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Edizione del 19/04/2020
Estratto da pag. 1
Riapertura ai primi di maggio, la Regione tratta con Governo e sindacati
PERUGIA - Stare nel drappello di testa, se ci sarà un drappello di regioni Covid-fast che potranno iniziare a muoversi prima delle altre. E se invece la partenza sarà comune, trovare il...
PERUGIA - Stare nel drappello di testa, se ci sarà un drappello di regioni Covid-fast che potranno iniziare a muoversi prima delle altre. E se invece la partenza sarà comune, trovare il modo di pedalare da subito con decisione. I dati del contagio - solo sette positivi in più nel bollettino di ieri, nessun decesso e e il numero dei ricoveri sostanzialmente stabile - fotografano l’Umbria capace di tenere sotto controllo la diffusione del coronavirus, tanto da poter mettere testa e gambe nell’avvio della Fase 2. Palazzo Donini si muove su due fronti: da un lato il colloquio con il governo e all’interno della Conferenza delle Regioni, dall’altro le trattative “interne”, in primis con i sindacati, per arrivare ad un’intesa su come, dove e quando ripartire.IL FRONTE ESTERNOAnche venerdì la presidente Donatella Tesei ha partecipato ad una riunione con gli altri governatori. L’incontro è stato convocato al mattino per il pomeriggio, sul tavolo i dettagli della riapertura delle aziende. In questo momento l’Umbria guarda al 4 maggio come data possibile almeno per il riavvio di alcune strutture. Le proposte elaborate dal comitato scientifico regionale e condivise dalla giunta di Palazzo Donini - che si sta già attrezzando per attuarle con forniture adeguate - sono state ribadite anche ieri: accanto a guanti e mascherine, termoscanner all’entrata e all’uscita dai luoghi di lavoro e test sierologici da ripetere almeno ogni 15 giorni, eseguiti dal medico del lavoro responsabile di segnalare eventuali casi di “sospetta positività”. I tecnici scelti da Regione e Università per studiare le mosse in questa fase hanno messo il bollino agli esami sul sangue, i test rapidi che riconoscono gli anticorpi “anti-Covid”: si possono usare perché al 97 per cento individuano “i negativi”. La dote che l’Umbria porta sul tavolo di confronto con il Governo e le altre Regioni è chiara: numeri del contagio sotto controllo e un pacchetto di regole - «non sono norme, perché non spetta a noi definirle», ha ribadito la governatrice Tesei - pronte per essere attuate subito.IL FRONTE INTERNOPoi c’è il fronte interno. La Regione ha portato a buon punto la trattativa con i sindacati sulla questione sicurezza. L’idea è un accordo quadro regionale che possa far da cornice ad intese di settore tra organizzazioni delle imprese e sindacati di categoria. Ieri in Toscana è stato siglato “il patto di responsabilità”, presto potrebbe arrivare pure in Umbria. Il percorso è tracciato e la prossima settimana sarà decisiva, perché se la data X sarà il 4 maggio le decisioni andranno prese con diversi giorni di anticipo allo scopo di consentire alle aziende di attrezzarsi. 

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