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Edizione del 19/04/2020
Estratto da pag. 1
Bonaccini: «Cinque filiere pronte» . Ma i sindacati chiedono più garanzie
Stesa la bozza della Regione per il governo, al centro le regine dell’export. Cgil, Cisl e Uil invocano chiarezza su trasporto pubblico e gestione...
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«In forza dell’impegno del sistema territoriale dell’Emilia-Romagna, per una piena e condivisa applicazione delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro, dei processi e degli spazi, la Regione Emilia-Romagna propone al governo una possibile sperimentazione di riapertura anticipata di alcune filiere di valenza internazionale». Sono racchiusi in poche righe l’orgoglio e la speranza dell’Emilia-Romagna locomotiva d’Italia. Una proposta di sette pagine, discussa dalla parte sociali del Patto per il lavoro, che verrà inviata domani al premier Giuseppe Conte. Con l’obiettivo di riavviare lungo la via Emilia, prima della fine del lockdown fissata per il 3 maggio, la fase due dell’emergenza coronavirus. A partire da cinque filiere regionali ad alta vocazione internazionale: automotive e automazione; nautica e offshore; ceramica; moda ; edilizia e costruzioni (opere pubbliche in primis).

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Date possibiliUna data possibile per la ripartenza «anticipata» ci sarebbe già. Ed è stata indicata tra le 4 priorità che Stefano Bonaccini, stavolta nelle vesti di presidente della Conferenza delle Regioni, ha sottoposto ieri pomeriggio al governo Conte. «Si può prevedere la possibilità di riapertura anche dal 27 aprile dei cantieri edili, in particolare quelli all’aperto. E valutare una procedura semplificata per la ripresa immediata dei cantieri del terremoto». Mentre dal 27 aprile potrebbero riaprire anche «alcune filiere produttive maggiormente esposte alla concorrenza internazionale, per evitare la sostituzione di tali quote di mercato a vantaggio dei competitor stranieri». Come le cinque filiere che la Regione proporrà domani a Roma per «una ripartenza nelle massime condizioni di sicurezza», assicura il governatore emiliano-romagnolo. L’assessore alle Attività produttive, Vincenzo Colla, è preoccupato dai numeri che il lockdown sta incidendo sulla pelle del sistema produttivo. «Oggi abbiamo circa 500 mila lavoratori in cassa integrazione. Un dato senza precedenti nella storia dell’Emilia-Romagna, ne va della tenuta sociale dei nostri territori», avverte l’ex sindacalista della Cgil. «Consegniamo al governo una proposta — rivendica — perché siamo in grado di governarla».

Dubbi dei sindacatiIl documento dell'Emilia-Romagna per la fase due arriverà al governo forte della condivisione di associazioni di categoria, sindacati, istituzioni ed enti locali riuniti dal Patto per il lavoro. Ma i confederali hanno piantato diversi paletti prima di dare il via libera, atteso comunque domani. A partire da una «precisa definizione di una gerarchia decisionale», scrivono Cgil, Cisl e Uil, per «evitare sovrapposizioni e ridondanze» tra regia regionale e tavoli provinciali per la sicurezza. Ma i sindacati vogliono garanzie anche sul fronte di mobilità e servizi alle famiglie. «Ci sono due aspetti — dice il segretario della Uil, Giuliano Zignani — che non emergono dalla bozza: cosa offrirà il trasporto pubblico per garantire il distanziamento di chi tornerà al lavoro. E quale sarà l’offerta per le famiglie: se moglie e marito sono in fabbrica, i bambini dove li mettono?». Prima di sottoscrivere la proposta Cgil, Cisl e Uil chiedono anche certezza sulla salvaguardia dei livelli occupazionali (divieto di licenziare) e il riconoscimento pieno del «ruolo della contrattazione aziendale nelle questioni che attengono alla riorganizzazione». Per l’Alleanza delle Cooperative, Viale Aldo Moro è sulla strada giusta: «Il metodo del confronto e del coinvolgimento delle parti sociali è fondamentale per la buona riuscita della fase 2». Anche i costruttori di Ance si dichiarano pronti a ripartire prima del 3 maggio. E annunciano un «quaderno operativo» di regole per la sicurezza dei lavoratori nei cantieri: misurazione della temperatura, più spogliatoi, separazione dei bagni tra personale interno ed esterno e una pausa pranzo scaglionata sono alcune delle soluzioni proposte.

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