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Edizione del 20/04/2020
Estratto da pag. 1
Braccio di ferro sulla ripartenza tra Regione e Governo - la Repubblica
Bonaccini vorrebbe iniziare a riaprire il 27 aprile, Conte frena. I sindacati: "Controlli in fabbrica sulla sicurezza"
BOLOGNA. Il governo tira il freno sull’ipotesi di riaperture per le attività produttive il 27 aprile, la data del 4 maggio diventa il nuovo spartiacque. Ma la discussione si sposta su come ripartire in sicurezza, al di là del braccio di ferro sulla data. Lo ha detto il governatore Stefano Bonaccini, lo chiede a gran voce la Cgil con il segretario regionale Luigi Giove. « Chi controlla che nelle aziende vengano rispettate le misure di sicurezza? Io vedo molti blocchi stradali ma non sappiamo di controlli nelle imprese, anche lì ci vogliono le multe – dice Giove – e poi bisogna pensare in generale a come tornare a un minimo di normalità. Le persone che hanno i figli a casa da scuola devono poter realmente tornare al lavoro, i 15 giorni di congedo parentale previsti inizialmente sono finiti».

 

Ci sono molte questioni da affrontare prima di tornare in fabbrica o in ufficio e a questo serviranno le prossime due settimane. Anche se è già chiaro che la riapertura si farà per gradi e con una priorità diversa a seconda delle varie filiere.

 

Le Regioni, rappresentate da Bonaccini, hanno chiesto ad esempio mascherine obbligatorie e stop ai trasporti pubblici extra regionali per poter lavorare in sicurezza. « Il punto adesso non è se partire un giorno prima o un giorno dopo – spiega l’assessore allo sviluppo economico della Regione, Vincenzo Colla – il punto è guardare ai prossimi mesi. La ripartenza ha una strategia, ci siamo. Anche perché dobbiamo evitare il collasso sociale, non possiamo tenere milioni di persone in cassa integrazione per mesi. La traiettoria è quella tracciata dall’Emilia » . Le situazioni locali vanno tenute d’occhio, in raccordo con l’esecutivo di Roma.

 

Stamattina alle 11 il sindaco Virginio Merola incontrerà in videoconferenza i parlamentari bolognesi di maggioranza e opposizione sulla fase 2, mentre alle 16 in Città metropolitana si riunirà il tavolo tecnico per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per cominciare a impostare protocolli operativi per le diverse filiere, concertati tra sindacati e organizzazioni di impresa.

Mercoledì è prevista invece una nuova riunione della cabina di regia nazionale, dove siede Bonaccini come presidente della conferenza delle Regioni. Adesso davanti all’esecutivo sono state poste 4 questioni chiave: linee guida per la ripartenza, con test e app uguali per tutti e soprattutto mascherine obbligatorie, a prezzi calmierati. Stop alla mobilità extra regionale nella prima fase della riapertura, un elenco di priorità di filiere produttive che possono riprendere e il grande problema dell’infanzia.

«Dobbiamo pensare in generale a come tornare a un minimo di normalità, il dibattito solo incentrato sulla data della riapertura è surreale – incalza Giove – i bambini sono stati completamente dimenticati forse perché non esiste " Confindustria bimbi". Ma per capire come riprendere è necessario stabilire che diritti dare anche a loro, a che condizioni si può uscire e così via. Senza tralasciare nessuno».