180 milioni di euro il fabbisogno economico per il secondo riparto previsto nel decreto di aprile. La Campania è stata l’unica regione ad inoltrare la richiesta di un nuovo finanziamento al governo, attraverso la Conferenza delle Regioni. Per i lavoratori che attendono gli ammortizzatori sociali, c’è anche la possibilità di ottenere un anticipo da parte delle aziende con un successivo conguaglio da parte dell’Inps. Ma si tratta di un caso che, dalle nostre parti, si verifica piuttosto raramente, nel caso di piccole e medie imprese. Ultimo aggiornamento: 23:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA