askanews.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 5237
Edizione del 10/04/2020
Estratto da pag. 1
Fnomceo alle Regioni: ripartiamo da Costituzione rimendiando a errori
Roma, 10 apr. (askanews) – “I medici continuano a cadere vittima dell’epidemia di Covid-19, a contagiarsi, a morire. Sono oggi 109 i medici deceduti che vanno ad allungare il triste elenco sul portale della Federazione degli Ordini dei Medici – Fnomceo, oltre 14000 gli operatori sanitari contagiati, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità. Tra i medici scomparsi, quasi uno su due, 45 in tutto, erano medici di medicina generale. Dieci gli Odontoiatri. E poi ancora, specialisti ospedalieri, ambulatoriali, liberi professionisti – pediatri, ginecologi, pneumologi – medici penitenziari. Ma tutto questo non basta a far tacere la politica”. Così in una nota il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici- Fnomceo, Filippo Anelli.

“Continuano, in Lombardia, le reazioni, anche scomposte, o in ogni caso non coordinate, alla lettera che gli Ordini hanno voluto inviare ai vertici della Sanità per dare, anche in un’ottica di prevenzione e gestione del rischio, il loro contributo all’analisi di quanto accaduto – afferma Anelli -. Qui non si tratta di individuare le responsabilità e additare i colpevoli. L’obiettivo è capire dove si è sbagliato, porre rimedio agli errori ed evitare di ripeterli in altri contesti”.

“Gli Ordini sono Enti sussidiari dello Stato, cui cioè lo Stato affida la tutela dei diritti garantiti dall’ordinamento, in questo caso quello della Salute – continua Anelli -. È inconcepibile che altri Enti che, come le Regioni, sono elementi costitutivi della Repubblica, vengano meno al diritto-dovere di ascoltarli, ignorandoli o rispondendo con un senso di malcelato fastidio”. “I ripetuti appelli della Fnomceo alla Conferenza delle Regioni, agli Assessori alla Salute, per mettere in sicurezza gli operatori sanitari sono caduti in larga parte nel vuoto – lamenta Anelli -. La lettera della Federazione lombarda degli Ordini ha avuto risposte ufficiali cariche di disappunto; affiancate da risposte informali sui social con toni di dileggio. Risposte che rivelano, oltretutto, la scarsa informazione sui sistemi sanitari di chi, quei sistemi, è chiamato a governare. Mi riferisco a un video dove la Federazione degli Ordini Lombardi, Ente sussidiario dello Stato, viene definita come un sindacato minore. Anzi, così affermando, l’autore del video, Presidente della Commissione Sanità della Lombardia, sembra dimostrare, a voler essere sinceri sino in fondo, di non conoscere neppure la Costituzione e le altre Leggi dello Stato, che pongono i sindacati a tutela dei diritti dei lavoratori e , gli Ordini a salvaguardia dei diritti dei cittadini, correlati con l’esercizio della professione. Sarebbero quindi i cittadini a dover scendere accanto a noi in piazza, ove facessimo leva sull’attività di advocacy che ci compete. E infatti ieri è a noi, alla Fnomceo, che si sono appellate 42 associazioni di pazienti, per chiedere a gran voce più sicurezza per gli operatori sanitari, che si riflette in cure più sicure per tutti, in particolare per i più fragili”.

(Segue)