altoadige.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 189
Edizione del 11/04/2020
Estratto da pag. 1
Ritorno al lavoro: avanti pianissimo Il rebus sicurezza, orari e mense  - Bolzano
Economia. Si va verso un prolungamento della chiusura fino al 3 maggio. Il governatore: «Si ripartirà, ma a piccoli passi. Tempi diversi per ogni Regione. Noi tra i primi». Intanto i sindacati assieme agli imprenditori sono impegnati ad elaborare i protocolli aziendali a tutela dei lavoratori
Bolzano. Si pensava che, subito dopo Pasqua, qualche attività produttiva avrebbe potuto ripartire. Non sarà così, fatta eccezione forse per poche riaperture mirate nell’ambito dei codici Ateco delle attività essenziali. Non ci sono ancora le condizioni; c’è il rischio di far risalire la curva dei contagi Il governo va verso il prolungamento delle chiusure fino al 3 maggio. L’anticipazione, ieri, al termine dell’incontro tra il premier Giuseppe Conte e i rappresentanti dei sindacati.Del resto anche il governatore Arno Kompatscher, nel corso della quotidiana videoconferenza, quando ancora si pensava ad una ripartenza soft già dopo Pasqua, aveva invitato ad andare con i piedi di piombo: «Si prova a far ripartire le attività economiche. Attenzione però, non facciamoci illusioni: si andrà avanti a piccoli passi, perché non possiamo permetterci una nuova ondata di contagi. Di positivo c’è che il governo ha accettato la richiesta della Conferenza delle Regioni di avere riaperture differenziate tra una regione e l’altra. Noi vogliamo essere tra i primi a riaccendere i motori, ma perché ciò sia possibile dobbiamo riuscire ad abbassare ulteriormente il numero dei contagiati». Una cautela la sua dettata da una situazione che, pur con leggeri miglioramenti, rimane delicatissima: anche in Alto Adige il virus sta lentamente frenando, ma tra mercoledì e giovedì ci sono stati altri 9 decessi e gli infetti sono saliti a quota 1911. Per questo virologi e infettivologi predicano prudenzaIl problema è che bisogna conciliare la necessità di garantire la sicurezza per tutelare la salute dei lavoratori con la necessità di tornare a lavorare. Il mondo dell’economia - piccole e grandi aziende - preme per ripartire, almeno gradualmente. Si sperava dopo Pasqua, però a questo punto bisognerà attendere il 3 maggio.I lavoratori stessi sono preoccupati perché temono di perdere il lavoro se non si riparte e comunque, nella stragrande maggioranza sono a casa in cassa integrazione con paghe ovviamente ridotte (si va da una massimo di 1120 euro netto al mese ad un minimo di 940). La vicina AustriaIn Alto Adige si guarda alla vicina Austria che ha annunciato di voler ripartire il 14 aprile: in quella data riaprirà i parchi pubblici e, a tappe successive, i negozi: prima i più piccoli, da maggio tutti. Anche la Germania che però non ha mai spento del tutto i motori e ha fatto chiusure soft a macchia di leopardo, si prepara a ripartire. Cosa questa che preoccupa non poco gli imprenditori altoatesini, in particolare chi lavora con l’export.Ma è in allarme anche in settore del turismo che in Alto Adige dà lavoro a migliaia di persone e rischia di essere l’ultimo a partire. E di essere penalizzato dal fatto che Austria e Germania sono intenzionati a limitare gli spostamenti tra Stati per evitare il rischio contagio. «Noi dobbiamo anche con il nostro comportamento - ha detto il presidente Kompatscher - contribuire a ridurre il rischio contagio e in questo modo far passare il messaggio in Austria e Germania, che l’Alto Adige è un’area sicura». I sindacatiIntanto ieri primo incontro tra i rappresentanti sindacali - Cristina Masera (Cgil), Toni Serafini (Uil), Michele Buonerba (Cisl), Tony Tschenett (Asbg) - con Federico Giudiceandrea e Vinicio Biasi, rispettivamente presidente e vice di Assoimprenditori. Obiettivo: mettere a punto dei protocolli aziendali per poter partire in sicurezza, appena si accenderà il semaforo verde. Da parte di tutti c’è forte preoccupazione per gli effetti della crisi unita alla convinzione che nulla sarà più come prima. Per proteggere i lavoratori bisognerà metter mano all’organizzazione interna, ai turni, alla mensa, agli spogliatoi, per garantire il distanziamento; e si dovrà provvedere a misurare la febbre a chi entra. Il decreto Cura-ItaliaIntanto ieri, in Senato, è passato il decreto Cura-Italia, nel quale ha spiegato il senatore Dieter Steger (Svp), sono state inserite misure specifiche per l'Alto Adige, soprattutto per quanto riguarda il fondo bilaterale di solidarietà, a sostegno dei lavoratori in cassa integrazione. Le
prestazioni nazionali potranno essere integrate a livello provinciale. Inoltre sarà possibile utilizzare subito l'avanzo libero della Provincia, che ammonta a 200 milioni di euro. Prevista una garanzia statale/regionale per i finanziamenti concessi dalle banche alle imprese medie e grandi che superano i 35 mila euro già annunciati. Questo per quanto riguarda la liquidità.Il disegno di legge con i criteri per il sostegno delle famiglie e delle imprese arriverà invece in consiglio provinciale il 15 aprile.